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martedì 31 maggio 2016

UN VOTO DI CLASSE

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Negli ultimi anni, in Italia, per effetto della crisi economica e delle politiche neoliberiste, è cresciuta la percentuale di chi non ha più i mezzi per accedere ad un alloggio stabile e dignitoso.

La carenza di alloggi sociali disponibili, il sovraffollamento degli alloggi esistenti, gli sfratti per morosità, le occupazioni abusive per necessità... non sono più episodi occasionali e isolati, ma, al contrario, episodi sempre più diffusi e frequenti - dal nord al sud Italia  che riguardano soprattutto la maggioranza dei cittadini, proletari e sottoproletari, e anche una parte della piccola borghesia, che la crisi economica ha impoverito.

Disoccupazione e precarietà si traducono non solo in una diminuzione generale del potere d' acquisto dei salari, ma in vera e propria impossibilità per molti proletari a pagarsi un affitto o a fornire quelle garanzie che esigono le banche e i proprietari di case. Tanto più di fronte a tassi d' interesse sui mutui che hanno raggiunto livelli usurai, spesso al solo fine di alimentare la speculazione finanziaria.

Mentre lo Stato Italiano, in linea col resto dei paesi capitalisti, destina sempre più denaro al finanziamento delle imprese capitalistiche o a singoli capitalisti, ne destina sempre meno per i progetti di politiche abitative a carattere sociale (per i cosiddetti alloggi sociali, per aiutare i cittadini morosi, ecc.) nonostante che l'aggravarsi della crisi economica, l'aumento della povertà e gli elevati prezzi degli alloggi sul libero mercato, renda questo intervento sempre più necessario. Per di più, una gran parte delle case popolari, costruite negli anni '50-'60, di bassa qualità già per gli standard di allora, negli anni hanno mostrato i segni dell'usura a causa della scarsa manutenzione, e sono oggi in uno stato fatiscente e inagibili, diminuendo ulteriormente il numero di alloggi ,a prezzi popolari, disponibili oggi.

Inoltre, nel corso degli anni, in molte città italiane, numerosi quartieri popolari sono finiti nel degrado. Ciò a causa della riduzione delle risorse e per un abbandono deliberato da parte delle istituzioni, nel quadro di tagli alle spese sociali sempre più marcati. Con l'inevitabile risultato di far crescere le situazioni di disagio e di scontro tra abitanti (italiani contro immigrati, assegnatari di case popolari contro occupanti abusivi, assegnatari in regola con i pagamenti contro assegnatari morosi, ecc.). Una guerra tra poveri quasi quotidiana, fomentata anche dalla propaganda razzista delle forze politiche di destra ,dalla Lega Nord ai neofascisti di Forza Nuova e Casapound, che ha fatto presa in questi settori e indebolito la coesione sociale.

Può gioire anche la Chiesa cattolica -primo proprietario immobiliare d' Italia, che ha sempre considerato il proprio patrimonio abitativo come fonte di reddito da amministrare in piena logica di mercato, senza mai pagare le tasse dovute .

A fronte di questa situazione, in molte città italiane si sono sviluppate, negli anni, delle lotte per resistere a sfratti e sgomberi, a difesa dei cittadini, proletari e sottoproletari, che rischiano di essere sfrattati per morosità, dei qualii si parla solo quando avvengono fatti tragici che attirano l' attenzione dei media.

Per una risposta veramente efficace al problema della crisi degli alloggi c' è bisogno di un intervento politico generale, che prenda di mira le attuali politiche economiche dominanti. Ma ciò chiama in causa il mal funzionamento generale dell'economia capitalista.

Se la classe operaia italiana fosse in condizione di far pesare ,oggi, la sua forza e capacità di lotta a livello nazionale, certamente potrebbe condizionare le politiche governative a suo favore, obbligando l'attuale governo Renzi e le varie amministrazioni locali filo borghesi a fare delle concessioni significative anche in questo settore specifico

Quindi, è necessario, fin d'ora, provare a cambiare i rapporti di forza oggi esistenti tra le classi, proponendo alla classe operaia obiettivi di lotta che la oppongano frontalmente alla classe sociale capitalista e ai vari governi, che ne difendono gli interessi.
I militanti del Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) faranno tutto quello che è nelle loro possibilità affinché il movimento operaio ,nel suo insieme, assuma la questione della casa all'interno di un proprio programma di lotta generale in grado di sviluppare intorno alla classe operaia un ampio fronte di lotta e di resistenza alle politiche filo borghesi dei vari governi nazionali e delle varie amministrazioni locali.
Senza un nuovo protagonismo dei lavoratori e di quelli che subiscono la crisi, non potremo mai uscire dalle secche in cui la sinistra è impantanata.

Partito Comunista dei Lavoratori
Pavia sez. “Tiziano Bagarolo”



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