Il caso
della Calabria
Tra i tanti
effetti prodotti dalla pandemia ci deve essere anche la schizofrenia.
Mentre da un
lato si continua ad invitare a restare a casa, dall’altro milioni di lavoratori
stanno per essere esposti al rischio del contagio dovuto a una riapertura
produttiva senza garanzie per la salute dettata solo dalle leggi del profitto.
Nel caos
prodotto dal sostanziale federalismo – non solo sanitario – che regna in
Italia, non poteva mancare la Calabria. Qui, mentre da un lato si evidenzia
giustamente la preoccupazione per una possibile e caotica ondata di rientri
dopo il 4 maggio e, sempre giustamente, si pensa a predisporre le dovute misure
di contenimento, dall’altro si dà il via libera all’attività di bar e
ristoranti.
È indubbia
la grande pressione che proviene da una marea di uomini e di donne costretti a
una sopravvivenza sempre più stentata. È indubbio che la mafia, non solo con
l’usura, possa essere ancor più il dominus della Calabria.
Ma appunto
per questo le risorse per fronteggiare una situazione che potrebbe essere ancor
più catastrofica con una malaugurata seconda ondata della pandemia devono
venire da chi ha grandissime ricchezze, cioè da banche e capitalisti.
Si annulli
il debito pubblico, non si spenda più in grandi opere inutili, similmente
avvenga per le spese militari, si vari una patrimoniale giusta e fortemente
progressiva, si pensi ad una radicale riforma del sistema fiscale e tributario.
Il PCL
ritiene che su questo terreno ci debba essere una mobilitazione in primo luogo
della sinistra di opposizione e del movimento sindacale. Se ciò non fosse, la
crisi della pandemia potrebbe avere sbocchi autoritari. Solo la ripresa
dell’iniziativa dei lavoratori può bloccare questi rischi; solo un governo dei
lavoratori stessi può ridare fiducia a enormi masse oggi disperate.
In una
prospettiva di autoritarismo strisciante e di imposizione di un vergognoso
bavaglio al diritto di espressione ricade anche la scelta di molti organi di
informazione di ignorare sistematicamente e deliberatamente le posizioni e le
proposte del PCL, come clamorosamente si è verificato con il silenzio
sull’iniziativa giudiziaria del suo portavoce nazionale, compagno Marco
Ferrando, in merito alla catastrofe sanitaria lombarda.
Il PCL
verificherà costantemente il persistere di questo atteggiamento discriminatorio
nella speranza che da oggi la sua voce sia messa in condizione di essere
sentita.
Partito
Comunista dei Lavoratori - coordinamento regionale della Calabria
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