Si lavora in
pochi e sempre peggio, aumentano i carichi di lavoro, la fatica e lo stress, si
lavora sempre più a lungo e per giunta con retribuzioni sempre più inadeguate.
La tendenza
del sistema capitalista a peggiorare le condizioni di vita della classe operaia,
viene ancora una volta confermata. L’attacco ai CCNL, la polverizzazione
contrattuale fino ai contratti individuali, la politica di austerità e le tasse
dirette e indirette che gravano sui salariati, non fa altro che peggiorare tale
situazione di progressivo ed incessante impoverimento della classe lavoratrice
e delle masse popolari.
La politica
di abbassamento dei salari, serve al capitale per perseguire la divisione dei lavoratori e recuperare i margini di profitto.
La politica
di cedimento e tradimento dei sindacati collaborazionisti e della sinistra borghese e socialdemocratica si è tradotta in
contratti a perdere e ha messo i lavoratori davanti al ricatto occupazione o salari da fame.
La questione
salariale, dell’occupazione e quella del precariato sono questioni collegate fra loro su cui deve tornare a svilupparsi la lotta di classe operaia contro il sistema
di sfruttamento capitalista che genera costantemente piaghe sociali.
Bisogna rompere gli argini creati dagli
opportunisti, dai riformisti e dalla
burocrazia sindacale, approfittando di ogni
occasione per scatenare la lotta
a favore delle rivendicazioni di
classe. Rilanciare e sviluppare la lotta intransigente per l’incremento del
salario, legandola a quella contro la chiusura delle fabbriche e delle aziende,
la disoccupazione e l’aumento dello sfruttamento, per la sicurezza e salute sul lavoro, per la difesa dei diritti dei lavoratori quali il diritto di sciopero,
di picchetto, per poter andare in
pensione ad un’età decente e senza tagli.
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