Il
governo giallo-bruno taglia le spese per la sicurezza sul lavoro
La
“sicurezza” è la bandiera che Salvini e Di Maio agitano contro gli immigrati e
contro i delinquenti. Ma la bandiera si abbassa quando si parla del lavoro.
Il
"governo del cambiamento" ha tagliato le spese per la sicurezza sul
lavoro per regalare soldi alle imprese.
Più precisamente: ha tagliato del 32% i
premi assicurativi pagati dalle imprese sugli infortuni sul lavoro, finanziando
l'operazione con un taglio di oltre 100 milioni sugli interventi in materia di
formazione antiinfortunistica. “Mettiamo molti soldi per alleggerire gli oneri
delle imprese” dichiara soddisfatto al Corriere (28/2) il sottosegretario
leghista Garavaglia. “Abbattiamo il costo del lavoro” afferma Di Maio, col
solito sorriso stampato, sul quotidiano di Confindustria.
Ma il termine “costo
del lavoro” significa cose diverse ed opposte se si parla dei capitalisti o se
si parla degli operai. Per i capitalisti, che vanno all'incasso, il costo del
lavoro si riduce. Per gli operai, che cadono dalle impalcature o lasciano una
mano nella pressa, il costo del lavoro s'impenna e mette in gioco la vita.
Il
governo giallo-bruno, che taglia le spese sull'infortunistica per ingrassare il
portafoglio dei padroni, difende al meglio il sistema capitalista. Il vero
costo che va abbattuto è il costo del capitale per il lavoro. Solo un governo
dei lavoratori lo può fare.
Partito Comunista dei Lavoratori
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