Il Partito Comunista dei Lavoratori fonda la propria azione politica sulla
base del marxismo rivoluzionario, storicamente abbandonato e tradito dalla socialdemocrazia
e dello stalinismo, a partire da quattro linee di indirizzo generale:
A) L’ OPPOSIZIONE ALLE CLASSI DOMINANTI E AI LORO GOVERNI
I marxisti rivoluzionari hanno sempre contrastato le politiche di
collaborazione con le classi dominanti collocandosi all’opposizione dei loro
governi. Questo principio di indipendenza della classe lavoratrice dalla
borghesia è, se possibile, ancor più attuale nell’odierna situazione storica.
La crisi del capitalismo e il crollo dell’URSS hanno chiuso lo spazio storico
del riformismo. Ogni coalizione di governo delle sinistre e dei “comunisti” con
le forze della borghesia significa la loro corresponsabilizzazione alle
politiche contro riformatrici della classe dominante. Tutta l’esperienza internazionale
degli ultimi anni lo riprova in forma
inequivocabile: i governi di centrosinistra hanno tutti amministrato e
amministrano , in forme diverse, gli interessi della borghesia contro gli
interessi dei lavoratori e delle grandi masse.
Intendiamo combattere questa politica nel nome di una linea alternativa.
Siamo certo favorevoli all’unità di classe dei lavoratori e dei movimenti di
lotta delle classi subalterne, ma per una loro piena autonomia dalle forze
avversarie e in funzione di un’alternativa vera. Solo l’opposizione ai governi
della borghesia può preparare le condizioni di una alternativa
anticapitalistica. Solo l’opposizione radicale ai governi della borghesia può
strappare risultati concreti.
Vogliamo dunque batterci per l’unità di lotta di tutte le espressioni del movimento
operaio e dei movimenti di massa attorno ad un autonomo polo di classe
anticapitalistico.
B) LA PROSPETTIVA DI UN GOVERNO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI
La prospettiva socialista è la ragione d’essere del comunismo. I comunisti si
battono contro un’organizzazione capitalistica della società che concentra
nelle mani di una piccola minoranza privilegiata tutte le leve decisive dell’economia
e il grosso della ricchezza sociale: un’organizzazione capitalistica che si
basa sullo sfruttamento del lavoro, sul saccheggio dell’ ambiente,
sull’oppressione dei popoli; e che oggi conosce il prepotente ritorno delle
politiche di potenza dell’ imperialismo e degli imperialismi per una nuova
spartizione delle zone di influenza, per la conquista dei mercati, delle
materie prime, della manodopera a basso costo. Solo il rovesciamento del
capitalismo e dell’imperialismo può liberare un futuro diverso per l’umanità.
Solo la proprietà sociale dei mezzi di produzione e delle leve della finanza
può consentire la riorganizzazione radicale della società umana attorno al
primato dei bisogni e delle esigenze collettive, e non del profitto di
pochi.
La conquista del potere politico da parte delle classi lavoratrici è un
passaggio decisivo di questa prospettiva di liberazione. Il potere dei
lavoratori e delle lavoratrici non ha niente a che vedere né con la cosiddetta
“democrazia partecipativa”, né con la dittatura burocratica di caste
privilegiate. Esso si basa ,come voleva Marx ,sull’ autorganizzazione
democratica dei lavoratori stessi, sulla revocabilità permanente degli eletti,
sull’ assenza di ogni privilegio sociale degli eletti rispetto ai loro elettori
come nei grandi esempi della Comune di Parigi e della rivoluzione russa delle
origini. Contro l’attuale dittatura degli industriali e dei banchieri ,che si
fa chiamare ”democrazia” , si tratta di lottare per la democrazia autentica: il
potere dei lavoratori e della maggioranza della società quale leva di
riorganizzazione della società stessa.
C) IL COLLEGAMENTO COSTANTE TRA GLI OBIETTIVI DI LOTTA IMMEDIATI E LA
PROSPETTIVA DI FONDO DELL’ALTERNATIVA ANTICAPITALISTICA.
