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domenica 5 febbraio 2017

Euro o lira, il vero problema è il capitalismo Contro la truffa del nazionalismo!




Il capitalismo è un sistema fallito. L'aumento impressionante delle disuguaglianze sociali in tutto il mondo ne è la misura. Ma un sistema fallito, in profonda crisi di consenso, deve riuscire a dirottare su falsi miti la rabbia sociale delle classi che sfrutta.
Per un certo tempo il mito europeista ha svolto questo ruolo. Perché i sacrifici? Perché bisogna “entrare in Europa”, si diceva in Italia negli anni ‘90. L'Unione Europea dei principali stati capitalisti veniva presentata come orizzonte di progresso. Ma l'esperienza della UE ha dimostrato l'opposto: precarietà del lavoro, privatizzazioni, tagli alle prestazioni sociali, demolizione dei contratti nazionali. Sono le politiche di tutti i governi UE. Per ultimo del governo Tsipras, che aveva annunciato la “riforma sociale e democratica” della UE e ha finito con lo svendere alla troika persino l'acqua pubblica. A riprova che non si può riformare la UE.

Ora che la truffa dell'Unione ha perso la propria credibilità, tornano in voga i miti nazionalisti e sovranisti. Perché i sacrifici? Perché c'è l'euro e la Germania ci sfrutta. L'uscita dall'euro e/o dalla UE diventa la via maestra del ritorno della democrazia e della “sovranità del popolo”. È la propaganda dei nazionalismi reazionari europei, ma anche, in altre forme, di ambienti diversi della sinistra. È un'altra truffa.

Non esiste la sovranità di una moneta. Esiste la sovranità della classe sociale che la controlla. All'ombra del dollaro sovrano, i padroni USA hanno abbassato i salari, tagliato milioni di posti di lavoro, sotto Bush come sotto Obama. Ed oggi Donald Trump, nel nome della nazione americana, annuncia una nuova stretta contro la sanità e i diritti sindacali. Sotto la sovranissima sterlina, i padroni inglesi hanno smantellato i diritti e le conquiste sociali di generazioni di sfruttati. Oggi, l'uscita della Gran Bretagna dalla UE non cambia di una virgola il corso distruttivo di queste politiche.

La nuova moda dell’era Trump è dunque la vecchia truffa del nazionalismo: la borghesia in ogni Stato arruola i propri lavoratori contro i lavoratori di altri paesi, in una competizione mondiale di tutti contro tutti. I sacrifici che prima erano richiesti nel nome della globalizzazione e del libero scambio, ora sono invocati sempre più nel nome della Patria e della Nazione. Ma a pagare sono sempre gli stessi: i lavoratori. E a guadagnarci sono sempre gli stessi: i capitalisti e i loro profitti. Questa è la truffa che si nasconde dietro le parole dei Le Pen, dei Salvini, dei Grillo...

La verità è che l'alternativa non è tra euro e lira, tra libero scambio o protezionismo, tra Unione Europea e nazione. L'alternativa vera è tra capitalisti e lavoratori. Tra capitalismo e socialismo. In ogni paese e su scala mondiale. Da un lato un sistema sociale fallito che non ha nulla da offrire ma solo da togliere, quali che siano le sue monete e le sue istituzioni, nel quale la sovranità sta in ogni caso nelle mani dei capitalisti, dei banchieri, della loro dittatura. Dall'altro un progetto di alternativa di società in cui a comandare sia finalmente chi lavora, chi produce la ricchezza della società, e cioè la sua maggioranza, a partire dal controllo delle leve fondamentali dell'economia.

Il Partito Comunista dei Lavoratori si batte nelle lotte dei lavoratori, in ogni lotta di resistenza sociale per questo progetto di liberazione e rivoluzione. Per la costruzione di un partito internazionale della classe lavoratrice basato su questa prospettiva: l'unica vera alternativa.

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