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giovedì 30 ottobre 2014

NO ALLA GUERRA, NO ALLE SPESE MILITARI, NO ALLE BASI DI MORTE



NO ALLA GUERRA,
NO ALLE SPESE MILITARI,
NO ALLE BASI DI MORTE

In questi mesi è di nuovo aumentata la propensione alla guerra, per ridisegnare, di fronte alla crisi economica mondiale, gli spazi di sfruttamento delle varie potenze imperiali e subimperiali.
L'aumento delle spese militari e le azioni di guerra come soluzione alle difficoltà economiche sono sempre più praticate.
A 100 anni dall'inizio della 1° guerra mondiale, la spinta verso uno scontro generalizzato diventa di nuovo attuale.
Oggi di nuovo anche l'Europa e l'Italia stanno facendo enormi spese militari; stanno intervenendo militarmente in molte parti del mondo per il controllo e la spartizione delle risorse mondiali e il controllo geo-strategico, come in Afghanistan, Medio oriente, Ucraina ecc.
La retorica nazionalista è una truffa dietro cui si nascondono gli interessi e i loschi traffici degli speculatori.
Per noi la crisi economica va affrontata esattamente al contrario: tagliando tutte le spese di guerra e usando quelle risorse per un grande intervento pubblico per riqualificare e sviluppare servizi, scuole, sanità, attività produttive eco sostenibili, bonificare i disastri ambientali creati dal profitto privato...

A Ghedi vi è la principale base di attacco dell'aviazione italiana. È una base atomica pericolosa e costosa.

Da Ghedi sono partite e partono tutte le azioni di guerra dell'aviazione italiana.

A Ghedi saranno dislocati i nuovi e costosissimi cacciabombardieri atomici F35.


Per cui noi chiediamo:


1. LA CHIUSURA DELLA BASE DI GHEDI;
2. IL RITIRO DELL'ESERCITO ITALIANO DA TUTTI GLI SCENARI DI GUERRA    DICHIARATA E CAMUFFATA;
3. AZZERAMENTO DELLE SPESE MILITARI A PARTIRE DAGLI F35;
4. L'USCITA DELL'ITALIA DA TUTTE LE ALLEANZE DI GUERRA A PARTIRE DALLA NATO.

8 Novembre 2014

MANIFESTAZIONE INTERPROVINCIALE ALLA BASE DI GHEDI
CONCENTRAMENTO ORE 14,30 P.ZZA ROMA - GHEDI - (BS)
 
Al termine convegno in sala consiliare con rinfresco


Primi proponenti: Comitato bresciano “Altra Europa con Tsipras”, Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia & Libertà Lombardia, Sinistra Anticapitalista, C.S. 28 Maggio, Donne nella Crisi Brescia, Linea Indipendente lista bene Comune Calcinato, Linea Rossa della Bassa Bresciana, Pianeta Viola, Rifiuti Zero Brescia, Sinistra per Gussago, Tavolo della pace Val Brembana, Comitato NO F35, Partito Comunista dei Lavoratori.
Per adesioni contattare i primi firmatari.

mercoledì 29 ottobre 2014

LEOPOLDA POLIZIESCA



Il PCL dichiara la propria solidarietà incondizionata ai lavoratori della acciaierie di Terni colpiti dalla polizia.

L'aggressione poliziesca a un corteo di lavoratori in lotta tradisce una volta di più la natura del governo Renzi. Le ambizioni smisurate del Capo del governo non esitano a impugnare il manganello. Il governo è passato dalle parole ai fatti. L'attacco frontale ai diritti del lavoro si salda all'aggressione contro chi li difende. Altro che governo “amico del popolo” come recita lo spartito della Leopolda. Siamo in presenza di un corso politico reazionario che non esita a ricorrere alla forza per difendere l'ordine dello sfruttamento e dei licenziamenti contro i lavoratori e lo stesso sindacato: l'ordine difeso dal finanziere Serra e dai capitalisti rampanti della corte Renzi, fra brindisi e champagne.
E' l'ora di rispondere all'attuale corso reazionario con una radicalità di massa uguale e contraria. La CGIL non può limitarsi a condannare il governo, come giustamente ha fatto. Ha il dovere di promuovere e organizzare, senza rinvii, uno sciopero generale vero, legato a una mobilitazione prolungata e all'occupazione generale delle fabbriche che licenziano. L'occupazione della acciaierie di Terni può dare l'esempio. E' l'ora che tutte le sinistre politiche e sindacali passino, anche loro, dalla parole ai fatti.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

giovedì 23 ottobre 2014

SOLIDARIETÀ COI LAVORATORI E LE LAVORATRICI IN SCIOPERO USB IL 24 OTTOBRE.