Come scriveva Marx, i comunisti difendono nel presente il futuro del movimento
operaio e della prospettiva socialista.
La coesione coerente tra rivendicazioni immediate e conquista del potere
politico è un carattere decisivo della politica rivoluzionaria: contro ogni separazione
tra minimalismo dell’azione quotidiana e propaganda astratta del socialismo.
Questa connessione, che fu alla base dei partiti comunisti delle origini ,
è tanto più attuale nel contesto odierno della crisi del capitalismo e del
riformismo, laddove ogni seria lotta di massa per le esigenze immediate dei
lavoratori tende a cozzare con le compatibilità sempre più strette del regime
capitalistico, e viceversa ogni rinuncia alla prospettiva anticapitalista
conduce in un vicolo cieco le stesse lotte immediate.
La necessità di ricondurre gli obiettivi immediati ad una prospettiva
anticapitalista non riguarda solamente le rivendicazioni sociali della classe
lavoratrice ma tutte le domande di emancipazione e liberazione: le domande di
tutela della natura e dell’ ambiente, le rivendicazioni “pacifiste”, le domande
di liberazione della donna, le stesse rivendicazioni anticlericali e per i
diritti civili.
Ognuna di queste domande cozza, direttamente o indirettamente con
un’organizzazione capitalistica della società che fa del profitto l’unica sua
religione e che si basa sulla violenza quotidiana dell’oppressione, della
segregazione, dell’ ipocrisia, verso la maggioranza dell’ umanità.
Ognuna di queste domande esige una risposta anticapitalistica.
Per questo il Partito Comunista dei Lavoratori si impegna nella classe operaia
e in ogni movimento di lotta dei settori oppressi della società per sviluppare
la coscienza delle masse in senso anticapitalistico, per ricondurre ogni loro
obiettivo alla necessità di un’ alternativa di sistema.
D) LA PROSPETTIVA DI UN’ALTERNATIVA SOCIALISTA INTERNAZIONALE
Il movimento comunista nacque come movimento internazionale. Perché la
prospettiva socialista è realizzabile compiutamente solo su scala
internazionale, solo rovesciando la realtà internazionale del capitalismo e
dell’imperialismo.
Tanto più oggi il recupero di un’organizzazione rivoluzionaria dell’avanguardia
di classe internazionale è condizione indispensabile di un autentico rilancio
di una prospettiva comunista. Tanto più oggi dopo il crollo dell’URSS il quadro
capitalistico è profondamente integrato sul piano mondiale. La realtà della
cosiddetta “globalizzazione” capitalistica acuisce la concorrenza e le
divisioni nella classe lavoratrice internazionale, tra diversi paesi e
continenti. Ogni seria lotta di classe sul piano nazionale, persino al livello di
singole categorie o grandi aziende, pone l’esigenza di un raccordo
internazionale con i lavoratori e le lotte degli altri paesi. Così ogni
movimento di liberazione nazionale dei popoli oppressi contro l’imperialismo, a
partire dal popolo palestinese e dal popolo arabo in generale, indica l’
obiettiva necessità di una convergenza di lotta con la classe operaia dei paesi
imperialisti: così come quest’ultima può e deve porsi nel proprio stesso
interesse, l’ esigenza di un pieno e incondizionato sostegno ai movimenti di
liberazione dei popoli oppressi, al loro diritto di autodeterminazione, alla
loro azione di resistenza.
I comunisti, tanto più oggi, devono sviluppare in ogni lotta nazionale la
consapevolezza della necessità di una prospettiva internazionale di
liberazione. E al tempo stesso devono lavorare ad unire, su scala mondiale,
tutte le rivendicazioni e domande delle classi oppresse per ricondurle ad una
prospettiva socialista. Ciò implica il raggruppamento organizzato su scala
internazionale dei comunisti rivoluzionari e dei settori più avanzati dell’avanguardia
di classe, al di là delle diverse provenienze e collocazioni attuali, sulle
basi programmatiche e sui principi del marxismo.
Il Partito Comunista dei Lavoratori si impegna in questa direzione con tutte le
proprie forze.
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