Comunicato
della Commissione sindacale del PCL sulla nascita della nuova "area"
in CGIL, denominata "Le giornate di marzo"
L'uscita di
Sinistra Classe Rivoluzione (SCR) dall’area programmatica congressuale di
RiconquistiamoTutto! (RT!) è il punto conclusivo di una lunga deriva settaria
(nella CGIL come più in generale nella sua azione politica, nei movimenti e
nelle lotte). L'uscita infatti non è solo scorretta per i modi in cui si è
avverata, senza un solo avviso ai compagni e alle compagne con cui, bene o
male, da anni si lottava fianco a fianco (un colpo basso, in contrasto proprio
con quelle giornate di marzo che SCR ora vorrebbe rappresentare e che sono
quanto di più nobile espresso dalla classe lavoratrice quest'anno).
Per quanto
dolorosa, comunque, questa uscita non è improvvisa e inaspettata.
Come infatti
scrivevamo fin dalla risoluzione del Comitato Centrale del PCL del dicembre
scorso, SCR aveva avviato evidenti "dinamiche di sganciamento". Come
mai il gruppo dirigente di RT! non se ne è accorto?
Non crediamo
nemmeno che si possa incolpare, come viene fatto da una parte del gruppo
dirigente dell’area sindacale, l'ingerenza dei partiti al suo interno, dando
per scontato che i partiti siano un male. Per noi è il contrario. In primo
luogo, in generale, l’impegno politico dei militanti sindacali, e quindi anche
la loro partecipazione ad organizzazioni politiche, non può che sostenere quel
processo più ampio di sviluppo della coscienza di classe che è inevitabilmente
necessario per svilupparne la lotta. In secondo – ma non secondario – luogo, in
questi ultimi venti anni la sinistra sindacale della CGIL ha subito progressive
derive burocratiche, spesso isolando e disperdendo avanguardie radicate nelle
singole realtà di lavoro: è stata proprio una rete di militanti politici nella
CGIL che ha permesso, in alcuni passaggi fondamentali, di tenere dritta la
barra, e la spina dorsale, e di perseguire controcorrente un raggruppamento
conflittuale e classista, tessendo relazioni tra diversi settori sindacali e
politici, oltre che tra diverse avanguardie nei posti di lavoro, e impedendo
così di esser risucchiati nelle dinamiche burocratiche della CGIL (dalla stessa
fondazione della "Rete 28 aprile" nel 2004 alla rottura con "La
CGIL che vogliamo", permettendo quindi la costruzione di "Il
sindacato è un'altra cosa-Riconquistiamo Tutto"). Anche per questo, in
un’area plurale che raccoglie diverse pratiche sindacali e diverse sensibilità
politiche, abbiamo sempre ritenuto e continuiamo a pensare che il suo sviluppo
non passi per la negazione, l’isolamento e tanto meno l’estromissione delle
soggettività presenti, ma anzi per il libero sviluppo del confronto, della
discussione, dell’espressione dei diversi punti di vista e delle diverse
impostazioni.
La deriva
settaria e “politicista” di SCR si evidenzia nella scelta di costruire una
nuova "area" fatta a immagine e somiglianza della sua organizzazione
politica, semplice espressione e proiezione di sé stessa. Una scelta
sicuramente autoreferenziale, ma figlia anche della sua personale e legittima
visione della costruzione del conflitto, del sindacato e del partito di classe.
Una visione con cui, al pari di tutte le altre presenti, RT! dovrebbe imparare
a fare i conti.
SCR lamenta
l'assenza di RT! nelle giornate di marzo, dimenticando che a marzo SCR aveva
nell’area una significativa influenza, oltre che una presenza radicata, in
particolare in alcune fabbriche e aziende emiliane. In realtà RT! è stata
presente a marzo dove ha potuto e come ha potuto, in alcune situazioni con un
ruolo non secondario proprio nell’innesco di quell’ondata, portando a casa
anche alcuni risultati importanti. Certo, RT! non ha egemonizzato le giornate
di marzo, perché se lo avesse fatto avrebbe avuto un radicamento di massa, che
è precisamente il problema non solo di RT! ma di tutta l'estrema sinistra e del
sindacalismo di classe, SCR compresa.
