Introdurre
cariche elettive e forme di potere dei lavoratori!
Una serie di
scandali ha coinvolto il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in questo ultimo
periodo. Questa volta le testate giornalistiche anziché parlare di “angeli del
soccorso” hanno raccontato di delinquenti. Si tratta di una brutta pagina per
il corpo più amato in Italia.
Il 12 giugno
scatta la fase finale della maxi attività investigativa, della Guardia di
Finanza, denominata “Par condicio”, durata per quasi due anni e partita da una
intercettazione telefonica relativa a un altro procedimento. Il vaso di Pandora
è aperto. 118 persone indagate, quasi tutti pubblici ufficiali tra i vari corpi
dello stato, per, al momento, 53 episodi contestati. L'affare è quello dei
concorsi pubblici, non solo per Vigili del Fuoco, ma anche per quelli per la
Polizia di Stato, per l'Arma dei Carabinieri e per la Guardia di Finanza. Gli
indagati fanno parte di un sistema-associazione che riusciva a garantire
l'assunzione a concorsisti che erano disposti a pagare ingenti somme. Si parla
di reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione
e rivelazione di segreti d’ufficio.
Dalla
procura della Repubblica di Benevento sono fatte scattare quindi otto misure
cautelari nei confronti di vari soggetti, tra i quali spicca Claudio Balletta,
Viceprefetto, dirigente del Ministero dell'Interno presso il Dipartimento dei
Vigili del Fuoco, finito in carcere assieme a due funzionari VVF di Benevento:
Giuseppe Sparaneo e Antonio De Matteo (quest'ultimo già in pensione). Agli
arresti domiciliari invece il maresciallo della Finanza Antonio Laverde ed il
Carabiniere Vito Russo, entrambi di Benevento. Obbligo di dimora per Eduardo
Zolli. Sospensione per 12 mesi dalle proprie funzioni per l'agente della PS
Gianluca Galliano e per il caporeparto VF Alessandro Lupo, nonché segretario
generale UIL-PA VVF.
A seguito di
di oltre 50 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, per rintracciare
materiale utile alle indagini, sono stati sequestrati complessivamente 370.000
euro: 156.000 euro sono stati trovati all'interno di un borsone in un
armadietto presso il comando VF di Benevento, invece nell'abitazione del
Viceprefetto sono stati trovati 45.000 euro dentro un battiscopa. Ma si stima
che il volume d'affari delle otto persone raggiunte dalle misure cautelari,
nell'ultima fase, sia approssimativamente di circa un milione di euro.
Si scopre
infatti che l'attività criminosa, piuttosto ramificata sul territorio
nazionale, veniva svolta quotidianamente ed incessantemente, anche durante il
periodo del lockdown.
I candidati
dei vari concorsi, reclutati anche direttamente della “banda”, arrivavano a
pagare fino a 20.000 euro per ottenere una pen drive contenente le domande per
superare la prima fase dei concorsi. Si parla dei concorsi VF 250 del 2016 e
quello per la Polizia di Stato 1.815 del 2019, o perfino altri che addirittura
ancora dovevano essere banditi (quello per Ispettori Logistico-gestionali VF).
In alcuni casi, per la consegna del materiale, è stato addirittura usata l'auto
di servizio VF per superare i controlli delle forze dell'ordine negli
spostamenti.
Ma non ci si
ferma alla pen drive. Gli stessi concorsi venivano eventualmente “aggiustati”
per permettere al candidato pagante di arrivare senza intoppi, attraversando le
varie fasi, alla meta finale: l'assunzione. Questo avveniva mediante altri
attori, gli altri 110 indagati, che a vario titolo, dai dottori fino agli
psicologi, facevano parte del sistema. Ad ognuno spettava una parte della
mazzetta. È successo così che sono entrati in graduatoria e poi assunti ragazzi
e ragazze addirittura con problemi seri di salute.
Da una
intercettazione si è compreso che il sistema andava avanti da molti anni.