Il PCL sostiene le rivendicazioni dell'azione di sciopero intercategoriale promossa dal sindacato USB per il 24 ottobre, contro il governo Renzi, l'Unione europea, le politiche di austerità.
Nonostante i suoi limiti oggettivi, e i suoi aspetti di autocentratura di sigla, l'azione di sciopero della USB vedrà l'adesione di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici, in particolare nel pubblico impiego: lavoratori e lavoratrici che esprimeranno anche in questa forma la propria ferma opposizione al governo e al padronato, e la propria protesta contro le politiche paralizzanti della burocrazia CGIL.
Il PCL sarà presente alle manifestazioni territoriali promosse dalla USB in occasione dello sciopero, così come è presente ad ogni iniziativa classista e di lotta, col proprio sostegno e le proprie proposte.
Parallelamente il PCL ritiene centrale unificare realmente il fronte di classe su basi di massa contro il governo Renzi e il padronato. Al fronte unico del padronato contro il lavoro è necessario opporre il più largo fronte unico di lotta dei lavoratori e delle loro organizzazioni, fuori da una logica rinunciataria o di frammentazione e concorrenzialità fra sigle. E' necessaria una svolta unitaria e radicale del movimento operaio che contrapponga alla forza dell'attacco padronale una forza di massa altrettanto radicale.
Questa esigenza, da sempre presente, è tanto più attuale di fronte al nuovo corso reazionario del renzismo, e alle sue ambizioni di sfondamento contro i lavoratori e il sindacato.
Il PCL porterà questa domanda di svolta unitaria e radicale in tutte le iniziative di lotta e/o di massa. E certamente nella manifestazione nazionale di massa promossa dalla CGIL il 25 Ottobre a Roma: in aperta critica alle linee sindacali e politiche di Camusso e Landini, per una nuova direzione del movimento operaio e sindacale.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

