Tra il ‘43 e il ‘45 la resistenza partigiana e la ribellione operaia presentarono il conto alla dittatura fascista. Furono i giovani a capo della rivolta.
Una rivolta sospinta non solo da aspirazioni democratiche, ma anche dalla volontà di farla finita con la borghesia italiana che si era servita del fascismo.
Era la speranza di “una rossa primavera”. Ma quella speranza fu tradita.
Stalin aveva pattuito con gli imperialismi vincitori una spartizione delle zone di influenza. L'Italia doveva restare nel campo capitalista. Il PCI di Togliatti fu il fedele esecutore della linea. La Resistenza fu subordinata alla collaborazione con la DC.
I governi di unità nazionale tra DC e PCI disarmarono i partigiani, restituirono le fabbriche ai capitalisti, diedero l'amnistia a decine di migliaia di torturatori fascisti.
E ricominciò, in forme democratiche, la solita vecchia storia: il potere dei padroni, lo sfruttamento dei lavoratori.
Sono passati più di settant'anni dalla Resistenza, ma le sue migliori aspirazioni sono più attuali che mai. Il problema dell'umanità resta come allora il capitalismo, che ovunque ha tagliato gli ospedali per ingrassare le banche e gli armamenti, che ha devastato l'ambiente favorendo le pandemie, che annuncia oggi nella sola Europa 25 milioni di nuovi disoccupati, che nutre i razzismi, legittima i fascisti, moltiplica le guerre.
Anche oggi c'è bisogno di una rivoluzione!
Che questa volta vada sino in fondo! Che questa volta trovi un suo partito!
Per un antifascismo anticapitalista!
ORA E SEMPRE, RESISTENZA!
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