Infatti il Procuratore di Benevento ha affermato che “alcuni dei componenti di
questo gruppo finiti al centro delle indagini, nel passato avevano un'analoga
struttura, poi andata in crisi per contrasti interni. Un modus andato avanti
per una decina di anni”.
Impattante
la compromissione, in questa banda di affaristi e delinquenti, del sindacalista
rappresentante nazionale UIL dei vigili del fuoco. Riguardo Alessandro Lupo, il
giudice delle indagini preliminari dichiara che viene “dimostrato, da un lato,
disponibilità ad accettare danaro per intercedere in favore dei candidati
segnalati da De Matteo [uno degli arrestati] presso le commissioni di concorsi
nelle forze dell'ordine e, dall'altro, un'effettiva e concreta capacità di
incidere sulle decisioni dei commissari”.
Approfittando
delle trasferte sindacali a Roma viene accertato che, almeno per due episodi
precisi (due i capi d'imputazione contestati, tra maggio e novembre 2019), Lupo
riesce ad intascare 22.000 euro di mazzette per il suo ruolo di corriere tra
chi raccomandava le candidature (il funzionario VF De Matteo) e chi faceva
funzionare l'intera macchina (il Viceprefetto Balletta). La sua figura era
molto influente, non solo nel circuito nazionale, ma anche dentro il Comando di
Venezia (dove prestava servizio per pochi turni l'anno) nei rapporti con la
dirigenza.
Il 27 giugno
viene aperto uno squarcio su un'altra inchiesta, quella condotta dai pm di
Trapani, scaturita da altre indagini e tuttora top secret, riguardante il
concorso per 250 posti VF del 2016. Anche questa volta, dietro compenso, dai
500 ai 3000 euro, veniva garantito ai concorsisti di entrare in graduatoria e
successivamente essere assunti. Il tutto con la “copertura” di una scuola dove
venivano impartiti dei corsi di formazione “che costituivano un vero e proprio
sistema per il procacciamento di potenziali candidati ai quali proporre i
pagamenti per il positivo superamento delle prove concorsuali”. Proprio in quei
corsi venivano “illustrate le modalità della condotta illecita allestita”. Chi
sceglieva di non pagare e far parte di questo sistema rischiava di veniva
punito, o addirittura escluso dal concorso, ed è proprio grazie al ricorso di
due aspiranti vigili del fuoco, a cui non era stato riconosciuto il titolo di
studio, un modo cioè per fargliela pagare e dare una lezione a quelli che non
volevano adeguarsi, che è partita l'inchiesta.
Le operazioni
illecite avevano base ad Alcamo, città trapanese conosciuta da tutti i pompieri
d'Italia proprio per l'alto tasso di alcamesi nel Corpo, e vedeva tra i suoi
principali artefici il Direttivo Vicedirigente ginnico VF Giuseppe Pipitone,
alcamese, membro della commissione del concorso 250 del 2016, e procacciatore
di tangenti attraverso i “corsi” che personalmente teneva. A casa di Pipitone,
oltre all’elenco di chi aveva pagato, furono sequestrati (già in passato) 7.243
euro in banconote da piccolo taglio, contenute in buste distinte. Gli
investigatori hanno accertato la presenza nella graduatoria finale di tutti i
nominativi riportati nell’elenco sequestrato a casa di Pipitone. Ma Pipitone
non faceva tutto da solo, a fianco a lui infatti c'è un altro “protagonista”:
ancora una volta il sindacalista UIL Alessandro Lupo, che faceva funzionare
questo sistema illecito grazie anche ai suoi contatti al Ministero
dell'Interno. Entrambi sono indagati per corruzione. Lupo si ritrova indagato
così sia a Benevento che a Trapani. Le indagini della magistratura campana si
intrecciano così ora con quelle dei colleghi siciliani.
Ma gli
scandali che coinvolgono il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non finiscono
qui. Il 23 giugno, infatti, viene arrestato il Comandante VF di Cosenza Massimo
Cundari per i reati di concussione e falso in atto pubblico. Il quadro
indiziario risulta molto solido, grazie alle intercettazioni ambientali
acquisite durante la consegna del denaro.
