Di Marco Ferrando – Unità di Classe estate 2018
Il governo
fornisce una valvola di sfogo compensativa alla insoddisfazione sociale
attraverso la campagna contro gli immigrati e più in generale delle politiche
securitarie.
È il terreno
su cui la Lega ha impresso il proprio marchio inconfondibile.
Il salto di
qualità della politica reazionaria è pubblicamente rivendicato.
Si programma
la cacciata di 500.000 immigrati cosiddetti clandestini perché privati di
diritti, spesso lavoratori super sfruttati in nero in agricoltura, industria,
edilizia.
La loro
segregazione per 18 mesi nei nuovi CIE (uno per regione) delinea veri e propri
campi di concentramento.
Ma la
campagna è anche contro i richiedenti asilo, con la definizione di una
legislazione penale speciale che prevede la loro espulsione automatica nel
paese d'origine in caso di illegalità.
Il furto di
una mela, occupazione di una casa per vivere, cancellano il diritto all'asilo,
che è spesso il diritto a fuggire dalla morte.
Un’enormità,
che si aggiunge alle discriminazioni già attuate dalla legge Minniti/ Orlando
in fatto di cancellazione del ricorso all'appello contro il respingimento della
domanda di asilo.
Di più. Il
nuovo governo estende la linea discriminatoria anche agli immigrati già
regolarmente insediati che vivono e lavorano da anni in Italia.
Infatti il
reddito di cittadinanza e l'asilo gratuito (promessi) sono esplicitamente
riservati "solo agli italiani".
Per la prima
volta nel dopoguerra una discriminazione esplicitamente etnica fa il suo
ingresso dichiarato nel programma di governo.
La chiusura
generalizzata di "tutti i campi rom" completa il quadro.
Di certo il
Ministero degli Interni nelle mani della Lega segnerà una nuova frontiera
dell'aggressione reazionaria e xenofoba.
Il fatto che
CasaPound abbia salutato le "potenzialità positive" del nuovo governo
non è causale.
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