La mitologia
di SCR sembra dire l'esatto opposto: l'area non ha fatto niente ma dove era
presente SCR la classe è avanzata come un rullo compressore. Se così fosse, non
si capirebbe come SCR non sia stata capace in questi anni di conquistare almeno
l'egemonia di RT!. Ammantare di mitologia la propria uscita impedisce di vedere
i reali problemi dell'area.
RT! è da
tempo in difficoltà e in una fase di ripiegamento. Estremamente limitata e
schiacciata dalla burocrazia CGIL, particolarmente dopo l’ultimo congresso, ha
faticato a sviluppare una propria linea generale alternativa (come aveva invece
impostato nei rinnovi contrattuali precedenti, entrando in sintonia e
relazionandosi con dinamiche di classe anche estese, come mostra l’ampio
dissenso di numerosi rinnovi). Una fatica determinata anche da arretratezze e
incapacità del suo gruppo dirigente, come evidenziato da alcune derive
verticistiche (vedi la penosa questione pisana). Una fatica evidenziatasi anche
nella stessa battaglia di marzo, rimanendo chiusa nella ridotta del conflitto
azienda per azienda e non ponendosi il problema della generalizzazione delle
lotte, oltre che focalizzandosi sulla lotta per la salute ("chiudiamo le
fabbriche"), senza generalizzare la lotta anche per il salario (la vera
sicurezza è stare a casa pagati, non chiudere semplicemente le fabbriche).
Un ritardo
segnato nei mesi scorsi dall’assenza di una piattaforma di lotta generale e
unificante di tutta la classe lavoratrice di fronte all’emergenza della crisi
sanitaria, economica e sociale, e dalla ritrosia nel partecipare organicamente
ai diversi percorsi di fronte unitario dell’avanguardia politica e sindacale di
classe.
Questi
problemi dell'area chiamano in causa in primis il gruppo dirigente. Noi, pur
segnalando tutti i problemi soggettivi interni all'area, non dimentichiamo però
che in ultima analisi dipendono dalla lotta che a marzo, nonostante la
generosità degli operai, ha evidenziato le divisioni tra le diverse realtà ed i
diversi settori di classe, e quindi segnato una nuova sconfitta per la classe
lavoratrice, grazie alla complicità di Landini e della CGIL col governo Conte.
Se così non fosse, i padroni non avrebbero insistito così spudoratamente su
tutte le loro pretese.
Il destino
dell’opposizione nella CGIL, dello sviluppo di un’area classista e
conflittuale, al netto dei problemi segnalati che vanno assolutamente rimossi,
dipende oggi soprattutto dalla riscossa dei lavoratori e delle lavoratrici il
prossimo autunno, con la precipitazione delle crisi e della conseguente
offensiva padronale. Ovviamente, non è scontata. A noi spetta il compito di
arare il terreno, lottando contro la burocrazia di maggioranza, e per una
democrazia cristallina in RT!.
In ogni
caso, quando il conflitto si riaccenderà, non rifiuteremo certo la
collaborazione di chi vorrà porsi su quel terreno di conflitto e di costruzione
di un’alternativa classista, nella CGIL e soprattutto nelle lotte di lavoratori
e lavoratrici. L’opposizione in CGIL continua infatti ad essere RT!. E il suo
primo compito, da qui in avanti, è rimarcarlo al meglio.
La battaglia
per la costruzione di una tendenza che sia classista, anticapitalista e
rivoluzionaria, per portare avanti l’obiettivo di conquistare alla prospettiva
della rivoluzione socialista la maggioranza della classe lavoratrice, è il
compito dei marxisti rivoluzionari. Il Partito Comunista dei Lavoratori si
muove con i suoi militanti e le sue militanti in questa direzione.
Partito
Comunista dei Lavoratori - Commissione sindacale
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