Il governo,
spinto da Confindustria e le altre associazioni padronali, vuole avviare la
"fase due". I dati giornalieri dell'epidemia da coronavirus
attestano, però, ancora alti tassi di contagio e purtroppo numerosi decessi.
Non vi sono le condizioni di sicurezza per riaprire tutte le attività
produttive. Inoltre mancano i presidi sanitari più elementari, a partire dalle
mascherine, e non si può testare la popolazione per mancanza di tamponi,
laboratori attrezzati e reagenti.
Al padronato
questo non interessa. Chiede a gran forza la ripresa dei propri profitti a
costo di sacrificare la sicurezza di milioni di lavoratori, dei loro familiari
e di tutti a causa del rischio di propagazione del contagio.
Il PCL ha
già denunciato le responsabilità criminali di Confindustria e consociate, che
con la complicità di governo e istituzioni locali non hanno preso le misure
necessarie alla protezione della popolazione, come si è visto in Lombardia,
dove la malattia ha provocato migliaia di vittime.
Non si può
adesso affidare il controllo della sicurezza sul lavoro, compresi gli
spostamenti, alle stesse autorità che hanno provocato il disastro, come
vogliono i protocolli di cartapesta firmati da governo, Confindustria e
burocrazia di CGIL, CISL e UIL.
Il controllo
deve essere delle lavoratrici e dei lavoratori, mediante le proprie
organizzazioni.
Il PCL è da
sempre impegnato nella costruzione di un fronte unico politico e sindacale che
si basi sugli interessi della classe lavoratrice e la sua indipendenza dalle
politiche e dagli interessi di padronato, banche e governo. Tanto più oggi,
quando la crisi sanitaria a cui hanno contribuito decenni di tagli alla sanità
pubblica ha già provocato una profonda crisi economica che sta sfociando in una
durissima crisi sociale con milioni di disoccupati e l'impoverimento della
maggioranza della popolazione.
Pertanto il
PCL sostiene tutte le iniziative politiche e sindacali che si muovano nella
stessa direzione, come le iniziative di mobilitazione, fino eventualmente allo
sciopero, promosse dal SI Cobas e da ADL Cobas nelle giornate del 30 aprile e 1
maggio. Valuta positivamente le indicazioni rivendicative alla base della
mobilitazione, e ritiene che esse possano incontrarsi con le rivendicazioni
avanzate dal nostro partito:
- Controllo
indipendente dei lavoratori sulle condizioni di lavoro
- Blocco dei
licenziamenti, compresi i precari
- Salario al
100% per le lavoratrici e i lavoratori in cassa integrazione
- Indennità
di quarantena per tutti coloro che si ritrovano senza lavoro e senza reddito
- Riduzione
generale dell'orario di lavoro a parità di salario
- Rilancio e
nuovi investimenti massicci nella sanità pubblica. Nazionalizzazione della
sanità privata e dell'industria farmaceutica senza indennizzo per i grandi
azionisti
-
Imposizione immediata di una tassazione patrimoniale straordinaria: il 10% del
patrimonio del 10% più ricco della popolazione
La sicurezza
sia in mano alle lavoratrici e ai lavoratori. La crisi la paghino i padroni che
l'hanno provocata.
Non più governi
complici di banchieri e capitalisti!
Per il
governo dei lavoratori!
Partito
Comunista dei Lavoratori
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