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venerdì 9 novembre 2018

LA CONDIZIONE ODIERNA D'ARRETRATEZZA



Sono passati centouno anni dalla rivoluzione bolscevica e il movimento operaio è ai minimi storici.
In particolare in Italia i dati sulle ultime elezioni politiche ci forniscono un quadro in cui la gran parte delle masse popolari ha votato e continua ad aver fiducia di Lega e Movimento 5 Stelle.
Lo scollamento tra la sinistra partitica e le masse è sempre più evidente, così come è evidente chi, a vario titolo, vorrebbe intestarsi il vuoto politico ed elettorale lasciato a sinistra da un Partito Democratico sempre più debole.
Necessita uno sguardo retrospettivo per imboccare la strada corretta.
Sarebbe il caso di chiedersi dunque: come riuscirono i Bolscevichi a costruire il rapporto con le masse e come le conquistarono?

“…fino a che questo governo sarà sottomesso all'influenza della borghesia, il nostro compito potrà consistere soltanto nello spiegare alle masse in modo paziente, sistematico, perseverante, conforme ai loro bisogni pratici, agli errori della loro tattica. Fino a che saremo in minoranza, svolgeremo un'opera di critica e di spiegazione degli errori, sostenendo in pari tempo la necessità del passaggio di tutto il potere statale ai Soviet dei deputati operai, perché le masse possano liberarsi dei loro errori sulla base dell'esperienza.”( V. Lenin "Sui compiti del proletariato nella rivoluzione attuale (Tesi d'Aprile)". Scritto il 4 e 5 (17 e 18) aprile 1917 Pubblicato il 7 (20) aprile 1917 nella Pravda n° 26)

In queste parole si evidenzia il lavoro politico dei bolscevichi.
Essi non tentarono l'avventura ma si posero da subito la necessità di conquistare la maggioranza della classe operaia, non dicendo ciò che le masse volevano sentirsi dire, ma con un lavoro "paziente" di "spiegazione degli errori".
La posizione espressa dai bolscevichi dunque non aveva nulla di semplice. Partiva da un'analisi che richiedeva la comprensione degli interessi di classe, poneva le classi popolari di fronte ad una grande sfida e non illusero, anzi, mettevano le classi popolari di fronte anche all'ipotesi peggiore.
Questa opera di sincerità fu premiata e, a mano a mano che le parole dei bolscevichi si realizzavano nella realtà, il loro consenso e la loro autorevolezza crebbero.

Nel presente queste riflessioni sono assolutamente attuali.
Le forze politiche che oggi pongono l'obiettivo di attuare delle riforme nell'ambito di questo sistema, soffrono dello stesso offuscamento di prospettiva contro cui tuonava Lenin, poiché non tengono conto dello scontro tra le classi e dei rapporti di forza esistenti.

La condizione odierna d'arretratezza è colpa anche di chi ha abdicato al proprio ruolo d'avanguardia assumendo posizioni riformiste, mischiandosi in ampie coalizioni elettorali alla ricerca di un più ampio consenso seguendo la logica che di fronte ad una condizione arretrata suggerisce "compagni arretriamo".
La storia della Rivoluzione d'Ottobre ci insegna l'esatto contrario. Persino in una situazione rivoluzionaria, quando le masse spingevano verso sinistra, i bolscevichi tennero fede al proprio compito.

Partito Comunista dei Lavoratori
Pavia “sez. “Tiziano Bagarolo”

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