Anche in
Sicilia la fase due si gioca sulla pelle dei lavoratori. Il caso della
STMicroelectronics e della raffineria di Milazzo
Comunicato
del coordinamento delle sinistre di opposizione della Sicilia
Mentre
Confindustria, poteri forti e governi borghesi nazionali e regionali (Liguria,
Veneto e Lombardia in primis), fedeli esecutori delle direttive padronali,
spingono per la riapertura totale dei luoghi di produzione e di distribuzione,
i fatti incominciano a smentirli sin da adesso e a mostrare che la situazione
non è così rosea come ci vogliono far credere il governo Conte, i mass media e
tutti coloro che hanno interesse a fare profitti sulla pelle della maggioranza
della popolazione.
Chi ha
liberalizzato per prima, precedendo questa deregolamentazione con una serie di
dichiarazioni irresponsabili ed interessate, sta già raccogliendo dati sanitari
negativi. Non è un caso che la Liguria (+2.29) e in particolare Genova (+3,12),
si ritrovino già al 2 maggio con i risultati peggiori in termini di aumento dei
contagi. Aumenti anche in Lombardia dello 0,92, in Emilia Romagna dello 0,80,
in Piemonte del 1,86, in Veneto dello 0,70 (Fonte: Protezione civile e
Ministero della Salute, elaborazione Covidguard).
Gli ultimi
dati del 4 maggio (ore 17) registrano ancora su scala nazionale +195 deceduti,
e l’incremento dei soggetti positivi è di +1221! Il DPCM del 22 marzo aveva già
concesso con alcuni escamotage ai padroni la facoltà di decidere il prosieguo
di attività produttive di beni non essenziali. I protocolli firmati dalle
burocrazie sindacali hanno legittimato e continuano a legittimare il potere di
Confindustria, che con Bonomi neopresidente vuole fare tabula rasa di qualsiasi
garanzia contrattuale per i lavoratori, per – testualmente – “ridefinire dal
basso turni, orari di lavoro, numero giorni di lavoro settimanale",
"da definire in ogni impresa e settore al di là delle norme
contrattuali" (Il Sole 24 Ore, 1 maggio).
Anche in
Sicilia, con le dovute proporzioni rispetto al triangolo industriale, non
esistono al momento condizioni sicure di agibilità sanitaria nei luoghi di
produzione e di distribuzione, per non parlare dei mezzi di trasporto pubblico
e privato, molto spesso sporchi, inefficienti e insufficienti rispetto alle
esigenze di mobilità della popolazione siciliana, a maggior ragione
considerando che la “ripartenza” debba essere graduale e che servono mezzi di
trasporto in numero sufficiente per il distanziamento precauzionale interpersonale.
L’agibilità
sanitaria è già carente nei luoghi di produzione, come ad esempio la
STMicroelectronics di Catania, come più volte denunciato. Con la fase due,
nell’azienda catanese, dove sono già stati registrati quattro casi di contagio
al covid-19, le precauzioni adottate fino ad adesso – come ad esempio la
riduzione dei lavoratori nelle sale e lo smart working per gli impiegati che
lavorano in ufficio – saranno abbandonate. È questo il modello Bonomi, che
prima, in veste di capo di Assolombarda, ha di fatto moltiplicato i morti
nell’area bergamasca, ponendo il veto sulla zona rossa, e poi ha affrettato la
ripartenza generale senza garanzie sanitarie in veste di capo di Confindustria.
Come
coordinamento unitario regionale delle sinistre d’opposizione chiediamo alle
autorità competenti, dopo il caso dell’operaio contagiato di Pace del Mela,
dipendente di una ditta dell’indotto della Raffineria di Milazzo: che tipo di
misure sanitarie sono state prese e continuano ad essere prese all’interno
della stessa ditta? Che tipo di misure sanitarie ed organizzative ha preso e
continua a mettere in atto la Raffineria di Milazzo all’interno della grande
fabbrica, con cui è entrato in contatto il lavoratore?
Alla
raffineria c’è una elevata concentrazione di lavoratori (insieme all’indotto
circa duemila dipendenti), quindi è necessario garantire loro tutti i sistemi
di protezione individuale e la sanificazione dei locali. Condizioni però non
sufficienti: dato l'alto tasso di concentrazione operaia, questo è un settore
potenzialmente a rischio, perché i lavoratori e le lavoratrici devono venire
necessariamente a contatto per le varie fasi della produzione.
Le
produzioni metalmeccaniche della STMicroelectronics e quelle petrolchimiche
della Raffineria di Milazzo non rientrano nella categoria dei beni essenziali,
come il padronato e le burocrazie sindacali subalterne e complici vorrebbero
farci credere.
Come
coordinamento unitario regionale delle sinistre d’opposizione siamo consapevoli
che la difesa delle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici non passa
semplicemente dai controlli istituzionali, come ci insegna la storia del
movimento operaio, ma dalla loro mobilitazione e dalla loro capacità di
reazione, di controllo e di forza nelle relazioni con la controparte padronale.
Per tale fine è necessario che i lavoratori e le lavoratrici si attrezzino di
una direzione sindacale alternativa, che punti a organizzare le lotte, non a
spegnerle. A unificarle, non a dividerle. È pertanto necessaria una svolta
radicale e unitaria nel conflitto sindacale, ma anche sul piano della
progettualità politica.
Questa
pandemia, che ha colpito al solito i settori sociali più poveri, emarginati e
privi di garanzie economiche e sanitarie, ha rivelato (anche con lo
smantellamento della sanità pubblica) il fallimento di un sistema
sociale-economico-politico basato sul profitto.
Mai come
oggi è necessario che il movimento internazionale della classe lavoratrice e le
organizzazioni politiche che ad esso si richiamano tornino protagoniste della
battaglia per una alternativa di giustizia sociale, di democrazia dispiegata,
di preservazione dell’ambiente, di un diverso sviluppo, per la costruzione di
una società socialista fondata sul soddisfacimento dei bisogni sociali, non più
sottomessi alla logica del profitto.
Coordinamento
unitario regionale delle sinistre di opposizione:
Giacomo Di
Leo, per il Partito Comunista dei Lavoratori - Sicilia
Roberto
Bauccio, segretario regionale del PCI
Elena
Majorana, per Sinistra Anticapitalista - Sicilia
Sesto
Schembri, per il PMLI - Sicilia
Antonio
Della Pietra, per la FLAICA-CUB - Palermo
Antonio
Bertuccelli, per il Fronte di resistenza comunista (Me)
Vito Giunta,
per il comitato No Precarietà - No Frane
Cristoforo
Tramontana, per il circolo comunista “Ventunounoventuno" di Milazzo
Coordinamento
unitario regionale delle sinistre di opposizione
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.