Ecco il
contenuto della manovra... «del popolo»
Il celebre
Def "del popolo" non ha stanziato un euro a bilancio per il rinnovo
contrattuale dei lavoratori della scuola. Il rinnovo contrattuale investe il
triennio 2019/2021, dunque il Documento di Economia e Finanza dovrebbe indicare
le risorse ad esso destinate in questa legge di stabilità. Invece nulla. Non
solo: nel Def sta scritto chiaramente che i redditi da lavoro dipendente della
Pubblica Amministrazione si ridurranno mediamente dello 0,4% nel biennio
2020-2021. Non basta dunque la riduzione pesante del potere d'acquisto dei
lavoratori del settore pubblico nell'ultimo decennio, per nulla colmata
dall'ultimo contratto farsa. Ora si scrive nero su bianco che il loro salario
continuerà a scendere. E a scriverlo è quella stessa manovra che Di Maio e Salvini
presentano urbi et orbi come la fine dell'austerità e l'inizio di una nuova
epoca.
Non va diversamente in fatto di privatizzazioni. Ricordate l'apparente furore statalista del nuovo esecutivo contro i “prenditori” di beni pubblici, la sceneggiata contro i Benetton e Autostrade per l'Italia, l'annuncio di un controllo dello Stato sui beni della comunità e via cantando? Contrordine. La manovra del popolo dichiara nero su bianco che nel biennio 2019-2020 lo stato mira a incassare qualcosa come 10 miliardi dalla cessione di beni pubblici. Dunque dalle (ennesime) privatizzazioni. La ragione della misura è candidamente dichiarata: «diminuire il rapporto debito/Pil». In altri termini, ripagare il debito pubblico alle banche. Come sempre: le privatizzazioni servono non solo a beneficiare i “prenditori”, ma a ingrassare i possessori dei titoli pubblici, banche e assicurazioni in primis.
Siamo solo all'inizio del disvelamento progressivo dell'imminente legge di stabilità. Ma già la manovra che vuole l'applauso del “popolo” continua a servire il capitale finanziario, la cui sovranità ha solo cambiato spalla al fucile.
Non va diversamente in fatto di privatizzazioni. Ricordate l'apparente furore statalista del nuovo esecutivo contro i “prenditori” di beni pubblici, la sceneggiata contro i Benetton e Autostrade per l'Italia, l'annuncio di un controllo dello Stato sui beni della comunità e via cantando? Contrordine. La manovra del popolo dichiara nero su bianco che nel biennio 2019-2020 lo stato mira a incassare qualcosa come 10 miliardi dalla cessione di beni pubblici. Dunque dalle (ennesime) privatizzazioni. La ragione della misura è candidamente dichiarata: «diminuire il rapporto debito/Pil». In altri termini, ripagare il debito pubblico alle banche. Come sempre: le privatizzazioni servono non solo a beneficiare i “prenditori”, ma a ingrassare i possessori dei titoli pubblici, banche e assicurazioni in primis.
Siamo solo all'inizio del disvelamento progressivo dell'imminente legge di stabilità. Ma già la manovra che vuole l'applauso del “popolo” continua a servire il capitale finanziario, la cui sovranità ha solo cambiato spalla al fucile.
Partito
Comunista dei Lavoratori
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