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sabato 28 luglio 2018

CACCIA AGLI IMMIGRATI E DISCRIMINAZIONE ETNICA

Di Marco Ferrando – Unità di Classe  estate 2018




Il governo fornisce una valvola di sfogo compensativa alla insoddisfazione sociale attraverso la campagna contro gli immigrati e più in generale delle politiche securitarie.
È il terreno su cui la Lega ha impresso il proprio marchio inconfondibile.
Il salto di qualità della politica reazionaria è pubblicamente rivendicato.
Si programma la cacciata di 500.000 immigrati cosiddetti clandestini perché privati di diritti, spesso lavoratori super sfruttati in nero in agricoltura, industria, edilizia.
La loro segregazione per 18 mesi nei nuovi CIE (uno per regione) delinea veri e propri campi di concentramento.
Ma la campagna è anche contro i richiedenti asilo, con la definizione di una legislazione penale speciale che prevede la loro espulsione automatica nel paese d'origine in caso di illegalità.
Il furto di una mela, occupazione di una casa per vivere, cancellano il diritto all'asilo, che è spesso il diritto a fuggire dalla morte.
Un’enormità, che si aggiunge alle discriminazioni già attuate dalla legge Minniti/ Orlando in fatto di cancellazione del ricorso all'appello contro il respingimento della domanda di asilo.
Di più. Il nuovo governo estende la linea discriminatoria anche agli immigrati già regolarmente insediati che vivono e lavorano da anni in Italia.
Infatti il reddito di cittadinanza e l'asilo gratuito (promessi) sono esplicitamente riservati "solo agli italiani".
Per la prima volta nel dopoguerra una discriminazione esplicitamente etnica fa il suo ingresso dichiarato nel programma di governo.
La chiusura generalizzata di "tutti i campi rom" completa il quadro.
Di certo il Ministero degli Interni nelle mani della Lega segnerà una nuova frontiera dell'aggressione reazionaria e xenofoba.
Il fatto che CasaPound abbia salutato le "potenzialità positive" del nuovo governo non è causale.

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