ll 1 maggio del 2015 Expo aprirà le porte. Non sappiamo quale sarà la partecipazione di visitatori a questo “evento” o quanto e come il sito espositivo e le infrastrutture connesse saranno pronte e funzionali. Sappiamo invece quanto ad oggi questa avventura è costata e quali ricadute ha determinato sul territorio:
Il costo dell’opera, tra area del sito ed opere connesse, supera i 10 miliardi di euro, pagati per il 90% da fondi pubblici (Comune di Milano, Regione Lombardia e Ministero delle finanze).
Sono stati cementificati 1500 ettari di terreni agricoli, in una delle regioni più urbanizzate d’Europa; il sito stesso sorge in un’area tra le più congestionate, a due passi dalla Fiera e dal nuovo Polo ospedaliero Città della Salute, stretto tra ferrovie e snodi autostradali, con un sottosuolo gravemente inquinato dalle preesistenti attività industriali e mai bonificato
Dei 200.000 posti di lavoro promessi ad oggi se ne attendono 5000, fra contratti precari e stage. E’ previsto un massiccio utilizzo di volontari non retribuiti per far funzionare l’area espositiva ed i vari punti informativi in città, impedendo così la possibile assunzione di lavoratori precari del Comune. L’intera area di lavori del sito vive in un limbo privo di regole, norme e controlli.
La presenza della malavita all’interno dei cantieri Expo è oggi un fatto certo: 40 aziende sono state allontanate dai cantieri per mafia. Le aziende che si sono aggiudicate i principali lavori nell’area (col sistema del massimo ribasso) e che hanno lavorato alla costruzione di altre “grandi opere” (Tav, Dal Molin, Mose…) sono oggi indagate.
Questi sono fatti. Milano non ha bisogno di Expo e nuove edificazioni, ma di tutto ciò che serve a colmare le proprie carenze strutturali. Va affrontata la cronica mancanza di servizi sociali, la realizzazione di infrastrutture che risolvano il problema della viabilità, del traffico di merci e persone, dell’inquinamento. Gli enormi investimenti destinati all’Expo potrebbero risolvere molti dei problemi della nostra città, se solo vi fosse la volontà politica di procedere su questa strada. Ma le scelte di oggi vanno in tutt’altra direzione.
SABATO 11 OTTOBRE ORE 15,00
PIAZZA DUCA D’AOSTA (Staz. Centrale)
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Milano
pclmilano@gmail.com www.pclavoratori.it
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