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giovedì 10 gennaio 2019

“L'ELEMENTO POPOLARE SENTE MA NON COMPRENDE”



Lo scenario di crisi che il nostro paese sta attraversando è quello di una vera e propria crisi organica del sistema economico-politico. Una crisi che affonda le sue radici nella situazione economica: la distruzione di forze produttive e posti di lavoro, l'aumento della disoccupazione, l'impoverimento generale delle masse popolari e degli strati della piccola borghesia. A questo si aggiunge una sempre maggiore sfiducia generale nella politica e nei partiti che hanno rappresentato in questi anni il sistema di potere politico nel nostro paese.
Le classi dominanti non riescono ad esercitare più con la stesa forza e la stessa autorevolezza la loro capacità di direzione e i loro partiti di riferimento producono variazioni di consenso ed appoggio repentino; quegli stessi partiti, fino ad oggi cinghia di trasmissione degli interessi del grande capitale nel sistema politico, perdono terreno e consenso di fronte alle masse.
L'aumento dell'astensionismo in questi anni è un chiaro segnale di questa tendenza.
La mancanza di un Partito Comunista in grado di assumere compiutamente su di sé la prospettiva dell'alternativa a questo modello di sistema, di porre in essere un serio lavoro a livello di massa pone una serie di problemi ulteriori. Viene di fatto a mancare quell'elemento necessario affinché indichi con precisione i colpevoli dell'attuale condizione e gli obiettivi di cambiamento, la direzione corretta: quella della trasformazione in senso socialista della società. 
L'elemento popolare sente ma non comprende, avrebbe detto Gramsci. Il Partito Comunista è lo strumento che consentirebbe il passaggio dal sapere al comprendere al sentire e viceversa dal sentire al comprendere al sapere, ossia quello scambio reciproco di conoscenze e sentimento immediato che consente un'aderenza alla situazione reale e allo stesso tempo propone lo strumento per il suo superamento.

In mancanza di questo rapporto organico oggi le masse sono lasciate sole a sé stesse e alla mercé di gruppi di carattere reazionario che stanno tornando in modo preponderante sul continente europeo.
In Italia il sistema di potere ha sempre realizzato un blocco unitario della grande borghesia monopolistica, di matrice europeista, nella comunanza di rivendicazioni politiche. La “sinistra parlamentare” non ha credibilità nel paese tale da poter assumere a forza politica rilevante, pagando le proprie contraddizioni e i propri limiti. L'alternativa che si è espressa nelle forme dell'antipolitica ha visto una formazione dal carattere eterogeneo, come il Movimento Cinque Stelle, conquistare un numero molto elevato di consenso dal carattere di classe trasversalmente distribuito tra piccola e media borghesia, proletariato e masse popolari.
L'inconsistenza politica del progetto alla base del movimento cinque stelle, sta compromettendo il suo consenso, come largamente preventivato.

La Lega Nord ha completato la sua trasformazione iniziata nei primi anni del secolo. Da partito della secessione, a partito del federalismo, a partito della nazione. Oggi la Lega si mette alla testa del sentimento antieuropeista e nazionalista nel paese, ergendosi a collante di una serie di altri gruppi dal carattere eterogeneo e di matrice nazionalista, tra i quali anche organizzazioni neofasciste. 

E' in questo contesto che vanno letti alcuni dei recenti avvenimenti che hanno visto l'azione squadrista di gruppi neofascisti. Questa attività si inquadra per l'appunto nell'ambito della copertura che il disegno della Lega Nazionale garantisce a formazioni di carattere minoritario, che tenderanno ad acquisire una forza maggiore in questi mesi.

In questa situazione è necessario attuare un piano di radicamento della classe operaia e delle masse popolari, a partire dai luoghi di lavoro, dalle scuole, dalle università, dai quartieri periferici delle nostre città. Il modo migliore per togliere terreno alle forze reazionarie non è fare alleanze o accordi con chi è compromesso dalla gestione del potere borghese, ma sviluppare un forte legame di classe che spazzi via le apparenze ideologiche che portano alla lotta tra poveri e alla salvezza del sistema di interessi reali che produce lo sfruttamento e gli squilibri sociali.

Solo in questo modo anche l'antifascismo diventa pratica reale e quotidiana nella direzione dell'avanzamento verso il socialismo.

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