Ci battiamo
per un altro Stato, ci battiamo per il potere reale dei lavoratori e delle
lavoratrici.
Naturalmente lavoriamo per la difesa di tutti i diritti e gli spazi democratici che la classe operaia e le masse popolari hanno conquistato e strappato con durissime lotte. Prima contro il fascismo, poi contro i manganelli dell’attuale “democrazia” borghese.
Naturalmente lavoriamo per la difesa di tutti i diritti e gli spazi democratici che la classe operaia e le masse popolari hanno conquistato e strappato con durissime lotte. Prima contro il fascismo, poi contro i manganelli dell’attuale “democrazia” borghese.
Lottiamo per
ampliare (o recuperare) questi diritti contro l’involuzione in corso, per la
difesa e sviluppo delle libertà sindacali (dei singoli e delle organizzazioni),
per la difesa dei diritti e delle libertà delle donne, per i diritti tra
lavoratori italiani e immigrati, contro ogni forma di xenofobia e di tutte le
minoranze oppresse.
Rivendichiamo una democrazia dei lavoratori, delle lavoratrici, della maggioranza della società, l’unica peraltro che può realizzare sino in fondo le stesse aspirazioni democratiche, una democrazia fondata sull’autorganizzazione dei lavoratori stessi.
Rivendichiamo una democrazia dei lavoratori, delle lavoratrici, della maggioranza della società, l’unica peraltro che può realizzare sino in fondo le stesse aspirazioni democratiche, una democrazia fondata sull’autorganizzazione dei lavoratori stessi.
L’unica
risposta progressiva, reale, straordinariamente attuale, alle stesse istanze di
moralità pubblica, trasparenza, efficienza, economicità che la propaganda
dominante oggi solleva in modo ipocrita e distorto, e spesso reazionario.
La borghesia
ha fatto della sua politica un costoso strumento di raggiro e di privilegio.
Solo il potere dei lavoratori può edificare uno Stato trasparente e a buon
mercato, rifondando la natura stessa della politica e trasformandola in
strumento di gestione collettiva e libera del bene comune.
Questo
progetto è tanto più attuale, qui e ora, di fronte ai processi di segno opposto
che oggi investono la cosiddetta sinistra italiana.
Il partito della rivoluzione.
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