Ci ha
lasciato Giulietto Chiesa. Non siamo mai stati politicamente d’accordo con lui
né quando sosteneva posizioni di tipo riformistico (prima nel vecchio PCI e in
un secondo tempo, da indipendente, a fianco di Di Pietro) né ovviamente quando
è passato a posizioni di tipo “campista” mescolate a un un’idea di
inaccettabile complottismo.
Però due
cose di lui vanno ricordate. Innanzitutto è stato un grande giornalista, che ha
perfettamente raccontato la fine dell’URSS: i suoi articoli, negli anni Ottanta
e Novanta, sono stati illuminanti nel descrivere prima la crisi e la
disgregazione dell’Unione Sovietica e poi la nascita di un processo che ha
portato al regime di Putin. Poi, non solo ha sempre avuto rapporti corretti con
il nostro partito, ma è grazie alla sua firma di europarlamentare che,
bypassando le vergognose leggi che impediscono a una piccola forza di
candidarsi, siamo riusciti a essere presenti alle elezioni europee del 2009
(nelle quali non abbiamo potuto eleggere il compagno Marco Ferrando solo perché
pochi mesi prima delle elezioni venne votata la nuova legge proposta da
Veltroni che poneva lo sbarramento al 4%).
Con Chiesa e
il suo piccolo gruppo ci siamo ritrovati poi, negli anni 2011-2012, nel fronte
unico che ha dato vita al “movimento no debito”, sfociato in una grande
manifestazione con decine di migliaia di lavoratori e giovani contro il governo
Monti e la sua politica.
È per questo
che vogliamo qui ricordare Giulietto Chiesa e salutarlo con dispiacere.
Partito
Comunista dei Lavoratori
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