Il Partito Comunista dei Lavoratori partecipa alle elezioni comunali di Lissone con un punto di vista alternativo: quello dei lavoratori/lavoratrici, dei nativi e dei migranti, dei giovani, dei precari e dei disoccupati.
Noi non abbiamo altro interesse da difendere che quello dei lavoratori e la loro liberazione. Non facciamo politica per prendere voti, ma chiediamo voti a una politica: una politica intransigente di difesa del lavoro.
Per questo siamo contro le destre (quella di Renzi, di Salvini e di Grillo) che si contendono il potere ma che, tutte, sia pure in modo diverso, sono contro i lavoratori. In particolare il M5S disvela sempre più il proprio programma antioperaio. Una ideologia, quella grillina, che dissolve le classi, le loro rappresentanze sindacali, il conflitto in una massa indistinta di “cittadini” atomizzati", soli davanti al computer. Basta con gli operai contro i padroni; uno vale uno e tutti sono uguali.
“Ogni lavoratore si rappresenti da solo, il sindacato non serve a nulla”, affermava il grillino Di Maio a proposito dei licenziamenti dei lavoratori della società Almaviva. Ovviamente nulla di più gradito per padroni grandi e piccoli ma nulla di più falso storicamente e nella vita quotidiana di milioni di lavoratori.
Le nostre rivendicazioni programmatiche, sul terreno generale, sono dichiaratamente “di parte”: la parte del lavoro, dei giovani precari, dei disoccupati, dei migranti (la larga maggioranza della popolazione lissonese) contro la parte dei salotti, della borghesia benpensante, dei poteri forti cittadini (la piccola minoranza di banchieri, industriali, costruttori, Curia, e dei loro ambienti ramificati).
Rifiutiamo la scelta tra la peste e il colera, europeisti e sovranisti-nazionalisti sono la faccia della stessa medaglia: liberista, regressiva, antisociale. Costruiamo insieme l’alternativa socialista e rivoluzionaria al sistema capitalista.
Noi non abbiamo altro interesse da difendere che quello dei lavoratori e la loro liberazione. Non facciamo politica per prendere voti, ma chiediamo voti a una politica: una politica intransigente di difesa del lavoro.
Per questo siamo contro le destre (quella di Renzi, di Salvini e di Grillo) che si contendono il potere ma che, tutte, sia pure in modo diverso, sono contro i lavoratori. In particolare il M5S disvela sempre più il proprio programma antioperaio. Una ideologia, quella grillina, che dissolve le classi, le loro rappresentanze sindacali, il conflitto in una massa indistinta di “cittadini” atomizzati", soli davanti al computer. Basta con gli operai contro i padroni; uno vale uno e tutti sono uguali.
“Ogni lavoratore si rappresenti da solo, il sindacato non serve a nulla”, affermava il grillino Di Maio a proposito dei licenziamenti dei lavoratori della società Almaviva. Ovviamente nulla di più gradito per padroni grandi e piccoli ma nulla di più falso storicamente e nella vita quotidiana di milioni di lavoratori.
Le nostre rivendicazioni programmatiche, sul terreno generale, sono dichiaratamente “di parte”: la parte del lavoro, dei giovani precari, dei disoccupati, dei migranti (la larga maggioranza della popolazione lissonese) contro la parte dei salotti, della borghesia benpensante, dei poteri forti cittadini (la piccola minoranza di banchieri, industriali, costruttori, Curia, e dei loro ambienti ramificati).
Rifiutiamo la scelta tra la peste e il colera, europeisti e sovranisti-nazionalisti sono la faccia della stessa medaglia: liberista, regressiva, antisociale. Costruiamo insieme l’alternativa socialista e rivoluzionaria al sistema capitalista.
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