PER
IL DIRITTO ALL’AUTODERTMINAZIONE DEL POPOLO KURDO!
Il popolo kurdo è stato diviso un secolo fa dalle potenze
coloniali ed è
oppresso in almeno
quattro paesi: Siria, Iraq, Iran, Turchia. Tutti questi paesi sono coinvolti,
assieme ad Arabia
Saudita, Emirati del Golfo e Israele nella crisi irrisolta del Medio
Oriente. La contesa mediorientale vede coinvolti per l’egemonia regionale da un
lato Arabia Saudita, Qatar, Turchia,
Israele, dall’altro l’Iran, Hezbollah (Libano) e la Siria di
Assad, sostenuti rispettivamente da
un lato dall’imperialismo
statunitense ed europeo e dall’altro dall’imperialismo russo (e in modo più
defilato cinese) che intervengono sia direttamente che attraverso formazioni
locali. La Siria, dopo la deviazione reazionaria e la sconfitta della
rivoluzione araba, è attualmente crocevia di
fronti di guerra intrecciati e
sovrapposti, e teatro delle principali contraddizioni della situazione internazionale.
Nessun regime locale e nessuna potenza imperialista ha reale interesse a
sostenere la liberazione e ancora meno l’unificazione del popolo kurdo. La
guerra condotta dalle forze popolari kurde, la partecipazione armata delle
donne a difesa del Rojava, contro il fascismo islamista dell’ISIS e di altre
organizzazioni salafite e reazionarie, rappresenta l’elemento progressivo e di
estrema importanza nell’attuale contesto di guerre intrecciate e sovrapposte.
Il movimento kurdo nella regione è politicamente diviso: il PDK di Barzani
(Iraq), conservatore, e il PKK,
progressista, sono le principali organizzazioni nazionaliste nella regione, in
competizione per la direzione del
movimento nazionale kurdo. Queste forze negoziano con Assad,
con la Francia, con gli USA, con la Russia per
riceverne il sostegno al proprio progetto nazionale. Una speranza mal riposta e
fonte di ricorrenti frustrazioni e sconfitte
storiche.
La Turchia di Erdogan, promotrice di un proprio disegno di potenza
neo-ottomana nella regione, non ha esitato, insieme all’Arabia Saudita, a
sostenere i fascisti islamici dell’ISIS. Questo progetto non può sopportare
nessuna forma di autodeterminazione kurda, sia all’interno che all’esterno dei
suoi confini. Dopo il fallimento del colpo di Stato, Recep Tayyip Erdogan ha operato una repressione
senza precedenti finalizzata a liquidare l’opposizione democratica, in
particolare della minoranza kurda, imporre un regime autoritario e ricomporre
le alleanze internazionali. Quindi ha continuato a reprimere nel sangue la
rivolta dei kurdi in Turchia e ha invaso la Rojava per spezzare in Siria ogni
ipotesi di autonomia kurda. Dopo l’apparente svolta di Erdogan contro l’ISIS,
gli USA hanno voltato le spalle al movimento kurdo della Rojava, scegliendo la
Turchia quale sicuro bastione della NATO. È
evidente che ogni attore si muove con duttilità e spregiudicatezza al solo fine
di difendere e rafforzare il proprio peso politico in funzione dei futuri nuovi equilibri.
Nell’attuale contesto
imperialista non c’è soluzione progressiva
alla questione palestinese
senza la distruzione
rivoluzionaria dello Stato
sionista, così come
non c’è soluzione
progressiva della questione kurda in un Kurdistan indipendente senza la
messa in discussione degli equilibri e
dei confini statuali disegnati dalle potenze coloniali. Questa
rivendicazione democratica è realizzabile solo nel quadro di una soluzione
socialista, nella prospettiva di una Federazione Socialista del Medio Oriente.
Solo la classe lavoratrice, ponendosi alla testa dei popoli oppressi della
regione, può realizzare i
compiti democratici della
rivoluzione (autonomia
all'imperialismo, autodeterminazione nazionale, riforma agraria radicale). Solo
un partito rivoluzionario e
internazionalista, forte della teoria della rivoluzione permanente, può
dirigere questo processo. In alternativa, come i fatti dimostrano, in presenza
di una direzione borghese c’è la ridefinizione della carta geografica del Medio
Oriente per mano dell'imperialismo, dell'ISIS, del sionismo, del progetto
neo-ottomano turco.
NESSUNA FIDUCIA NEGLI IMPERIALISMI!
PER UN KURDISTAN UNITO E INDIPENDENTE!
PER UNA
FEDERAZIONE SOCIALISTA DEL MEDIO ORIENTE!
Partito Comunista dei Lavoratori
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