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lunedì 4 febbraio 2019

LOTTA PER L’AMBIENTE CONTRO IL SISTEMA DI SFRUTTAMENTO CAPITALISTA



Il prossimo 23 marzo si terrà a Roma una grande manifestazione nazionale NO TAV e delle altre strutture di lotta per la difesa del territorio nazionale.
La protesta non si fermerà e acquisterà ancora più forza se saprà fare completamente piazza pulita delle illusioni verso i partiti borghesi, vecchi e nuovi.

Il Partito Comunista dei Lavoratori è nettamente collocato sul fronte No TAV, a partire da una motivazione di classe e da un progetto alternativo di società.
Sosteniamo con  convinzione la lotta del popolo  NO TAV e degli altri  movimenti ambientalisti e  denunciamo i provvedimenti  repressivi verso i militanti, a  cui va la nostra solidarietà. 

Non siamo per principio contro le grandi opere, nel nome del “piccolo è bello”. Vi sono grandi opere obiettivamente necessarie anche nel campo dell'alta velocità, magari disertate o passate in secondo piano dai governi borghesi. Né vale il concetto dell'opposizione di principio alle grandi opere per il fatto che coinvolgono gli interessi di potentati economici. Neppure può essere eretto a criterio assoluto la contrarietà a una grande opera da parte di settori popolari dei territori direttamente interessati, perché a certe condizioni un interesse generale può essere prioritario rispetto a interessi locali. La stessa storia generale delle ferrovie lo dimostra. 

Da questo punto di vista, ogni cultura comunitaria che declini la dimensione territoriale del movimento come nuovo modello di soggettività antagonista alternativa alla dimensione generale di classe ci pare non solo sbagliata ma pericolosa. 

Lottiamo per la tutela  dell’ambiente e il rispetto degli equilibri naturali, l’aumento  della spesa sociale per la  manutenzione e il riassetto  idrogeologico del territorio. 
Inseriamo la lotta per l’ambiente in quella generale contro il sistema di   sfruttamento capitalista, il vero   responsabile del disastri   ambientali e delle speculazioni   a danno dei territori.

La TAV è diventata una croce per il governo reazionario, in particolare per il M5S.

Il M5S di governo ha già capovolto le proprie promesse elettorali in relazione alla vicenda TAP, esponendosi ad una contestazione frontale delle popolazioni salentine e di settori significativi di propri attivisti. Una nuova capitolazione di M5S sul TAV potrebbe innescare un effetto valanga in termini di credibilità pubblica del partito, ben al di là della Val Susa. Al tempo stesso la Lega di Salvini, già in tensione col proprio blocco imprenditoriale del Nord, ha difficoltà a subire un vero blocco della TAV, e preme sul M5S per rimuovere ogni veto. 

Respingere le mediazioni-truffa, battersi per bloccare la TAV, è anche una forma di opposizione politica a un governo reazionario, xenofobo, truffaldino e ai suoi progetti di stabilizzazione.

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