Il ministro
degli Interni e la sindaca di Roma si disputano il controllo dell'Urbe ma si
accordano contro i migranti. Le ruspe di questa mattina contro il Baobab di
Roma, con centinaia di migranti gettati su una strada, hanno avuto l'imprimatur
di entrambi. “Nessuno spazio di illegalità sarà più tollerato”, ha tuonato via
facebook il ruspante Matteo Salvini. Una concezione della legalità a proprio
uso e consumo. I suoi amici fascisti di CasaPound, sostenitori dichiarati del
suo governo, possono tranquillamente continuare ad occupare interi palazzi nel
centro di Roma a due passi da stazione Termini, ma gli immigrati non possono
disporre neppure di tende di fortuna. Neppure gli immigrati “regolari”, già
coperti dalla protezione umanitaria, che ora il Decreto sicurezza espelle dagli
SPRAR, e che avevano trovato in questi giorni un rifugio proprio presso il
Baobab. Tutti in strada, si arrangi chi può, nel nome della legge e
dell'ordine. Lo stesso ordine che offre condoni su condoni ai grandi evasori
fiscali; lo stesso che benedice il licenziamento di una lavoratrice Ikea, dopo
vent'anni di lavoro, colpevole di aver violato la “disciplina aziendale” per
provvedere al proprio figlio disabile.
Quest'ordine
non è riformabile. È un mondo capovolto che si appoggia sulla testa. Solo una
rivoluzione può rimetterlo in piedi.
Partito
Comunista dei Lavoratori
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