domenica 19 ottobre 2014

IL SOGNO DEI PADRONI: LA “LEGGE DI STABILITA'” DEL RENZISMO


No. Non è la “solita” legge di stabilità. E' una legge di stabilità cucita secondo le esigenze prioritarie di “immagine” e “consenso” dell'aspirante Bonaparte che oggi governa, lungo la linea del nuovo corso “populista”. E' un metodo sperimentato.
Con l'operazione truffa “80 euro” ( messi a carico dei beneficiari) Renzi ha vinto le elezioni europee consolidando il proprio comando. Al riparo di quella truffa- avallata da Camusso e Landini- ha condotto un'azione di sfondamento contro il lavoro e i suoi diritti. Prima con la eternalizzazione provocatoria dei contratti a termine senza causale, che non ha incontrato una sola ora di sciopero. Poi con la liberalizzazione dei licenziamenti senza giusta causa- obiettivo storico del padronato italiano- che non ha neppure subito, allo stato, uno sciopero generale di contrasto, fosse pure di facciata.
Ora nel varco aperto senza pagare dazio, Renzi replica la tecnica dell'imbroglio. La nuova operazione truffa sull'anticipo del TFR in busta ( aggravata da un maggiore furto fiscale sul salario differito, persino su quello lasciato in deposito) diventa la nuova cortina di fumo che serve a coprire l'arrosto. La nuova copertura d'immagine, agli occhi dei lavoratori dipendenti, di un'ulteriore aggressione sociale mirata contro di loro.
La nuova legge di stabilità é inequivoca. Via l'Irap, come chiede da anni tutto il fronte confindustriale e reazionario ( Grillo e Salvini in testa). Via i contributi padronali sulle assunzioni , con nuovo svaligiamento delle casse pubbliche.
Il tutto a carico dello stato sociale e dei servizi ( tagli , tasse, tariffe) a partire dalla sanità ( sostenuta infatti dall'Irap), dall' istruzione pubblica ( altro che rilancio della scuola!), dai trasporti locali ( già falcidiati), dai contratti dei dipendenti pubblici ( bloccati sino al 2018). Dunque pagheranno il conto i salariati , i pensionati, i giovani, la popolazione povera .
Il rinvio del pareggio di bilancio e l'operazione in deficit per 11 miliardi non sono affatto il “superamento dell'austerità” in nome della “crescita” e del “lavoro”, come vogliono la propaganda di “regime” del renzismo e il commentario “progressista” che lo circonda ( tipo La Repubblica). Sono l'opposto: sono la leva di una straordinaria detassazione dei capitalisti a carico dei lavoratori e della maggioranza della società. L'unica crescita assicurata è quella dei profitti, a scapito del lavoro. La Confindustria l'ha detto in un impeto di sincerità: “Questa legge di stabilità è il coronamento del nostro sogno”. La verità è che neppure i padroni si attendevano tanto in pochi mesi.
Nel frattempo la recita ad arte di Matteo Renzi contro “i tecnocrati di Bruxelles”, i governatori regionali“spendaccioni”, i “burocrati privilegiati”, serve a presentare questo sogno padronale come sogno popolare, in un grottesco gioco di specchi in cui spesso il bastonato pensa di essere il bastonatore. Che oltretutto non chiede di meglio che passare in incognito prendendo l'incasso, al riparo dalla cortina fumogena populista. Un aspirante Bonaparte mira a consolidare attorno a sé un grande blocco reazionario interclassista mettendo le proprie ambizioni di potere al servizio del capitalismo italiano. Altro che “Renzi servo della Merkel” come spesso ripetono ( con impronta sciovinista e incomprensione della realtà) dirigenti della sinistra riformista o centrista . Renzi può “sfidare” anche la Merkel al tavolo negoziale, se questo gli serve ad ampliare il proprio margine di manovra populista e a nutrire i propri disegni di carriera. Ridurre le tasse ai capitalisti italiani ottenendo la loro incoronazione, e per di più prendere i voti degli operai italiani... “contro la Germania”: come si possono sposare al meglio gli interessi di Renzi e quelli della borghesia tricolore? Solo una straordinaria mobilitazione di massa del movimento operaio e sindacale può squarciare il velo della menzogna dominante, unire gli sfruttati, dissolvere il blocco reazionario, arrestare la marcia di Renzi, e presentargli finalmente il conto.

Occorre portare il 25 a Roma questa domanda di svolta radicale. Contro il governo e il padronato. Per una lotta generale e radicale che vada davvero sino in fondo.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

sabato 18 ottobre 2014

CON LA DURA E DIFFICILE LOTTA DEI LAVORATORI DELLA TRW DI LIVORNO E L' OCCUPAZIONE DELL' AZIENDA.



Occupata per molte ore la sede di Confindustria.











