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martedì 12 marzo 2019

CONTRO LA SECESSIONE DEI RICCHI

PER L’UNITÀ DI LOTTA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI




Dov'è il governo del cambiamento?
Prima riducono ad elemosina le promesse elettorali su reddito e pensioni mettendole sul conto dei beneficiari. Ora annunciano la secessione dei ricchi.
Prima dirottano la rabbia sociale contro i migranti. Ora cercano di dividere i lavoratori in base a territorio e residenza.
Il gioco è semplice. Le regioni più ricche (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) chiedono di trattenere in loco la parte del gettito fiscale che eccede la spesa sostenuta dallo Stato. Significa che priveranno le regioni più povere della quota di ripartizione. Il divario di condizioni sociali tra Nord e Sud, già oggi drammatico, aumenterà ulteriormente. I diritti e servizi sociali varieranno sempre più con la latitudine geografica, contro ogni principio di uguaglianza e solidarietà.
Non si tratta solamente di ripartizione geografica della ricchezza. Si tratta di una operazione di classe contro i lavoratori del Nord e del Sud. I governi leghisti del Nord e la giunta PD dell'Emilia chiedono mano libera sui propri territori in fatto di istruzione, sanità, ambiente, lavoro. Chiedono pieni poteri per privatizzare ulteriormente servizi sociali, continuare a ridurre le tasse alle “proprie imprese”, finanziare scuole e sanità private, gestire fondi privati sanitari e pensionistici. In poche parole chiedono di arricchire il “proprio” padronato allargando la torta dei suoi affari. I piccoli privilegi promessi ai “residenti” saranno pagati dalla frantumazione territoriale dei rapporti di lavoro e dei diritti contrattuali. È un attacco alla unità dei lavoratori e ai loro sindacati.
L'ipocrisia è nauseante. Salvini e Di Maio si contendono i voti dei lavoratori e della popolazione povera del Sud nel mentre mettono sul loro conto l'arricchimento del padronato del Nord, lo stesso cui oggi promettono l'ulteriore riduzione della tassa sui profitti (Ires) portandola al 20%. Per di più vorrebbero che questa secessione dei ricchi avvenisse in silenzio, attraverso un accordo tra governo e Regioni da ratificare in Parlamento in breve tempo. Mentre il PD, che si presenta come “opposizione”, partecipa in realtà all'operazione con la giunta emiliana in prima fila.
Questo disegno non deve passare.
Alla secessione dei ricchi va contrapposta l'unità dei lavoratori e delle lavoratrici. Non bastano le critiche di Landini nei talk show o gli appelli dei costituzionalisti democratici.
Non basta una nuova montagna di carta e parole. Occorre una lotta vera, generale, che ponga al centro l'interesse dei salariati e della popolazione povera d'Italia, del Nord, del Centro, del Sud. Che getti sul piatto della bilancia la forza enorme di 17 milioni di salariati.

NO ALLA SECESSIONE DEI RICCHI: PER L' UGUAGLIANZA DEI DIRITTI SOCIALI DA NORD A SUD.

NO ALLA DIVISIONE DEI LAVORATORI IN BASE A TERRITORIO E RESIDENZA. A PARI LAVORO PARI DIRITTI. PER L'UNITA' E LA SOLIDARIETÀ' DI CLASSE DEI SALARIATI.

NO ALL'ULTERIORE SPOLIAZIONE DEL MERIDIONE PER INGRASSARE I CAPITALISTI DEL NORD: PER UN GRANDE PIANO DI INVESTIMENTI PUBBLICI, A PARTIRE DAL MEZZOGIORNO, IN TRASPORTI, BONIFICHE, RISANAMENTO DEL TERRITORIO.

NO AL SACCHEGGIO NAZIONALE E REGIONALE DI SANITA' E ISTRUZIONE, PER PAGARE IL DEBITO PUBBLICO ALLE BANCHE E DETASSARE LE IMPRESE. PER UN GRANDE PIANO DI INVESTIMENTI PUBBLICI NEI SERVIZI SOCIALI PAGATO CON L'ABOLIZIONE DEL DEBITO PUBBLICO E CON LA TASSAZIONE PROGRESSIVA DEI GRANDI PATRIMONI, RENDITE, PROFITTI.

NO ALLA REPUBBLICA DEI PADRONI, GRANDI E PICCOLI, DEL NORD E DEL SUD.
PER UNA REPUBBLICA DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI, BASATA SULLA LORO ORGANIZZAZIONE E SULLA LORO FORZA.

Partito Comunista dei Lavoratori

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