PER L’UNITÀ DI LOTTA DEI LAVORATORI E
DELLE LAVORATRICI
Dov'è il
governo del cambiamento?
Prima
riducono ad elemosina le promesse elettorali su reddito e pensioni mettendole
sul conto dei beneficiari. Ora annunciano la secessione dei ricchi.
Prima
dirottano la rabbia sociale contro i migranti. Ora cercano di dividere i
lavoratori in base a territorio e residenza.
Il gioco è
semplice. Le regioni più ricche (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) chiedono di
trattenere in loco la parte del gettito fiscale che eccede la spesa sostenuta
dallo Stato. Significa che priveranno le regioni più povere della quota di
ripartizione. Il divario di condizioni sociali tra Nord e Sud, già oggi
drammatico, aumenterà ulteriormente. I diritti e servizi sociali varieranno
sempre più con la latitudine geografica, contro ogni principio di uguaglianza e
solidarietà.
Non si
tratta solamente di ripartizione geografica della ricchezza. Si tratta di una
operazione di classe contro i lavoratori del Nord e del Sud. I governi leghisti
del Nord e la giunta PD dell'Emilia chiedono mano libera sui propri territori
in fatto di istruzione, sanità, ambiente, lavoro. Chiedono pieni poteri per
privatizzare ulteriormente servizi sociali, continuare a ridurre le tasse alle
“proprie imprese”, finanziare scuole e sanità private, gestire fondi privati
sanitari e pensionistici. In poche parole chiedono di arricchire il “proprio”
padronato allargando la torta dei suoi affari. I piccoli privilegi promessi ai
“residenti” saranno pagati dalla frantumazione territoriale dei rapporti di
lavoro e dei diritti contrattuali. È un attacco alla unità dei lavoratori e ai
loro sindacati.
L'ipocrisia
è nauseante. Salvini e Di Maio si contendono i voti dei lavoratori e della
popolazione povera del Sud nel mentre mettono sul loro conto l'arricchimento
del padronato del Nord, lo stesso cui oggi promettono l'ulteriore riduzione
della tassa sui profitti (Ires) portandola al 20%. Per di più vorrebbero che
questa secessione dei ricchi avvenisse in silenzio, attraverso un accordo tra
governo e Regioni da ratificare in Parlamento in breve tempo. Mentre il PD, che
si presenta come “opposizione”, partecipa in realtà all'operazione con la
giunta emiliana in prima fila.
Questo
disegno non deve passare.
Alla
secessione dei ricchi va contrapposta l'unità dei lavoratori e delle
lavoratrici. Non bastano le critiche di Landini nei talk show o gli appelli dei
costituzionalisti democratici.
Non basta
una nuova montagna di carta e parole. Occorre una lotta vera, generale, che
ponga al centro l'interesse dei salariati e della popolazione povera d'Italia,
del Nord, del Centro, del Sud. Che getti sul piatto della bilancia la forza
enorme di 17 milioni di salariati.
NO ALLA
SECESSIONE DEI RICCHI: PER L' UGUAGLIANZA DEI DIRITTI SOCIALI DA NORD A SUD.
NO ALLA
DIVISIONE DEI LAVORATORI IN BASE A TERRITORIO E RESIDENZA. A PARI LAVORO PARI
DIRITTI. PER L'UNITA' E LA SOLIDARIETÀ' DI CLASSE DEI SALARIATI.
NO
ALL'ULTERIORE SPOLIAZIONE DEL MERIDIONE PER INGRASSARE I CAPITALISTI DEL NORD:
PER UN GRANDE PIANO DI INVESTIMENTI PUBBLICI, A PARTIRE DAL MEZZOGIORNO, IN
TRASPORTI, BONIFICHE, RISANAMENTO DEL TERRITORIO.
NO AL
SACCHEGGIO NAZIONALE E REGIONALE DI SANITA' E ISTRUZIONE, PER PAGARE IL DEBITO
PUBBLICO ALLE BANCHE E DETASSARE LE IMPRESE. PER UN GRANDE PIANO DI
INVESTIMENTI PUBBLICI NEI SERVIZI SOCIALI PAGATO CON L'ABOLIZIONE DEL DEBITO
PUBBLICO E CON LA TASSAZIONE PROGRESSIVA DEI GRANDI PATRIMONI, RENDITE,
PROFITTI.
NO ALLA
REPUBBLICA DEI PADRONI, GRANDI E PICCOLI, DEL NORD E DEL SUD.
PER UNA
REPUBBLICA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI, BASATA SULLA LORO ORGANIZZAZIONE
E SULLA LORO FORZA.
Partito Comunista
dei Lavoratori
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.