Gli ultimi giorni per i lavoratori e i cittadini di Livorno sono stati molto difficili e preoccupanti. Prima sono serpeggiate prospettive di chiusura del petrolchimico ENI alle quali successivamente si sono aggiunte quelle provenienti dalla lotta dei lavoratori della TRW azienda produttrice di componentistica per auto di proprietà della multinazionale ZF. La proprietà ha preannunciato senza mezzi termini la chiusura immediata dello stabilimento e la mobilità di 400 lavoratori.
Dopo anni di cassa integrazione, contratti di solidarietà e ricatti padronali la TRW chiude lasciando sul lastrico 400 famiglie. Dopo questo affronto i lavoratori hanno occupato gli stabili dell'azienda e hanno proclamato l' assemblea permanente. Purtroppo la presenza per anni di una dirigenza sindacale tra le più compromesse con le scelte amministrative confindustriali del PD hanno portato questa situazione verso un probabile destino di "non ritorno".
La delegazione della proprietà aziendale arrivata appositamente dall' Inghilterra per comunicare la vendita e dismissione della TRW e presente nella sede confindustriale di via Roma è stata impossibilitata ad andarsene dalla presenza compatta degli operai TRW che hanno occupato lo stabile, di centinaia di lavoratori di varie aziende livornesi, e altre RSU, di cittadini solidali con gli operai licenziati. All' interno la tensione e' cresciuta con il passare delle ore. Contestati: l' attuale sindaco 5 stelle e il precedente sindaco PD e dirigenti FIOM. Alla fine della giornata la delegazione padronale e' riuscita ad uscire dalla sede di Confindustria e il confronto tesissimo e' continuato in prefettura. Un corteo di lavoratori, cittadini e familiari dei licenziati TRW ha attraversato il centro città e ha atteso in piazza dei segnali positivi per il futuro occupazionale.
I lavoratori hanno strappato il rinvio di un mese del l'esecuzione dei licenziamenti e un intervento del ministero del lavoro ma la situazione resta bloccata.
Viene anche richiesta in cambio la cessazione dell'occupazione della fabbrica.
L'assemblea degli operai deciderà oggi il da farsi.
Il PCL della Toscana e i compagni che operano nelle RSU locali appoggiano incondizionatamente questa lotta coscienti che solo la continuazione dell'occupazione della TRW, l' assemblea permanente e il blocco delle merci e delle macchine presenti in fabbrica, possono dare una prospettiva in qualche modo vincente alla lotta.
Anche la messa in discussione dei dirigenti sindacali e in particolare di FIOM che in questi anni si sono resi responsabili di una rinuncia della rivendicazione in difesa dei diritti dei lavoratori in favore di Confindustria è assolutamente indispensabile. Livorno sta subendo uno dei più gravi attacchi all' occupazione e ai diritti dei lavoratori nella piena linea programmatica antioperaia del governo Renzi.
Solo un fronte unico di lotta nazionale che veda come programma le rivendicazioni generali può fermare l' attacco in corso da parte di Confindustria e governo. Un fronte unico in difesa delle fabbriche che il capitalismo italiano in crisi vorrebbe chiudere. Da Terni a Livorno ieri i lavoratori hanno dato questo forte segnale inascoltato dalle dirigenze sindacali.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sez. Livorno

venerdì 17 ottobre 2014

GOVERNO - CLASSE - PARTITO



Il governo Renzi è il governo più pericoloso degl'ultimi decenni, perché non si limita a bastonare gli operai e le loro condizioni di vita, grazie all'aumento della precarietà e della libertà di licenziamento, ma vuole addirittura il consenso di chi bastona, grazie alla "carota" truffaldina e populista degli 80 euro e della lotta contro la "casta" parassitaria dello stato e dei "poteri forti"

Di fronte a questo sfondamento della borghesia e del suo governo ci vuole la più ampia mobilitazione, operaia e giovanile, che assedi i palazzi del potere e che ponga le basi di un governo dei lavoratori per costruire la società su basi socialiste, ma per fare questo c'è necessità di un Partito Comunista dei Lavoratori !!!
PCL Milano

giovedì 16 ottobre 2014

LEGA LADRONA, LA CLASSE NON PERDONA!!!



LEGGI IL VOLANTINO

CONTRO LA MANIFESTAZIONE RAZZISTA DELLA LEGA NORD



La lega nord ha indetto per il prossimo 18 ottobre una manifestazione nazionale a Milano dal titolo «Stop all’invasione», con l’intento di mobilitare almeno «centomila persone» che dovrebbero sfilare da Porta Venezia fino a Piazza Duomo. Si tratterrà nei fatti di un corteo “contro gli immigrati”, come traspare in modo inequivocabile dagli slogan e dagli articoli che compaiono ogni giorno sulle pagine de La Padania.

Ciò che si sta prospettando è una manifestazione di camicie “verdi” e “nere”, le une accanto alle altre, contro la convivenza civile e l’integrazione.
Uno sfregio alla città di Milano, Medaglia d’Oro alla Resistenza, da sempre tollerante e cosmopolita, dove una parte significativa della popolazione è ormai costituita da persone immigrate.

Sabato, 18 Ottobre 2014 alle ore 15,00 - Largo Cairoli Milano
Manifestazione antifascista e antirazzista


