Una vera nazionalizzazione è l'unica via
Un clamoroso
paradosso sta emergendo su ArcelorMittal. Diverse procure aprono indagini sulle
condotte del gruppo. Roba pesante: aggiotaggio, false comunicazioni,
appropriazione indebita. I nuovi acquirenti di ex Ilva compravano materie prime
a prezzi gonfiati da altre imprese del gruppo, e vendevano a prezzi stracciati
a proprie consociate che hanno sede in Olanda e Lussemburgo (dove pagano tasse
irrisorie); i parchi minerari sono stati progressivamente svuotati in sei mesi
nella prospettiva di una chiusura già programmata; le manutenzioni ordinarie
sono state da tempo dismesse, aggravando l'insicurezza del lavoro in fabbrica.
In poche parole, gli azionisti di ArcelorMittal hanno volutamente depauperato
l'azienda per poi imporne la chiusura. Si sono appropriate dell'Ilva non per
continuare a produrre acciaio italiano da vendere all'estero, ma per vendere
anche in Italia acciaio prodotto all'estero dopo aver chiuso Taranto.
Una condotta
truffaldina e criminale.
Eppure nelle
stesse ore in cui tutto questo emerge, il governo Conte moltiplica le offerte
sottobanco all'azienda per convincerla a restare. L'offerta del menù è varia: o
l'ingresso nel capitale della Cassa Depositi e Prestiti, o la partecipazione
diretta del Tesoro, o uno spezzatino aziendale con lo Stato che si fa carico
degli esuberi (bad company), o una combinazione di tutte queste misure. Il loro
significato è semplice: lo Stato soccorre con risorse pubbliche il profitto
privato degli azionisti. Non solo. Se gli azionisti accettano, il governo offre
loro il sospirato scudo penale, che l'azienda chiede non a caso sulla stessa
sicurezza sul lavoro.
In
conclusione: il governo Conte offre ad un'azienda criminale non solo risorse
pubbliche, ma l'impunità. Non sappiamo se ArcelorMittal accetterà, sappiamo che
è un mercimonio immondo. Le burocrazie sindacali, Maurizio Landini in testa,
non hanno nulla da dire su questo? Sembra di no. Anzi, sembrano essere il
principale supporto del governo Conte e della sua linea, sull'Ilva come sulla
finanziaria.
La
nazionalizzazione dell'ex Ilva, senza indennizzo, e sotto il controllo dei
lavoratori, si conferma una volta di più non solo come l'unica premessa di una
necessaria riconversione a tutela del lavoro e della salute, ma anche come
l'unica soluzione morale, per gli operai e per la popolazione tarantina.
Partito
Comunista dei Lavoratori
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