Torino,
Genova, Milano, Venezia-Mestre, Bologna, Firenze, Pisa, Piacenza, Roma, Napoli,
Palermo, Messina, Catania, Olbia. In queste piazze il “Patto d'azione per il
fronte unico anticapitalista” ha fatto il suo esordio, presentando la proposta
del fronte unico e la comune piattaforma. È stato un esordio positivo.
In
particolare a Roma, con una manifestazione combattiva di più di 300 giovani, di
cui larga parte i militanti del Fronte della Gioventù Comunista (un titolo
della Repubblica che presentava il sit-in come “il sit-in del PCL” era privo di
fondamento, e contraddiceva oltretutto il contenuto corretto dell'articolo
stesso). Il PCL è stato presente in forma organizzata in tutte le piazze (con
l'eccezione di Olbia e Piacenza), seconda organizzazione dopo il FGC su scala
generale, con un ruolo promotore in diverse situazioni come a Milano,
Venezia-Mestre, Genova, ma anche a Palermo dove si è costituita in questo mese
una nuova sezione del partito.
Naturalmente
abbiamo il senso delle proporzioni reali. La giornata nazionale del patto
d'azione ha coinvolto, com'era prevedibile, un bacino limitato di avanguardia.
È sempre bene avere la misura delle proprie forze reali, senza forzature
propagandistiche o sovrarappresentazioni. Tuttavia, si tratta di una presenza
preziosa per numerose ragioni. Come il coordinamento nazionale delle sinistre
di opposizione nato a dicembre, anche il patto d'azione si muove in
controtendenza rispetto alla dinamica di frammentazione e dispersione
dell'avanguardia di classe, che resta il tratto dominante di questa fase. Ha
messo insieme attorno ad una piattaforma comune soggetti di provenienza
diversa: il Fronte della Gioventù Comunista e il PCL sul piano politico, SI
Cobas, SLAI Cobas e altre soggettività minori sul piano sindacale. Ha prodotto
una piattaforma avanzata su un terreno apertamente classista e
internazionalista, in contrapposizione a ogni pulsione sovranista. Ha raccolto
forze giovani, arricchendosi in particolare dell'apporto importante del Fronte
della Gioventù Comunista, e della sua combattività, come ieri mostrava la
piazza di Roma.
Ora abbiamo
tutti la responsabilità di investire il nostro esordio nello sviluppo e
costruzione di una iniziativa più ampia, che abbia l'ambizione di allargare il
patto d'azione coinvolgendo ogni soggetto disponibile fuori da ogni logica
pregiudiziale, e che al tempo stesso lavori in una logica di massa attorno alla
proposta di un fronte unico di classe, che è altra cosa dal patto d'azione di
una piccola avanguardia.
In questo
senso attribuiamo molta importanza alla costruzione di un'assemblea nazionale
per delegati di tutto il sindacalismo di classe e combattivo, ovunque
collocato, fuori da ogni logica di preclusioni o veti incrociati, capace di far
emergere un punto di riferimento alternativo alla burocrazia sindacale nella
battaglia di autunno, quando la crisi sociale può precipitare e può diventare
decisivo per un'avanguardia sapersi assumere la responsabilità di direzione di
massa, in funzione dell'unificazione delle lotte e della qualificazione
classista delle loro rivendicazioni.
Il PCL è
presente in tutti i crocevia delle relazioni unitarie dell’avanguardia in
Italia e continuerà a lavorare in questa direzione del fronte unico di classe
in modo leale e determinato, come sempre.
Partito Comunista dei Lavoratori
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