Il Partito Comunista dei Lavoratori aderisce e partecipa alla manifestazione antifacista ed antirazzista contro il corteo nazionale della Lega Nord di sabato 18. L'appuntamento è per le ore 14,45 in largo Cairoli lato negozio Decathlon.
Contatti: pclmilano@gmail.com

domenica 12 ottobre 2014

GENOVA SOTT' ACQUA: UNA VITTIMA E MILIONI DI DANNI. L' ENNESIMA TRAGEDIA CAUSATA DAL CAPITALISMO



comunicato stampa del PCL - sez. Genova

11 Ottobre 2014

Una vittima e milioni di danni a negozi, edifici, strade ed autoveicoli: è il drammatico bilancio dell' alluvione dei giorni scorsi, che ha colpito la città di Genova e alcune zone della provincia (Montoggio e zona del Tigullio). Dopo le devastanti alluvioni del 1970, che provocò 25 morti, di quelle degli anni ‘ 93 -’98 e 2000 che provocarono ingenti danni in varie zone della città. E dopo quella del 2010 che devastò Sestri Ponente, fino a quella del 4 Novembre 2011, che provocò 6 morti e milioni di danni. Quella dei giorni scorsi rappresenta l' ennesima tragedia per la città, e l' ennesimo crimine del Capitalismo.

Sono tutte catastrofi causate dalla legge imperante del profitto: che ha tagliato le risorse per la ripulitura dei fiumi e per lo scollamento del Bisagno, ha autorizzato costruzioni edilizie a pochi metri dai corsi fluviali e massicce cementificazioni nelle zone costiere. E’ un fatto indiscutibile, per es., che da diversi anni, in questa città e in buona parte della Regione, le Amministrazioni locali applicano tagli continui nel settore delle manutenzioni ambientali e della pulizia di strade e tombini.

Governi nazionali, di centrosinistra e centrodestra, impegnati a pagare ogni anno più di 50 miliardi di interessi alle banche strozzine o a finanziare mega speculazioni come il Terzo Valico, la Gronda e la TAV,hanno “risparmiato” sulla protezione della natura e della vita .

Per questo sono i responsabili politici e morali di quanto è avvenuto. Assieme ai sindaci e ai governatori regionali che li hanno coperti e assecondati: sono tutti tenuti a dimettersi...!

Solo un governo dei lavoratori, rompendo con la legge del profitto, può investire uomini e risorse nel riassetto idrogeologico del territorio evitando, per sempre, il ripetersi di simili tragedie.

PCL - GENOVA

giovedì 9 ottobre 2014

OPERAZIONE TFR: NUOVA TRUFFA PER ALLOCCHI



Siamo alla riedizione dell'operazione truffa 80 euro.
Renzi cerca di ripetere in forme nuove una operazione populista. Contro le ragioni del lavoro.
“ Il TFR è salario dei lavoratori. 
Perchè non dar loro la possibilità di usarlo come credono? 
Lo Stato non può fare la mamma. I lavoratori sono responsabili”. Così recita la vulgata renziana. Sembrerebbe un argomento forte. Invece è un boccone avvelenato. Tralasciamo alcune incongruenze interne alla logica della propaganda : il fatto che l'operazione escluda 3 milioni di dipendenti pubblici significa che sono “responsabili” solo i lavoratori del settore privato?. Andiamo invece alla sostanza. Il lavoratore che acceda a parte del suo TFR ottiene un vantaggio?. No. Una penalizzazione. Anche nel caso di aliquota invariata di tassazione, aumenterebbe il suo reddito Isee. Che è il riferimento di calcolo per le detrazioni fiscali su casa, rette degli asili, spese universitarie. Le perdite sarebbero ben superiori ai “vantaggi”, come persino il giornale filo renziano Repubblica è costretto obtorto collo a documentare ( 7 Ottobre). Otterrebbe invece un duplice vantaggio lo Stato: sia perchè tasserebbe subito una quota di salario, altrimenti differita. Sia perchè indirettamente aumenterebbe, via Isee, la spremitura fiscale del lavoratore. Si parla di 5/6 miliardi di incasso aggiuntivo. Non è poco. La destinazione del gruzzolo è già pronta, come confessa il sottosegretario Morando: ridurre ancora l'IRAP a vantaggio dei capitalisti. Già peraltro rassicurati sul fatto che l'operazione TFR non procurerà loro alcun danno: l'anticipo TFR verrà fatto da un fondo apposito cogestito con le banche. Lo Stato garantirà le banche, con una riserva di risorse pubbliche. Cioè a carico dei lavoratori. Non è tutto. L'operazione sta in un contesto che aggrava ( e spiega)il senso dell'operazione. Renzi liberalizza i licenziamenti ingiustificati, dentro un quadro di crisi sociale che già moltiplica licenziamenti di massa. La liquidazione è quella parte del salario cui il lavoratore può accedere in emergenza quando perde il lavoro. Indurlo ad amputare la propria liquidazione significa indurlo a privarsi del principale salvagente disponibile, nel momento in cui si liberalizzano i licenziamenti. “Ma è una libertà del lavoratore”! Si obietta. Sì, anche quella di suicidarsi. Non è un buon motivo per incentivarla. Non solo. Il governo sta procedendo alla demolizione conclusiva del diritto al contratto nazionale di lavoro. Il contratto aziendale, detassato, diventa alternativo al contratto nazionale. E viceversa. É la liberalizzazione delle soluzioni Marchionne. Cosa significherà tutto questo? Che milioni di lavoratori subiranno una riduzione non solo dei diritti ma del salario. La libertà di accedere al TFR diventa così una sorta di ammortizzatore individuale self service della cancellazione generale di salario e diritti. La libertà di aggrapparsi all'anticipo della liquidazione per fame o debiti viene presentata come prova della generosità del sovrano verso i sudditi. In realtà è l' inganno che serve a coprire un cappio al collo. Pare che Confindustria, fatti due calcoli ,si sia convertita alle virtù dell'operazione. I banchieri anche, perchè sono coperti dalla garanzia statale Le destre reazionarie “liberiste”, che già con Tremonti avevano progettato la “soluzione”, plaudono, come fa il giornalaccio Libero. 
Ma perchè... Maurizio Landini si aggiunge al coro della soluzione Renzi? 

