Nella
giornata di sabato , alla Camera dei Deputati, si è discusso e votato il
Decreto Scuola 22/2020 nonostante le polemiche e l'indignazione di decine di
migliaia di insegnanti precari contro l'ostinazione della Ministra Azzolina e
del Presidente Conte di continuare sulla strada di un concorso iniquo, parziale
e divisivo.
BRICIOLE E
FUMO NEGLI OCCHI
Il Decreto
Rilancio, che ha riservato alla scuola la misera cifra di 1,5 miliardi di euro,
cifra ridicola rispetto alle decine di miliardi di euro tagliati negli ultimi
anni, ha aggiunto al concorso straordinario altri 8000 posti. La matematica non
è un'opinione. Pur portando il concorso a 32000 cattedre, non garantirebbe
l'assunzione nemmeno alla metà degli insegnanti che da anni coprono una
cospicua parte delle migliaia di cattedre vuote. Queste ultime a settembre
saranno oltre 200000. L'ostinazione dei governi che si sono sinora succeduti a
non voler risolvere la problematica del precariato scolastico ci conferma che
questo sia tenuto ad arte come un vero esercito di riserva per dividere i
lavoratori della scuola dinnanzi ai costanti attacchi e tagli dei governi.
UNO SCIOPERO
IN RITARDO
Il Partito
Comunista dei Lavoratori anche in questa occasione è al fianco dei lavoratori e
delle lavoratrici in lotta. Lo sciopero proclamato per la giornata di oggi, a
decreto approvato, si dimostra tardivo e subordinato ai giochi parlamentari e
senatoriali, soprattutto della maggioranza di governo. Un governo che, non
dimentichiamolo, ha goduto dell'appoggio e della copertura delle burocrazie
confederali sin dall'inizio anche per quanto riguarda la scuola. Non possiamo
dimenticare che fino a poche settimane fa le dirigenze dei principali sindacati
sono state le principali fautrici del concorso "straordinario". Sin
dagli ultimi giorni di dicembre hanno propagandato a tamburo battente corsi di
preparazione a questo concorso, rivendicando per bocca dei loro dirigenti la
necessità di una selezione all'ingresso nel mondo della scuola. Non sono stati
esenti da ciò gli apparati della FLC-CGIL, che nonostante la serrata
opposizione dell'area Riconquistiamo Tutto, hanno perorato fino a poche
settimane fa la causa del concorso, senza ascoltare il parere dei lavoratori e
delle RSU, e convocando il Forum dei lavoratori precari soltanto meno di due
settimane fa. Poi, d'un tratto, dichiarazioni contrarie al concorso e
favorevoli all'assunzione dei docenti precari con almeno 36 mesi di servizio
attraverso una graduatoria per titoli e servizi. La stessa proposta che ha
portato migliaia di lavoratori e lavoratrici precarie della scuola in piazza in
questi mesi attraverso mobilitazioni dal basso, non a caso boicottate e ignorate
dalle burocrazie confederali. I fatti però hanno la testa dura, e non possiamo
non pensare che questa "svolta", finora nell'ambito delle mere
dichiarazioni, sia dettata dalla progressiva perdita di potere contrattuale e
dalla paura di perdere quel briciolo di credibilità rimasta loro tra i precari
della scuola, già seriamente compromessa dai due stati di agitazione
proclamati, e interrotti da mere promesse e prese di tempo dei ministri
Bussetti e Fioramonti.
LE
RIVENDICAZIONI DEL PCL PER LA SCUOLA
Per
risolvere il problema del precariato e contrastare l'oramai palese progetto di
privatizzazione della scuola, portato avanti indistintamente dai governi di
centrodestra e centrosinistra a favore di multinazionali e Chiesa (in una
modalità estremamente simile a ciò che è stato fatto nel settore sanitario, con
le conseguenze che l'epidemia di Covid-19 ci sta mostrando in tutta la sua
drammaticità) e di attacco costante ai diritti delle sue lavoratrici e
lavoratori, il Partito Comunista dei Lavoratori è presente nelle lotte della
scuola con queste rivendicazioni:
- la
stabilizzazione di tutti gli insegnanti della scuola.
