L'abisso tra
la borghesia e chi possiede la propria forza-lavoro diventa sempre più
profondo, con l'aumento della disoccupazione, della precarietà, della povertà,
delle disuguaglianze, delle ingiustizie.
I periodi di crisi e stagnazione si allungano, le condizioni di vita e di lavoro degli operai si aggravano. Il malcontento e la collera aumentano fra gli operai e gli altri strati popolari, sebbene essi siano attualmente irretiti dalla demagogia sociale delle forze populiste e reazionarie da un lato, paralizzati e divisi dal riformismo e dall’opportunismo dall'altro; e i lavoratori sono immobilizzati dalle conseguenze della repressione scatenata dal padronato, dal terrore diffuso delle azioni punitive, dei provvedimenti disciplinari fino al licenziamento.
Lo sviluppo
del capitalismo e della sua base materiale non minaccia l’esistenza del
proletariato come classe, non mina le sue posizioni nella società, come avviene
per le classi intermedie. Al contrario, fa aumentare il numero degli operai
salariati su scala mondiale, oggi più di un miliardo, con buona pace di chi
straparla della «scomparsa della classe operaia». Negli ultimi decenni uno dei
punti centrali dell'attacco ideologico della borghesia è stato, infatti, la
presunta fine della classe operaia. Si tratta di un'enorme mistificazione.
Nel nostro
paese, nonostante massicci processi di ristrutturazione e di delocalizzazione
il numero complessivo degli operai è di 8,1 milioni . Secondo i dati
dell’Osservatorio Inps del 2017, sui lavoratori del settore privato, la
componente operaia rappresenta il 55,6% del totale. La crescita del terziario
non ha determinato, numericamente, il «sorpasso» degli impiegati sugli operai.
La crescita costante della percentuale dei lavoratori salariati sul totale
degli occupati è un fenomeno internazionale: oggi il 52% degli occupati sono
lavoratori salariati.
Lo stesso
sviluppo del capitalismo, delle forze produttive, rende sempre più importante e
incisiva la funzione oggettiva della classe operaia nella vita economico-sociale,
che è la principale produttrice della ricchezza materiale della società.
Sappiamo,
nelle linee fondamentali, quale deve essere il nostro ruolo in questo contesto:
sostenere la lotta di classe degli operai unendosi a loro per alimentarne la
coscienza; unificare, organizzare e mobilitare la classe a partire dalle
rivendicazioni legate ad obiettivi avanzati; influenzare, orientare sino a
dirigere, nella lotta, la classe sfruttata per strappare il potere politico
alla borghesia, rappresentando e difendendo sempre gli interessi generali del
proletariato e il suo futuro, che si potrà conquistare con l’abolizione della
proprietà borghese e la costruzione della nuova società.
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