Il Partito
comunista dei lavoratori sostiene lo sciopero internazionale dell'8 marzo
lanciato in Italia dal movimento Non Una di Meno e sostenuto da varie sigle
sindacali: Il Sindacato è un'altra cosa- Opposizione CGIL, CUB, SIAL COBAS;
SLAI COBAS per un sindacato di classe, SGB, USB, Si Cobas e ADL Cobas. In
questi mesi e settimane tante e tanti RSU e delegati sindacali hanno provato a
costruire lo sciopero nei propri luoghi di lavoro, consapevoli che la battaglia
per la liberazione delle donne e quella per il miglioramento delle condizioni
di lavoro e di vita di tutte e tutti sono indissolubilmente legate. In questo
senso, ci pare gravissima la scelta della CGIL guidata da Maurizio Landini di
boicottare, se non proprio sabotare questa giornata di lotta, indicendo in
questa data iniziative indipendenti con Cisl e Uil o convocando assemblee
generali di categoria.
Noi
riteniamo si debba portare avanti un programma di rivendicazioni che parta
dalla difesa del lavoro, unico effettivo strumento di autodeterminazione, dalla
parità salariale all’abolizione di tutte le leggi che hanno reso il lavoro un
precario miraggio (Job Act e non solo), dall’abolizione del precariato alla
nazionalizzazione, sotto controllo dei lavoratori e delle lavoratrici, delle
imprese che chiudono, inquinano o delocalizzano: ci serve lavoro, non
un’elemosina di cittadinanza!
La lotta e
lo sciopero sono fondamentali proprio perché il governo Salvini – Di Maio ha
dichiarato guerra alle donne e sta portando avanti da mesi una offensiva
reazionaria contro di esse. Lo vediamo negli attacchi e nei tagli ai
consultori pubblici, ai centri antiviolenza e alle case della donna, spazi di
autonomia e autodeterminazione delle donne. Lo vediamo nel disegno di
legge Pillon, che rende macchinosa, costosa e dolorosa l'esperienza del
divorzio e che rappresenta un esplicito tentativo per impedire alle donne di
lasciare i mariti, anche quelli violenti. Lo vediamo nella retorica
nazionalpopolare di santificazione della maternità da un lato e dall'altro
dall'attacco al congedo di maternità che elimina l'obbligo di sospensione dal
lavoro al settimo mese e permette di lavorare fino all'ultimo giorno di
gravidanza, con evidenti complicazioni sul piano della salute delle lavoratrici
e su quello dell'ampiamento degli strumenti di ricatto e
sfruttamento del padronato nei luoghi di
lavoro. Lo vediamo nell'attacco sistematico alla 194 e al diritto
all'autodeterminazione sessuale e riproduttiva portato avanti dalla Lega, dalla
destra cattolica e da quella neofascista: è estremamente preoccupante che dopo
Verona stiano aumentando le città che si dichiarano “pro-life”, il tutto con la
benedizione della Chiesa cattolica, un vero e proprio nemico e strumento di
oppressione delle donne.
Rivendichiamo
l’abolizione dell’obiezione di coscienza e la rimozione del personale obiettore
dagli ospedali pubblici, nonché la fine delle erogazioni statali alle strutture
private. Fuori i religiosi dalla nostra vita e dalla nostra salute.
Rivendichiamo inoltre un welfare statale che non ci renda schiave all’interno
della famiglia, con l’istituzione di un ampio programma di servizi sociali che
si prenda in carico l’enorme quantità di lavoro di cura che oggi pesa sulle
spalle delle donne.
Infine
dobbiamo denunciare quanto la Chiesa cattolica rappresenti un nemico comune e
uno strumento di oppressione delle donne . ad esempio in tutto il Sud America,
Spagna, Italia, Polonia ecc., e per questo motivo crediamo che una delle sfide
del movimento internazionale delle donne deve essere quella di fare propria la
rivendicazione della separazione fra Stato e Chiesa.
OCCORRE UNA
MOBILITAZIONE FEMMINISTA INTERNAZIONALE SULLE DIRETTRICI DELL’ANTIFASCISMO E
DELL’ANTICAPITALISMO.
Per questo è
necessaria la costruzione di un fronte vasto che unifichi il movimento delle
donne, la rete dei centri antiviolenza, tutte le associazioni democratiche e
antifasciste, le organizzazioni dei lavoratori e delle lavoratrici per
costruire un'opposizione a questo governo e alle sue politiche reazionarie…
Porteremo questa proposta di unità a tutte le organizzazioni del movimento
operaio, con pieno coinvolgimento del sindacalismo di classe.. Per questo
continueremo come abbiamo fatto fino a oggi come partito, una battaglia
controcorrente e di opposizione dentro la cgil, per contrastare il colpevole
immobilismo della sua linea della maggioranza.
Per saperne
di più -> La lotta delle Donne
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