Sintesi
dell'assemblea telematica di sabato 9 maggio
Pubblichiamo
il resoconto dell'assemblea nazionale del patto d’azione promosso in primo
luogo dal SI Cobas. Il PCL vi ha partecipato, condividendo la piattaforma
rivendicativa e portando il proprio contributo, in una logica non di autorecinzione
di questo importante spazio di avanguardia ma della massima estensione del
fronte unitario d’azione, del suo profilo classista, della sua proiezione di
massa. È la logica con cui interveniamo in ogni ambito dell’avanguardia,
coniugando unità e radicalità di proposta in funzione di una prospettiva
rivoluzionaria.
La terza
assemblea telematica ha visto una forte partecipazione ed un vivo dibattito: 5
ore di assemblea, oltre 200 partecipanti, 45 interventi, numerose
organizzazioni politiche e sindacali, delegati di base, singoli attivisti, reti
sociali.
È stata riconfermata
l'adesione alla piattaforma unitaria di rivendicazioni immediate e politiche
condivisa nella scorsa assemblea, così come rinnovato l'impegno e la volontà di
costruire nei fatti il patto di unità d'azione contro padronato e governo.
Le giornate
di lotta, sciopero e mobilitazione del 30 aprile e 1 maggio indette dal SI
Cobas e dall'ADL Cobas, la settimana di attivazione sociale indetta dalla rete
di realtà cittadine "Vogliamo Tutto" iniziata il 25 aprile,
l'adesione e l'attivazione di diversi organismi e compagni partecipanti al
Patto d'azione sono i primi risultati concreti e tangibili di questa proposta.
La famosa
fase 2 per noi è qualcosa di completamente diverso rispetto quella che sta
attuando il governo su pressione di Confindustria e padroni, ovvero riaprire
tutto indipendentemente dai rischi per la salute e la vita dei lavoratori al
fine di assecondare come prima e più di prima la pressione e le intimidazioni
dei padroni.
Per noi la
fase 2 significa anzitutto prendere atto della enorme profondità di questa
doppia crisi, sanitaria ed economica. Significa prendere atto che ai piani alti
della politica e dell'economia si sta progettando e organizzando un pesante
peggioramento, un vero e proprio salto in giù delle condizioni di vita e di lavoro
di tutti i comparti della classe lavoratrice (sui luoghi di lavoro, con la
crescita della disoccupazione, accollandoci un enorme aumento del debito di
stato, e restringendo di molto le libertà sindacali e politiche). Basti pensare
al vergognoso dibattito mediatico circa la "regolarizzazione" a tempo
dei lavoratori delle campagne oppure il silenzio assordante rispetto allo
sfruttamento triplo delle donne lavoratrici e disoccupate.
Abbiamo
davanti a noi non la prosecuzione, leggermente aggravata, dei processi degli
ultimi dieci anni, ma un'improvvisa e forte intensificazione delle
contraddizioni e dei contrasti di classe. Ci aspettano mesi e anni di duri
scontri di classe.
La vertenza
in TNT-Fedex, che in queste settimane ha visto la mobilitazione e lo sciopero
di migliaia di lavoratori in tutta la filiera e decine e decine di camionette
sgomberare i presidi operai, è un segno chiaro di come i padroni (e i sindacati
sempre più subordinati agli interessi del profitto e integrati allo stato)
intendano affrontare questa fase 2.
Dobbiamo
fare il possibile per non farci trovare impreparati, per serrare le nostre
file, mettendo in primo piano ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide:
non un astratta “unità per l'unità”, bensì un programma di lotta unificante,
composto da parole d'ordine e rivendicazioni semplici e chiare (riassumibili
nella mozione finale dell'assemblea del 14 aprile) che è a disposizione di
tutti coloro che ne condividono lo spirito, i contenuti e gli obbiettivi.
Nelle
assemblee precedenti abbiamo tracciato una doppia linea di demarcazione: no a
qualsiasi forma di “patto sociale” con la classe sfruttatrice in nome degli
interessi della nazione, cioè del capitalismo nazionale, quale invece è
proposto da CGIL-CISL-UIL e da tutte le forse dell'arco costituzionale; no a
qualsiasi forma di “sovranismo” e di avvelenamento nazionalistico dei
lavoratori, per l'affermazione di una prospettiva di unità internazionalista
tra i lavoratori per fronteggiare l'internazionale del capitale.
L'assemblea
ha ribadito chiaramente che oggi non dobbiamo "evocare l'unità" ma
delimitare un campo che ci consenta di iniziare a costruire un'azione comune su
fondamenta solide. L'assemblea ha confermato la necessità di compiere un passo
in avanti:
1) Il
sostegno pieno e l'impegno di tutti gli aderenti al Patto d'azione per la
costruzione di un Assemblea Nazionale dei delegati e delle delegate aperto a
tutti i lavoratori e le lavoratrici combattive, di tutti i settori ed
indipendentemente dall'appartenenza di sigla, con l'obiettivo di affrontare e
rispondere unitariamente alle necessità comuni di resistenza e di lotta che
accomunano oggi i lavoratori della logistica, del settore metalmeccanico, della
sanità, dell'alimentare, i proletari disoccupati, al di là di ogni particolarismo
settoriale, territoriale o di categoria.
Quest'iniziativa
procede in parallelo rispetto al Patto d'azione e di fronte unico
anticapitalista, ma è essenziale per dare forza e significato al nostro
percorso.
2)
Rilanciare la mobilitazione operaia e sociale e dare vita nelle prossime
settimane ad una giornata di lotta in piazza (con tutte le accortezze del caso)
nella quale portare contemporaneamente nei territori, nelle città, nei paesi,
nei quartieri i contenuti della nostra piattaforma, facendo il massimo sforzo
per rivolgerci a quel vasto numero di lavoratori e lavoratrici, giovani precari
e disoccupati, che stanno già pagando un prezzo pesantissimo per la crisi.
In queste
settimane la crisi capitalistica, esplosa con la pandemia ma le cui radici sono
ben più profonde e antecedenti al CoViD-19, si sta già manifestando in maniera
drammatica: il ritardo nell'erogazione degli ammortizzatori sociali, le
avvisaglie di ristrutturazioni e licenziamenti su larga scala, l'insufficienza
e la parzialità delle misure a sostegno di disoccupati e dei precari
rappresentano dei chiari segnali di una possibile ed imminente precipitazione
delle tensioni sociali, di fronte alle quali si pone l'urgenza di una risposta
decisa e immediata da parte del movimento di classe in risposta ai tentativi
della destre sovraniste di cavalcare la crisi in chiave reazionaria e xenofoba.
3)
Coordinarsi a livello nazionale per rispondere unitariamente a tutte le multe,
denunce e forme di repressione che si stanno scagliando contro le reti sociali,
i disoccupati e i lavoratori che hanno deciso di essere responsabili verso la
propria salute ma non obbedienti verso l'utilizzo politico e repressivo dello stato
di emergenza, riappropriandosi dell'agibilità sindacale, sociale e politica
nelle piazze.
4) Sostenere
un processo di convergenza e salto di qualità delle esperienze di mutualismo e
solidarietà proletaria che si sono sviluppate su tutti i territori, città,
quartieri e luoghi di lavoro.
Infine
l'assemblea ha chiarito che bisogna allargare il più possibile il nostro raggio
di azione, aspirare ad una dimensione di massa.
Per tale
motivo verranno individuate forme organizzative e strumenti di comunicazione
finalizzati a questo obiettivo politico.
La
convergenza verso un patto d'azione ed un programma comune è un esigenza
storica.
Rendiamola
un orizzonte possibile!
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