«Ceti
popolari, borghesia illuminata, sindaci, movimenti, reti sociali: questi sono i
miei riferimenti» (Il Fatto Quotidiano, 4 febbraio).
Così il
sindaco di Napoli Luigi De Magistris presenta la nuova lista civica per le prossime
elezioni europee. Una lista che mira a raccogliere in un unico minestrone
organizzazioni e partiti (da Potere al Popolo a Rifondazione Comunista) che si
sono bastonati sino a ieri e che riprenderanno a bastonarsi domani. Nel
frattempo lotteranno all'ultimo sangue, gli uni contro gli altri, a suon di
preferenze, per accaparrarsi un eventuale eletto/a.
Si dirà: è
una pena che vale il progetto. Ma il progetto qual è? È quello di assicurare a
Luigi De Magistris un rodaggio di visibilità in vista delle successive elezioni
politiche. Un progetto esplicitamente rivolto a intercettare le aree in
sofferenza del M5S sul versante civico-democratico, e dunque in qualche modo
concorrente sullo stesso terreno populista.
Un «governo
competente delle istituzioni», questo l'obiettivo dichiarato di De
Magistris.
Del resto,
se si vuole rappresentare indistintamente ceti popolari e borghesia illuminata,
non c'è altra politica che questa: quella che De Magistris ha gestito a Napoli,
strizzando l'occhio contemporaneamente ai centri sociali e ai salotti, nel
mentre si privatizzano le municipalizzate.
Certo è
altra cosa rispetto a M5S, Lega e PD. Ma non c'entra nulla con la
rappresentanza autonoma dei lavoratori, tanto meno con un progetto
anticapitalista.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.