Da Milano (Largo Cairoli h9) a Roma, da Torino a Venezia, da Firenze a
Cagliari, da Bologna a Messina
La scuola e i problemi degli studenti sono ai margini del dibattito
pubblico, sommersi da una campagna elettorale infinita che da mesi riempie le
pagine dei giornali,
pianificando la maggior confusione possibile attorno ad ogni tema. Eppure sono
sempre più evidenti le contraddizioni di un'istruzione classista e piegata al
profitto.
Dietro alla propaganda asfissiante c'è la realtà delle scelte politiche, quelle che contano davvero per la condizione degli studenti. Il capitolo dedicato all'istruzione nella nota di aggiornamento al DEF mette nero su bianco la continuità rispetto alle politiche sull'istruzione dei precedenti governi. Nessun intervento concreto sulle questioni che gli studenti vivono ogni giorno, dalle barriere economiche per un accesso reale al diritto allo studio alla sicurezza dell'edilizia scolastica. Non a caso i pilastri della Buona Scuola non vengono messi in discussione, anzi il governo ha avuto la massima cura nel rassicurare l'UE garantendo il rispetto degli obiettivi europei sulla scuola.
Se il comportamento di un governo si misura con le leggi e i provvedimenti, questa è la realtà che smonta tutte le menzogne della propaganda. Il cambiamento deve passare dalla messa in discussione della scuola di classe voluta dai padroni e dall'Unione Europea e costruita dai governi. Senza un'inversione di rotta ci sono soltanto prese in giro per gli studenti e misure peggiorative.
Domani, 16 novembre, tornano nelle piazze di tutta Italia per dare forza alla protesta mostrando la realtà che vivono ogni giorno, fatta di sfruttamento in alternanza, scuole che crollano e costi altissimi per studiare.
Dietro alla propaganda asfissiante c'è la realtà delle scelte politiche, quelle che contano davvero per la condizione degli studenti. Il capitolo dedicato all'istruzione nella nota di aggiornamento al DEF mette nero su bianco la continuità rispetto alle politiche sull'istruzione dei precedenti governi. Nessun intervento concreto sulle questioni che gli studenti vivono ogni giorno, dalle barriere economiche per un accesso reale al diritto allo studio alla sicurezza dell'edilizia scolastica. Non a caso i pilastri della Buona Scuola non vengono messi in discussione, anzi il governo ha avuto la massima cura nel rassicurare l'UE garantendo il rispetto degli obiettivi europei sulla scuola.
Se il comportamento di un governo si misura con le leggi e i provvedimenti, questa è la realtà che smonta tutte le menzogne della propaganda. Il cambiamento deve passare dalla messa in discussione della scuola di classe voluta dai padroni e dall'Unione Europea e costruita dai governi. Senza un'inversione di rotta ci sono soltanto prese in giro per gli studenti e misure peggiorative.
Domani, 16 novembre, tornano nelle piazze di tutta Italia per dare forza alla protesta mostrando la realtà che vivono ogni giorno, fatta di sfruttamento in alternanza, scuole che crollano e costi altissimi per studiare.
Una protesta
per un'istruzione diversa che sia modellata sui reali bisogni dei giovani, una
protesta per togliere la maschera a un governo che finge di cambiare e lascia
tutto come prima.
PCL sezione
di Pavia
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