C'è una
Champions League nel mondo, c'è una Champions League per la spartizione dei
mercati internazionali, delle materie prime, della manodopera a basso costo,
una Champions League tra le grandi industrie, le grandi banche e i loro stati
di riferimento per spartirsi l'economia del mondo e le risorse nel nuovo mondo
globalizzato.
Tutto questo
è emerso dopo il crollo del muro di Berlino e quindi dal fallimento di
burocrazie parassitarie che dominavano in quei paesi. L'Unione Europea nasce
sullo nuovo sfondo storico per una ragione molto semplice: partecipare alla
Champions League.
Le classi
dirigenti europee, in particolare i principali stati di riferimento Francia,
Germania decidono di mettere insieme le proprie risorse, i propri interessi per
vedere di costruire un polo economico continentale capace di contendere e agli
Stati Uniti da un lato e alle emergenti economie asiatiche dall'altro, la
spartizione del mondo.
Peccato che
a questa Champions League degli industriali, dei banchieri, dei capitalismi
europei, hanno partecipato anche i lavoratori, i precari, i disoccupati
europei, ma hanno partecipato non come giocatori in campo e neppure come
sostituti in panchina, hanno partecipato come vittime sacrificali.
C'è una
ragione in tutto questo: se classi dirigenti europee vogliono competere per la
spartizione del mercato mondiale con cinesi e indiani da un lato e Stati Uniti
dall'altro è inevitabile che la competizione si giochi sull' abbattimento dei
costi e la massimizzazione dei profitti. Questo ha comportato politiche di
massacro sociale, precarizzazione dei giovani in tutta Europa di là dalle
frontiere.
Abbiamo
vissuto e sperimentato in questi anni le politiche di smantellamento della
previdenza pubblica, della sanità, l'abbattimento delle spese per l'istruzione
e quant'altro.
Questa
Champions League dell'universo internazionale è una grande illusione, una
struttura capitalistica della società in cui ci dicono che c'è la democrazia ma
a dettare legge è una piccola minoranza di industriali e di banchieri sulla
maggioranza della società.
L’anticapitalismo
non è una ideologia morta, al contrario pensiamo che abbia un futuro storico
davanti a sé proprio nelle condizioni di miseria annunciata di questa Unione
Europea.
PCL sezione
di Pavia
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