Intervista a Riccardo Germani,
dirigente dell’Unione Sindacale di Base
Nel
pomeriggio di giovedì scorso la città di Milano ha assistito ad un esempio di
doppia prevaricazione. Gli squadristi di Casapound, nota formazione di stampo
neofascista, hanno aggredito una delegazione della rete “Nessuna persona è
illegale” all’interno dei corridoi di Palazzo Marino, sede della giunta e del
consiglio comunale ambrosiano. Pronta però è stata la reazione degli altri
membri della rete, i quali hanno bloccato tutte le uscite di Palazzo Marino per
impedire la fuga ai neofascisti. A consentirla però è subito intervenuto un
reparto di polizia in assetto antisommossa, che ha caricato i compagni nel
piazzale antistante il palazzo, tra cui non mancavano donne e bambini.
Nel pomeriggio di oggi ho avuto modo di fare quattro chiacchiere con Riccardo, dirigente dell’Usb di Milano, il quale giovedì pomeriggio era lì in piazza della Scala ed ha subito in prima persona l’aggressione poliziesca.
Ciao Riccardo, per cominciare, ribadendoti la solidarietà mia e degli altri compagni del Pcl, ti chiederei perché giovedì pomeriggio eravate al Comune di Milano.
Come Usb, parte della rete “Nessuna persona è illegale” eravamo in piazza per un presidio, nel quale presentavamo la richiesta di apertura di un tavolo istituzionale per la concessione della residenza anagrafica a tutti gli immigrati che vivono nel territorio del comune di Milano.
Da quali realtà è composta la rete “Nessuna persona è illegale”?
La rete ha una composizione molto varia. Ne fanno parte infatti diversi centri sociali e sindacati di base, oltre a molte associazioni, le quali hanno avuto un importante ruolo nella manifestazione antirazzista del 20 maggio a Milano, che ha visto una partecipazione di più di centomila persone.
Qual è stato il ruolo della polizia giovedì pomeriggio?
La polizia ci deve dare assolutamente delle spiegazioni. Chiederemo le dimissioni del questore di Milano per essere stato a conoscenza della presenza dei fascisti di Casapound all’interno di Palazzo Marino e non aver impedito che si incontrassero con i nostri compagni. A nostro avviso tale episodio è stato creato ad arte per screditare i movimenti di lotta che lavorano sul territorio. Questi soprusi sono degni di una dittatura di stampo sudamericano, non di un paese democratico.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, quale sarà la vostra reazione? Come lavorerete nelle prossime settimane?
Come Usb facciamo appello a tutte le realtà antifasciste di Milano per chiedere ed avere dalla Questura delle spiegazioni a riguardo dei fatti di giovedì, al fine di verificare una loro possibile estraneità ai fatti.
Da un punto di vista politico invece, oltre ad aver convocato un presidio alla Prefettura in Corso Monforte per lunedì pomeriggio per avere chiarimenti dal prefetto, continueremo nella nostra battaglia per la concessione della residenza e di una regolare assistenza sanitaria agli immigrati, con un’attenzione anche alla questione casa, per la regolarizzazione delle case occupate e degli allacci della luce e del gas.
Auspichiamo che questa battaglia porti in futuro anche alla creazione a livello nazionale di un tavolo per la residenza ed il diritto alla salute degli immigrati.
La città di Milano, negli ultimi mesi, ha assistito a svariati episodi relativi ad un rafforzamento della presenza neofascista in città, su tutti valga l’esempio della presenza di Stefano Pavesi, esponente di Lealtà e Azione, tra i banchi del consiglio di Zona 8 nelle fila della Lega.
Dietro l’incremento dei neofascisti a Milano non ci può non essere un piano politico, non si potrebbe spiegare altrimenti la presenza di oltre 2000 militanti di Casapound e Lealtà e Azione il 29 aprile al Cimitero Maggiore di Milano per commemorare Sergio Ramelli. Tali episodi non possono non avere la copertura da parte delle istituzioni.
