Il grande
capitale ha bisogno del populismo, specie quello di destra, per impedire che la
protesta sociale si rivolga contro il suo sistema e per aggredire la classe
operaia.
Anche se non
si fa dirigere da esso, il capitale si serve del populismo, gli prepara il terreno,
perché ha serie difficoltà a mantenere la sua dittatura con i vecchi metodi, i
vecchi partiti, i vecchi uomini.
Si scontra
con i dirigenti populisti, piccolo borghesi, quando questi demagoghi vogliono
attuare un controllo sulla vita economica, quando si spingono oltre il quadro
delle compatibilità espresse dall’oligarchia.
La piccola
borghesia populista non può avere una politica indipendente dal capitale e non
può risolvere i problemi creati, appunto, dal capitalismo.
Con il
populismo al potere lo Stato non perde la sua natura di classe; lo sfruttamento
non diminuisce, ma aumenta; la pressione sulla classe operaia cresce senza
sosta; le conquiste e i diritti degli operai e delle loro organizzazioni sono
un bersaglio costante.
Davanti alla
crescita del populismo e del fascismo, il lavoro per lo sviluppo della politica
di fronte unico proletario è necessario per opporre alla demagogia populista la
propaganda comunista, sviluppata in maniera semplice e comprensibile per gli
operai e i giovani proletari, le donne, la povera gente.
L’alternativa
da costruire al nazional-populismo è quella rivoluzionaria e di classe.
Ogni passo
in avanti in questo senso da forza all’organizzazione della classe operaia, dal
suo essere classe indipendente, dal suo costituirsi in Partito distinto e contrapposto
a tutti i partiti delle classi proprietarie.
Partito
Comunista dei Lavoratori – sezione di Pavia
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