CONTRO LA
DESTRA REAZIONARIA, MA ANCHE CONTRO UN GOVERNO CHE CONSERVA LE MISURE PEGGIORI
DELLA DESTRA
Condividiamo
il sentimento di fondo che anima tante piazze di giovani. Partecipiamo a queste
piazze. Sentiamo anche noi la stessa nausea profonda per le culture xenofobe,
misogine, reazionarie dei Salvini e delle Meloni, la loro vocazione
autoritaria, il loro uso cinico dei sentimenti religiosi con tanto di
esibizione di croci e di madonne, il loro disprezzo per le donne e per i
soggetti LGBTQIA+, il loro militarismo tricolore in abito di polizia. Dio,
Patria, Famiglia sono ovunque bandiere di regime. Per Salvini forse una cinica
recita elettorale. Per Meloni un’autentica tradizione fascista. In entrambi i
casi una minaccia seria.
E tuttavia
l'opposizione alla destra reazionaria nutre un sentimento, non indica una
prospettiva. Né rimuove gli interrogativi. Perché questa cultura miserabile
raccoglie attorno a sé tanto consenso? Perché lo raccoglie assai spesso nei
luoghi di lavoro, nelle periferie metropolitane, in ampi settori di popolo? Lo
raccoglie perché la classe lavoratrice è stata abbandonata a sé stessa proprio
da coloro che avrebbero dovuto difenderla nella crisi più grande del
dopoguerra. Non solo: i vertici della sinistra politica e sindacale o di quella
che nella comunicazione pubblica è rappresentata (abusivamente) come “la
sinistra” (il PD), hanno direttamente gestito o avallato l'attacco alla propria
base sociale. Precarizzazione dilagante. Privatizzazione di aziende e servizi.
Tagli alla spesa sociale. Abolizione
dell'articolo 18. Attacco alla istruzione pubblica. Legge Fornero sulle
pensioni. Questa è stata la politica del PD o dei governi da questo sostenuti,
con la copertura delle burocrazie sindacali e in più occasioni della stessa
sinistra cosiddetta “radicale” (come Rifondazione Comunista nei governi Prodi).
Se la sinistra non è più riconoscibile o è identificata con le élites non è
forse in ragione di questo tradimento vero e proprio? La destra ha solo
raccolto i frutti di questa semina. Il meno peggio ha spianato la strada al
peggio. È la lezione degli ultimi 40 anni.
Del resto,
basta guardare al presente. Il governo PD-M5S, nato formalmente in contrapposizione
a Salvini, non sta forse conservando le peggiori misure di Salvini?
Lo vediamo
coi decreti sicurezza rimasti intatti, e al più ritoccati nella forma, proprio
per conservarne la sostanza. Lo vediamo con la difesa degli accordi infami con
la guardia costiera libica, già di Minniti e poi di Salvini. Lo vediamo con la
conferma di tutte le missioni militari in terre lontane e teatri di guerra,
circondate più di ieri dall'impenetrabile segreto (come in Libia). Lo vediamo
sul piano sociale con la salvaguardia della legge Fornero, del Jobs Act, di
tutte le leggi di precarizzazione del lavoro che hanno massacrato negli ultimi
vent'anni una intera generazione per ingrassare i profitti. Del resto, il
Presidente del Consiglio non a caso è rimasto lo stesso, ha solo rimpiazzato la
Lega col PD, col trasformismo più disinvolto.
Poi sì, è
vero, i toni di Conte sono diversi da quelli di Salvini e Meloni, ci vuole
poco. Ma i toni cerimoniosi e istituzionali servono solo a rifarsi il trucco e
confezionare meglio la stessa merce. Col risultato oltretutto di regalare
proprio a Salvini nuovo consenso e una possibile rivincita.
E allora
certo, tutti insieme nelle piazze, stretti come sardine, contro Salvini e la
destra! Ma proprio per questo rivendicando la cancellazione delle misure di
Salvini e dunque l'opposizione al governo che le mantiene. Proprio per questo
facendo la scelta di campo dalla parte del lavoro contro il capitale, quale che
sia il suo governo. Perché questa è la frontiera vera dello scontro.
• VIA I DECRETI SICUREZZA!
• VIA LE MISSIONI DI GUERRA!
• VIA LA LEGGE FORNERO, VIA IL JOBS ACT,
VIA LA PRECARIETÀ DEL LAVORO!
• COMANDINO I LAVORATORI, NON I GRANDI
AZIONISTI, LE BANCHE, I CAPITALISTI!
• SI RIORGANIZZI LA SOCIETÀ SU BASI NUOVE
E DA CIMA A FONDO, ROMPENDO UNA VOLTA PER TUTTE COL CAPITALISMO CHE SFRUTTA ED
INQUINA! PERCHÉ NÉ L'UOMO NÉ LA NATURA SIANO RIDOTTI A MERCE!
Partito
Comunista dei Lavoratori
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