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mercoledì 21 novembre 2018

I DELITTI CONTRO I LAVORATORI CONTINUANO A RESTARE IMPUNITI



I governi cambiano e si susseguono, ma gli operai continuano a essere sfruttati e a morire come prima, più di prima, perché nella democrazia borghese, sono solo forza lavoro da usare quando l'industria tira e da licenziare quando non servono più a valorizzare il capitale.
Pur di aumentare i profitti, i padroni risparmiano anche i pochi centesimi sulle misure di sicurezza, sostenuti in questo da leggi che tutelano la proprietà privata dei mezzi di produzione. Anche nei pochi casi in cui sono inquisiti, se la cavano monetizzando la morte, la salute e la vita umana degli sfruttati.
In ogni caso, i loro delitti contro i lavoratori continuano a restare impuniti.
Le vittime del profitto e della brutalità del sistema capitalista sono considerati incidenti di percorso, danni ed effetti collaterali considerati "normali" al di sotto di una certa soglia. I padroni e i mass-media da loro controllati chiamano i morti sul lavoro "morti bianche", come se i lavoratori  fossero morti per caso, cioè alla disattenzione degli operai stessi.
Ogni anno oltre mille persone muoiono sul posto di lavoro, altre decine di migliaia per malattie professionali, più di 4mila solo per malattie legate all'amianto.
Tuttavia se i morti per malattia professionale sono invisibili agli occhi della popolazione, quelli sul lavoro generano comunque un moto di indignazione, rabbia e, raramente,  mobilitazione nelle fabbriche, nei cantieri, nelle campagne, nei luoghi di lavoro.
Lo stesso non avviene per tutti i morti causati dal profitto.
Per esempio con la privatizzazione di una serie di servizi, primi fra tutti la sanità, la salute  della popolazione più povera è molto diminuita in quanto impossibilitata a curarsi al di là delle chiacchiere dei governi che, oltretutto,  hanno aumentato l'età pensionabile cianciando di un'aumentata aspettativa di vita.
Tutto questo avviene senza alcuna reazione perché questi morti nessuno li vede.
I morti per il profitto non sono il frutto di una disgrazia ma una scelta cosciente del capitalismo.
Certo non possiamo aspettare che il capitalismo crolli da solo. Dobbiamo creare pratiche unitarie di lotta su tematiche e obiettivi anticapitalisti rimettendo al centro il soggetto rivoluzionario, il proletariato.
Solo un'azione di lotta generale può unire gli sfruttati, aprire dal basso una pagina nuova.
Non serve a nulla cambiare l'amministratore delegato del capitale, illudendosi ogni volta che possa difendere il lavoro. E' necessaria un'altra società, libera dai padroni e dallo sfruttamento, dove siano finalmente i lavoratori a comandare.


PCL Pavia 

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