L’antifascismo nella nostra città dev’essere un minimo comun denominatore per un lavoro comune sui territori, volto alla costruzione di un blocco sociale nella lotta per i diritti, a partire da iniziative di lotta come il presidio della rete “Nessuna persona è illegale” che terremo giovedì prossimo dalle 16.30 in poi in piazza della Scala a Milano.
Nel pomeriggio di oggi ho avuto modo di fare quattro chiacchiere con Riccardo, dirigente dell’Usb di Milano, il quale giovedì pomeriggio era lì in piazza della Scala ed ha subito in prima persona l’aggressione poliziesca.
Ciao Riccardo, per cominciare, ribadendoti la solidarietà mia e degli altri compagni del Pcl, ti chiederei perché giovedì pomeriggio eravate al Comune di Milano.
Come Usb, parte della rete “Nessuna persona è illegale” eravamo in piazza per un presidio, nel quale presentavamo la richiesta di apertura di un tavolo istituzionale per la concessione della residenza anagrafica a tutti gli immigrati che vivono nel territorio del comune di Milano.
Da quali realtà è composta la rete “Nessuna persona è illegale”?
La rete ha una composizione molto varia. Ne fanno parte infatti diversi centri sociali e sindacati di base, oltre a molte associazioni, le quali hanno avuto un importante ruolo nella manifestazione antirazzista del 20 maggio a Milano, che ha visto una partecipazione di più di centomila persone.
Qual è stato il ruolo della polizia giovedì pomeriggio?
La polizia ci deve dare assolutamente delle spiegazioni. Chiederemo le dimissioni del questore di Milano per essere stato a conoscenza della presenza dei fascisti di Casapound all’interno di Palazzo Marino e non aver impedito che si incontrassero con i nostri compagni. A nostro avviso tale episodio è stato creato ad arte per screditare i movimenti di lotta che lavorano sul territorio. Questi soprusi sono degni di una dittatura di stampo sudamericano, non di un paese democratico.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, quale sarà la vostra reazione? Come lavorerete nelle prossime settimane?
Come Usb facciamo appello a tutte le realtà antifasciste di Milano per chiedere ed avere dalla Questura delle spiegazioni a riguardo dei fatti di giovedì, al fine di verificare una loro possibile estraneità ai fatti.
Da un punto di vista politico invece, oltre ad aver convocato un presidio alla Prefettura in Corso Monforte per lunedì pomeriggio per avere chiarimenti dal prefetto, continueremo nella nostra battaglia per la concessione della residenza e di una regolare assistenza sanitaria agli immigrati, con un’attenzione anche alla questione casa, per la regolarizzazione delle case occupate e degli allacci della luce e del gas.
Auspichiamo che questa battaglia porti in futuro anche alla creazione a livello nazionale di un tavolo per la residenza ed il diritto alla salute degli immigrati.
La città di Milano, negli ultimi mesi, ha assistito a svariati episodi relativi ad un rafforzamento della presenza neofascista in città, su tutti valga l’esempio della presenza di Stefano Pavesi, esponente di Lealtà e Azione, tra i banchi del consiglio di Zona 8 nelle fila della Lega.
Dietro l’incremento dei neofascisti a Milano non ci può non essere un piano politico, non si potrebbe spiegare altrimenti la presenza di oltre 2000 militanti di Casapound e Lealtà e Azione il 29 aprile al Cimitero Maggiore di Milano per commemorare Sergio Ramelli. Tali episodi non possono non avere la copertura da parte delle istituzioni.
L’antifascismo nella nostra città dev’essere un minimo comun denominatore per un lavoro comune sui territori, volto alla costruzione di un blocco sociale nella lotta per i diritti, a partire da iniziative di lotta come il presidio della rete “Nessuna persona è illegale” che terremo giovedì prossimo dalle 16.30 in poi in piazza della Scala a Milano.
a cura di Vincenzo Cimmino
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