Questa volta
i concorsi pubblici non centrano, bensì siamo nel campo della prevenzione
incendi e le pratiche annesse, nello scambio di favori a scapito della
sicurezza pubblica. Il tutto è partito da una segnalazione di un imprenditore
del settore di prodotti petroliferi, costretto a pagare una mazzetta al
Comandante per favorire il rilascio delle autorizzazioni amministrative per
realizzare un impianto GPL. Pare che a Cosenza era ormai di dominio pubblico il
fatto che il sistema della prevenzione incendi si muovesse in maniera
clientelare, e che il Comandante prendesse le bustarelle. C'erano anche
connivenza e scambio di interessi con l'amministrazione locale. Con questi
metodi illeciti, per esempio, la pratica antincendio di un parcheggio
sotterraneo, tanto chiacchierato in città, pare abbia avuto una corsia
preferenziale ed il nulla osta da parte del Comando VF di Cosenza (con a capo
Cundari). Si tratta di un area aperta al pubblico senza il collaudo dell’opera,
e per questo tuttora sotto sequestro, ma soprattutto con vie di fuga e scale di
emergenza che sono attualmente alla valutazione degli inquirenti. L'attività
investigativa è ancora in corso per altre pratiche, perché dalle indagini sono
emersi ulteriori "gravi fatti, penalmente rilevanti".
Noi
lavoratori onesti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dobbiamo prendere
posizione davanti a questo malaffare. Il marcio, una volta appurato, va gettato
nella pattumiera. Nessun perdono per chi si arricchisce illecitamente a scapito
della sicurezza dei cittadini, per chi fa i soldi sulle disgrazie della gente,
per chi inganna o addirittura minaccia gli onesti proletari, per chi si
arricchisce personalmente e svende i lavoratori con la propria azione sindacale
(come si può pensare che un sindacalista che riceve decine di migliaia di euro
di mazzette abbia avuto a cuore gli interessi dei lavoratori e abbia potuto
portare avanti una linea sindacale all'altezza?).
Fuori dal
Corpo ogni connivenza con il mondo imprenditoriale, con ogni interesse
economico del profitto!
Rompere con
i sindacati dei padroni, a partire da UIL, CISL e CONAPO!
Non ci si
può certo aspettare che sia attraverso la “regolamentazione” di questa società
di classe basata proprio sul profitto, dove non esiste e non potrà esistere
vera meritocrazia, che si potrà eliminare il malaffare e l'ingiustizia. Al
contempo bisogna rivendicare misure democratiche di classe.
-
Reintrodurre le RSU, localmente e nazionalmente, per avere un rapporto più
diretto tra sindacato e lavoratori, rivendicando la loro eleggibilità in
maniera democratica e puramente proporzionale, e la loro revocabilità in
qualsiasi momento;
- Introdurre
cariche elettive, eleggibili dalla base e revocabili in qualsiasi momento, per
le figure dei capi turno, dei capi turno provinciali, capi distaccamento,
responsabili dei servizi (autorimessa, laboratori, officina, magazzini...);
- Dividere
le carriere dei funzionari tra chi si occupa prettamente di questioni operative
(come pos, interventi, soccorso, addestramento, mantenimento, formazione
interna, esercitazioni, ecc.) e chi si occupa di prevenzione incendi,
formazione esterna, collaudi, acquisti, 81/08, ecc.. (il tutto
contrattualizzato): ruoli distinti in modo da evitare conflitti di interessi ed
evitare che i vari funzionari, presi da carrierismo e indennità accessorie, si
dimentichino di curare l'aspetto operativo, come spesso accade;
- Introdurre
la valutazione, vincolante per la progressione di carriera, dei funzionari
(direttivi e dirigenti) da parte della base (operativi e amministrativi);
- Eliminare
la burocrazia, a partire dall'eliminazione delle figure prefettizie ai vertici
del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, in modo da abolire la dualità al vertice
del Corpo;
- Elezione
del Capo del Corpo da parte di tutti i lavoratori del Corpo.
Elder
Rambaldi
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