123 paesi al
mondo, 2052 città, 235 iniziative e manifestazioni solo in Italia, da Nord a
Sud. Decine di migliaia di persone nelle piazze, in prevalenza giovani e
studenti. Queste le cifre delle mobilitazioni del “Fridays for future”, lo
sciopero studentesco di venerdì 15 marzo in difesa dell’ambiente e contro i
cambiamenti climatici, organizzato sull’onda dell’iniziativa lanciata a livello
mondiale dalla sedicenne svedese Greta Thunberg.
Piazze
giovani, “internazionaliste” e combattive che, insieme alle manifestazioni
studentesche del 22 febbraio e allo sciopero dell’8 marzo, evidenziano le
potenzialità di una possibile ripresa di un movimento di massa che si oppone,
in un modo o nell’altro, allo “stato di cose presenti”.
Seguiremo
con attenzione i possibili sviluppi di queste iniziative e mobilitazioni. Come
Partito Comunista dei Lavoratori abbiamo partecipato alle manifestazioni,
distribuendo il nostro volantino e rivendicando la necessità della connessione
delle lotte ambientaliste alla prospettiva anticapitalista.
IN PIAZZA
ANCHE MOLTI COMPLICI E RESPONSABILI DELLA DISTRUZIONE AMBIENTALE
La
composizione delle piazze è stata eterogenea, come accade per tutte le piazze
di “massa”. Al fianco dei tantissimi giovani e meno giovani che domandavano a
gran voce risposte serie alla crisi ambientale, c’era anche chi ha governato o
ambisce a governare il capitalismo (e la distruzione ambientale), a livello
locale e nazionale. Dal PD al Movimento 5 Stelle, da Mattarella a Conte, tutti
sono saltati sul carro dell’ecologia. Non è un caso che tutta la borghesia e la
stampa sedicente “progressista” (in particolare Repubblica), abbia appoggiato,
sponsorizzato e visto di buon occhio queste iniziative. L’apertura al dialogo
con il movimento da parte del ministro Di Maio (mentre tradisce i sostenitori
NO TAP e tentenna sul TAV) è la cartina di tornasole di come tutti gli attori
politici cerchino e tenteranno in tutti i modi di strumentalizzare a fini
elettorali queste importanti manifestazioni, per poi continuare a portare
avanti politiche di distruzione ambientale.
DENTRO IL
MOVIMENTO: INDIPENDENZA DI CLASSE E DIREZIONE RIVOLUZIONARIA
Tuttavia,
come rivoluzionari non possiamo non prendere atto che moltissimi giovani, in
prevalenza alle prime esperienze politiche e di mobilitazione, abbiano trovato
nella tematica della difesa dell’ambiente uno stimolo per interrogarsi sul loro
futuro, invadere piazze, prendere parola e urlare a gran voce che a cambiare
deve essere il “sistema” e non il clima. A questi giovani i marxisti
rivoluzionari non possono e non devono voltare le spalle: il PCL non lo farà.
Non si
tratta di guardare con sufficienza e settarismo queste mobilitazioni, per
quanto contraddittorie ed eterogenee possano essere, timorosi magari di
difendere il proprio steccato organizzativo, confondendone la direzione con la
reale composizione. Né tantomeno di affidarsi spontaneamente alla dinamica di
un movimento che finalmente, dopo l’assenza negli ultimi anni di reali
movimenti di massa nel nostro paese, potrebbe risvegliare coscienza, attivismo
e combattività di un largo strato di gioventù, in Italia e nel mondo.
Se è vero
che il capitalismo è un sistema economico fallito che distrugge l’ambiente, la
consapevolezza della lotta per un altro “sistema”, indicando chiaramente
“quale” sistema, non è qualcosa che spontaneamente il movimento può acquisire.
Intervenire
nelle mobilitazioni con una politica di indipendenza di classe, spiegare il
legame criminale tra capitalismo e distruzione ambientale, mostrare con
pazienza la necessità del collegamento delle lotte per la difesa ambientale
alla ripresa delle lotte del movimento operaio, conquistare quanti più giovani
possibile alla consapevolezza che bisogna battersi per l’opposizione a tutti i
governi del capitale, per la messa in campo di un’opposizione di massa e di
classe, per la prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici:
questo è il compito dei marxisti rivoluzionari, nel movimento ambientalista e
in tutti i movimenti progressisti.
Perché solo
un governo che rompa con le “compatibilità” del capitalismo e riorganizzi la
società su basi socialiste potrà mettere in campo soluzioni serie e non
estemporanee alla crisi ambientale. Solo il socialismo può opporsi alla
barbarie.
Partito Comunista dei Lavoratori - commissione studenti
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