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

martedì 7 ottobre 2014

CACCIAMO IL GOVERNO RENZI, CHE VUOLE PRIVATIZZARE E DISTRUGGERE DEFINITIVAMENTE LA SCUOLA!



Il governo Renzi in continuità coni precedenti governi Letta e Monti. avanza nella sua opera di tagli a ciò che rimane delle istituzioni di diritto pubblico e dei diritti dei lavoratori.
Il presidente del Consiglio ha, infatti, annunciato un programma di riforma della scuola a dir poco massacrante. 
Sotto la formula "la buona scuola" si celano nient’altro che fumosi progetti e il disegno reale di privatizzazione degli istituti superiori. L'idea del governo è quella di inserire gli imprenditori all'interno delle scuole pubbliche, trasformandole cosi in squadre di calcio in competizione fra loro, con tanto di "sponsor” finanziatori (imprenditori) che a detta di Renzi stimolerebbero gli investimenti. Ma le realtà è ben altra! Con l'inserimento dei privati nelle scuole questi potranno orientarne le scelte didattiche e la gestione. 
Ad esserne colpiti saranno sia il corpo docenti assieme al personale ATA, che il corpo studentesco. 
La figura del Preside sarà trasformata in quella del Manager. Il collegio docenti a sua volta passa alla stregua di consiglio dei" soci", prefigurando un'organizzazione della scuola sul modello aziendale. 
In questo modo aumenterà il clientelismo negli istituti e sarà favorito, sia nel lavoro che nello studio, chi ha più soldi e più potere politico a scapito di chi non ha santi in paradiso. 
E i criteri in base ai quali verranno gestiti i fondi, l'insegnamento, le funzioni dette scuole saranno legati a niente altro che il profitto di privati. I precari della scuola vengono silurati nel numero di 300 mila, ma per dividere i docenti il governo ne stabilizza 100 mila. O meglio, dichiara di volerne stabilizzare, perché non ha ancora reso nota la copertura di questa operazione (4,1miliardil). Tutto questo disegno serve ad assoggettare le scuole ,vere e proprie fabbriche di futuri lavoratori precari e sottopagali(se mai avranno un lavoro), alle logiche del mercato, non passando nemmeno per le funzioni un tempo esercitate dallo Stato (collocamento, ricerca del lavoro, ecc!). 
I padroni vogliono poter scegliere chi sfruttare direttamente a scuola. Vengono, infatti, introdotti per tutti gli istituti, gli stage, forma dl schiavitù legalizzata, perché ovviamente non retribuiti, coi quali gli studenti andranno subito ad essere sfruttati dai privati "sponsor” del territorio. 
Insomma: il modello Marchionne, che tanto piace a Renzi, applicato alla scuola pubblica. 
Questo piano reazionario di scuola non deve passare! 
E’ necessaria una grande mobilitazione nazionale di tutte le scuole italiane, che fermi questa ulteriore demolizione dell'istruzione pubblica. 
Studenti. professori e personale ATA devono unirsi nella lotta per la difesa della scuola pubblica.
Organizziamo per ogni scuola assemblee per opporsi agli scellerati piani del governo! Accendiamo la mobilitazione autunnale unificando la lotta della scuola con quelle del mondo del lavoro! Prepariamoci a scendere di nuovo in piazza! 

