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martedì 26 febbraio 2019

ROMPERE GLI ARGINI CREATI DAGLI OPPORTUNISTI, DAI RIFORMISTI E DALLA BUROCRAZIA SINDACALE



Si lavora in pochi e sempre peggio, aumentano i carichi di lavoro, la fatica e lo stress, si lavora sempre più a lungo e per giunta con retribuzioni sempre più inadeguate.

La tendenza del sistema capitalista a peggiorare le condizioni di vita della classe operaia, viene ancora una volta confermata. L’attacco ai CCNL, la polverizzazione contrattuale fino ai contratti individuali, la politica di austerità e le tasse dirette e indirette che gravano sui salariati, non fa altro che peggiorare tale situazione di progressivo ed incessante impoverimento della classe lavoratrice e delle masse popolari.

La politica di abbassamento dei salari, serve al capitale per perseguire la divisione dei  lavoratori e recuperare i  margini di profitto.

La politica di cedimento e tradimento dei sindacati collaborazionisti e della sinistra  borghese e socialdemocratica si è tradotta in contratti a  perdere e ha messo i lavoratori  davanti al ricatto occupazione o salari  da fame. 

La questione salariale, dell’occupazione e quella del precariato sono   questioni collegate fra loro su   cui deve tornare a svilupparsi   la lotta di classe operaia contro il sistema di   sfruttamento capitalista che   genera costantemente piaghe   sociali.  

Bisogna rompere gli argini creati dagli   opportunisti, dai riformisti e   dalla burocrazia sindacale, approfittando di ogni   occasione per scatenare la   lotta a favore delle   rivendicazioni di classe. Rilanciare e sviluppare la lotta intransigente per l’incremento del salario, legandola a quella contro la chiusura delle fabbriche e delle aziende, la disoccupazione e l’aumento dello sfruttamento, per la sicurezza e salute sul    lavoro, per la difesa dei diritti  dei lavoratori quali il diritto di sciopero, di picchetto, per    poter andare in pensione ad un’età decente e senza tagli.   

La lotta non si deve limitarla, però, in una pura dimensione    “economica”, ma considerarla come parte della  lotta generale contro il sistema  capitalista, il vero responsabile della condizione di miseria e sfruttamento dei    lavoratori, nell'ottica dell’alternativa rivoluzionaria del proletariato.    

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