Siamo per un
piano di assunzioni che parta dalla trasformazione dell'organico di fatto in
organico di diritto, e l'ingresso di tutti gli insegnanti con tre anni di
servizio in un processo di formazione e stabilizzazione che non sia diviso, a
differenza di come hanno sinora fatto i governi, con il risultato che migliaia
di insegnanti abilitati sono ancora senza ruolo (basti pensare ai 2000 vincitori
del concorso 2016 ed ai 5000 vincitori del concorso 2018, abilitati con le SSIS
ed i PAS).
- un grande
piano di lavori pubblici per la scuola.
È urgente
provvedere al risanamento degli oltre 2400 siti scolastici nei quali è stata
accertata la presenza di amianto, e alla messa in sicurezza di tutte le scuole
i cui plessi non sono a norma di criteri antisismici. Si trovano in questa
condizione ben 44.486 scuole pubbliche, su un totale di 50.804 censite.
- no al
blocco per i neoassunti, sia esso quinquennale che triennale.
Ogni
lavoratore deve avere il diritto di poter lavorare vicino alla propria
famiglia. Con ciò condanniamo fermamente il progetto avanzato dal ministro
Azzolina di deportare letteralmente, in cambio del ruolo, migliaia di docenti
dalle regioni meridionali costringendoli per cinque anni a vivere in altre
regioni o province.
-
internalizzare tutti gli educatori.
Il settore
delle cooperative sociali è una vera giungla dove migliaia di educatori,
soprattutto giovani e donne, sono sfruttati con salari minimi. In queste
settimane moltissimi sono gli educatori che, non potendo lavorare essendo
chiuse le scuole ed i centri diurni, hanno assistito ad una forte riduzione del
salario. Chiediamo l'assunzione di tutti gli educatori con lo stesso profilo
negli enti locali.
- no ad ogni
proposta di autonomia differenziata.
L'esempio
dei docenti del Trentino-Alto Adige è a portata di mano. Alle 18 ore
settimanali si sono aggiunte due ore in più da prestare eventualmente per
supplenze. Inoltre, tutti i docenti altoatesini devono prestare ben 220 ore
annue come attività funzionali all'insegnamento, a differenza del resto del
paese, in cui si svolgono 40+40 ore. In queste 220 ore ricadono consigli di
classe, consigli di plesso, collegi docenti, programmazioni settimanali di
dipartimento, le ore annuali dei corsi di aggiornamento obbligatorie, le
udienze dei genitori. Il tutto in cambio di un aumento lordo di poche centinaia
di euro.
Con queste
rivendicazioni il Partito Comunista dei Lavoratori ha sostenuto lo sciopero dei
lavoratori e delle lavoratrici della scuola e del 14 febbraio, e resta a fianco
dei docenti e degli Ata precari per bloccare ogni scellerato progetto di
privatizzazione e divisione della scuola e degli insegnanti.
Mandiamo a casa
la ministra Azzolina, esponente di punta di un governo nemico dei lavoratori e
servo di Confindustria, come i casi di Alzano Lombardo e Nembro ci hanno
dimostrato, e che come PCL anche giudiziariamente abbiamo denunciato.
Solo con la
lotta questo governo nemico dei lavoratori e dei precari potrà essere cacciato,
contro ogni compromesso con i partiti nemici delle lavoratrici e dei
lavoratori, per la sconfitta delle burocrazie sindacali complici di governo e
padronato che, burocrazia CGIL e Landini in primis, hanno firmato protocolli su
protocolli bloccando sul nascere le decine di scioperi che ci sono stati in
queste settimane nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro. Ma anche e soprattutto
contro ogni logica corporativistica e di intermediazione politica tramite
parlamentari e senatori di maggioranza o di opposizione. Solo l'unità delle
lotte può realmente portare ad un governo dei lavoratori, l'unico che possa
realmente difendere gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, della
scuola e non solo.
Partito
Comunista dei Lavoratori
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