LA SCUOLA NON E' UN'AZIENDA! I DOCENTI NON SONO SOCI! GLI STUDENTI NON SONO CLIENTI!

 COLLETTIVO STUDENTESCO RIVOLUZIONARIO

venerdì 3 ottobre 2014




E' uscito il numero 6 de "IL GIORNALE COMUNISTA DEI LAVORATORI".








Editoriale "No alle riforme dei padroni". -Michele Terra- 
"La crisi di Sel e i dolari dell'altra Europa"
"Renzi e Mogherini una politica estera con poche idee e molti affari per la testa"- Sergio Leone-
"L'Italia nelle mani di un bullo antioperaio"
"Castiglion Fiorentino un successo del Pcl" -Giuseppe Mazzoli-
"Vietnam: una grande rivoluzione tradita". -Franco Grisolia-
"Roghi e discariche, così i padroni risparmiano sullo smaltimento dei rifiuti" -Delia Carloni-
"Il ricordo di Berlinguer tra nostalgia e rimozione" -Piero Nobili-
"Imperialismo e sinistre pacifiste di fronte allo stato islamico" -Marco Ferrando-
"L'arte e la rivoluzione.: due idee così esigenti" - di Annamaria Albanese-

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

giovedì 2 ottobre 2014

11 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NO EXPO A MILANO



Expo fa male a Milano


ll 1 maggio del 2015 Expo aprirà le porte. Non sappiamo quale sarà la partecipazione di visitatori a questo “evento” o quanto e come il sito espositivo e le infrastrutture connesse saranno pronte e funzionali. Sappiamo invece quanto ad oggi questa avventura è costata e quali ricadute ha determinato sul territorio:

Il costo dell’opera, tra area del sito ed opere connesse, supera i 10 miliardi di euro, pagati per il 90% da fondi pubblici (Comune di Milano, Regione Lombardia e Ministero delle finanze).

Sono stati cementificati 1500 ettari di terreni agricoli, in una delle regioni più urbanizzate d’Europa; il sito stesso sorge in un’area tra le più congestionate, a due passi dalla Fiera e dal nuovo Polo ospedaliero Città della Salute, stretto tra ferrovie e snodi autostradali, con un sottosuolo gravemente inquinato dalle preesistenti attività industriali e mai bonificato

Dei 200.000 posti di lavoro promessi ad oggi se ne attendono 5000, fra contratti precari e stage. E’ previsto un massiccio utilizzo di volontari non retribuiti per far funzionare l’area espositiva ed i vari punti informativi in città, impedendo così la possibile assunzione di lavoratori precari del Comune. L’intera area di lavori del sito vive in un limbo privo di regole, norme e controlli.

La presenza della malavita all’interno dei cantieri Expo è oggi un fatto certo: 40 aziende sono state allontanate dai cantieri per mafia. Le aziende che si sono aggiudicate i principali lavori nell’area (col sistema del massimo ribasso) e che hanno lavorato alla costruzione di altre “grandi opere” (Tav, Dal Molin, Mose…) sono oggi indagate.

Questi sono fatti. Milano non ha bisogno di Expo e nuove edificazioni, ma di tutto ciò che serve a colmare le proprie carenze strutturali. Va affrontata la cronica mancanza di servizi sociali, la realizzazione di infrastrutture che risolvano il problema della viabilità, del traffico di merci e persone, dell’inquinamento. Gli enormi investimenti destinati all’Expo potrebbero risolvere molti dei problemi della nostra città, se solo vi fosse la volontà politica di procedere su questa strada. Ma le scelte di oggi vanno in tutt’altra direzione.

PARTECIPIAMO ALLA MANIFESTAZIONE
SABATO 11 OTTOBRE ORE 15,00
PIAZZA DUCA D’AOSTA (Staz. Centrale)

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Milano

pclmilano@gmail.com www.pclavoratori.it