La necessità
di un coordinamento tra tutte le forze antifasciste e anticapitaliste è quanto
mai urgente. Quando finalmente ci lasceranno uscire di casa la rabbia popolare
divamperà in ogni direzione e quello che assolutamente serve è una guida
politica capace e credibile in grado di indirizzare questa rabbia in senso
rivoluzionario.
Mai nella
storia del capitalismo si è verificato un blocco della produzione generalizzato
e basta conoscere l’abc dell’economia
per sapere che la produzione non potrà ripartire subito e che si verificheranno
fallimenti a catena nell'economia reale e nella sfera finanziaria.
Dopo mesi di
inattività, in un contesto che non era certo roseo prima dell’emergenza
coronavirus, nemmeno le imprese più solide potranno riprendere subito la
produzione. Dovranno fare i conti con fornitori che non ci sono più e vecchi
acquirenti che non hanno più un euro in cassa.
I tempi sono
stretti e il capitale finanziario lo sa. Se non si interviene in fretta salta tutto
in pochi mesi. Per questo super Mario Draghi scende in campo in prima persona:
dopo aver dedicato la vita ad imporci il rigore di bilancio, ci propone oggi di
rilanciare il debito pubblico come strumento per accollare allo stato l’onere
dei salvataggi, sapendo bene che questo manderà in crisi il bilancio stesso
dello stato, rendendo insostenibile il debito pubblico, e creerà le condizioni
materiali per completare il trasferimento del comando dell’economia alle
istituzioni finanziarie sovranazionali che detteranno autoritariamente le
misure di tritacarne sociale necessarie a ripristinare le condizioni affinché
il capitale possa riprendere a macinare profitti.
Ci aspettano
quattro giri di vite sulle condizioni di lavoro e di sfruttamento in tutti i
settori dell’economia con l’azzeramento dei diritti dei lavoratori e dei
servizi ai cittadini.
Insomma, questa
crisi sanitaria non fa che mostrare i limiti di un modello economico che se ne
frega della nostra salute semplicemente perché se ne frega della nostra vita.
Siamo solo
strumenti di valorizzazione del capitale, sistema che per continuare a produrre
ricchezza deve produrre sempre più miseria.
Siamo di
fronte a una biforcazione della storia e mai come oggi il problema si presenta
come socialismo o barbarie. Se vincono loro, dimentichiamoci non solo il
diritto alla salute ma i diritti in genere.
In nome
della salvaguardia dei risparmiatori e della difesa dell’occupazione, oggi
vorrebbero di nuovo imporci di salvare le loro banche e le loro imprese.
Non sta a
noi risolvere i problemi del capitale e non abbiamo tempo per discutere con i
vecchi e i nuovi salvatori del sistema. L’urgenza ora è creare un fronte unico rivoluzionario,
unito e deciso.
Dobbiamo
organizzarci. Non è il momento dei personalismi e delle ripicche tra partiti,
né tra sindacati. L’obiettivo oggi è creare un’avanguardia politico-sindacale
che sappia lanciare le parole d’ordine opportune al momento giusto.
Costruire un
sistema sanitario in cui non si muore per un virus e un sistema economico che
risponda alle esigenze di chi lavora invece che a quelle dei banchieri.
No alla
logica dell’emergenza e all’unità nazionale. L’emergenza è la loro, non la
nostra. E da chi ci sfrutta è meglio dividersi.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.