POST IN EVIDENZA

venerdì 10 febbraio 2017

VIA IL BOIA ERDOGAN!



PER IL DIRITTO ALL’AUTODERTMINAZIONE DEL POPOLO KURDO!
Il popolo kurdo è stato diviso un secolo fa dalle  potenze  coloniali  ed  è  oppresso  in  almeno  quattro paesi: Siria, Iraq, Iran, Turchia. Tutti questi paesi sono  coinvolti,  assieme  ad  Arabia  Saudita, Emirati del Golfo e Israele nella crisi irrisolta del Medio Oriente. La contesa mediorientale vede coinvolti per l’egemonia regionale da un lato Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Israele, dall’altro l’Iran, Hezbollah (Libano) e la Siria  di  Assad,  sostenuti  rispettivamente  da  un  lato dall’imperialismo statunitense ed europeo e dall’altro dall’imperialismo russo (e in modo più defilato cinese) che intervengono sia direttamente che attraverso formazioni locali. La Siria, dopo la deviazione reazionaria e la sconfitta della rivoluzione araba, è attualmente crocevia di  fronti  di guerra intrecciati e sovrapposti, e teatro delle principali contraddizioni della situazione internazionale.
Nessun regime locale e nessuna potenza imperialista ha reale interesse a sostenere la liberazione e ancora meno l’unificazione del popolo kurdo. La guerra condotta dalle forze popolari kurde, la partecipazione armata delle donne a difesa del Rojava, contro il fascismo islamista dell’ISIS e di altre organizzazioni salafite e reazionarie, rappresenta l’elemento progressivo e di estrema importanza nell’attuale contesto di guerre intrecciate e sovrapposte.
Il movimento kurdo nella regione è politicamente diviso: il PDK di Barzani (Iraq), conservatore, e        il PKK, progressista, sono le principali organizzazioni nazionaliste nella regione, in competizione     per la direzione del movimento nazionale kurdo. Queste forze negoziano con  Assad,  con  la  Francia, con gli USA, con la Russia per riceverne il sostegno al proprio progetto nazionale. Una speranza mal riposta e fonte di ricorrenti frustrazioni e sconfitte storiche.
La Turchia di Erdogan, promotrice di un proprio disegno di potenza neo-ottomana nella regione, non ha esitato, insieme all’Arabia Saudita, a sostenere i fascisti islamici dell’ISIS. Questo progetto non può sopportare nessuna forma di autodeterminazione kurda, sia all’interno che all’esterno dei suoi confini. Dopo il fallimento del colpo di Stato, Recep Tayyip Erdogan ha operato una repressione senza precedenti finalizzata a liquidare l’opposizione democratica, in particolare della minoranza kurda, imporre un regime autoritario e ricomporre le alleanze internazionali. Quindi ha continuato a reprimere nel sangue la rivolta dei kurdi in Turchia e ha invaso la Rojava per spezzare in Siria ogni ipotesi di autonomia kurda. Dopo l’apparente svolta di Erdogan contro l’ISIS, gli USA hanno voltato le spalle al movimento kurdo della Rojava, scegliendo la Turchia quale sicuro bastione della NATO. È evidente che ogni attore si muove con duttilità e spregiudicatezza al solo fine di difendere e rafforzare il proprio peso politico in funzione dei futuri nuovi equilibri.
Nell’attuale contesto imperialista non  c’è soluzione  progressiva  alla  questione  palestinese  senza la distruzione  rivoluzionaria  dello  Stato  sionista,  così  come  non   c’è   soluzione   progressiva della questione kurda in un Kurdistan indipendente senza la messa in discussione degli equilibri e  dei confini statuali disegnati dalle potenze coloniali. Questa rivendicazione democratica  è  realizzabile solo nel quadro di una soluzione socialista, nella prospettiva di una Federazione Socialista del Medio Oriente. Solo la classe lavoratrice, ponendosi alla testa dei popoli oppressi della regione, può   realizzare    i    compiti    democratici    della    rivoluzione    (autonomia all'imperialismo, autodeterminazione nazionale, riforma agraria radicale). Solo un  partito rivoluzionario e internazionalista, forte della teoria della rivoluzione permanente, può dirigere questo processo. In alternativa, come i fatti dimostrano, in presenza di una direzione borghese c’è la ridefinizione della carta geografica del Medio Oriente per mano dell'imperialismo, dell'ISIS, del sionismo, del progetto neo-ottomano turco.

  NESSUNA FIDUCIA NEGLI IMPERIALISMI!

  PER UN KURDISTAN UNITO E INDIPENDENTE!

  PER UNA FEDERAZIONE SOCIALISTA DEL MEDIO ORIENTE!

Partito Comunista dei Lavoratori


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.