POST IN EVIDENZA

mercoledì 4 maggio 2016

PER UNA BATTAGLIA ANTICAPITALISTICA CONTRO IL TTIP




Il negoziato in corso tra USA e UE in fatto di trattati commerciali risponde a precise necessità del capitalismo in crisi. USA ed Unione Europea cercano di espandere gli spazi di mercato delle rispettive multinazionali in ogni campo ogni costo. Gli USA cercano, anche per questa via, di contenere la crescente concorrenza della Cina sul mercato europeo. Per rafforzare la propria egemonia atlantica e contrastare il proprio declino.
Come tutti i negoziati tra Stati capitalisti la disputa non riguarda i valori ma gli interessi. Perché l'interesse del profitto è l'unico valore che il capitale conosce. Al tempo stesso, proprio per questo, il negoziato è difficile, perché gli interessi dei diversi poli capitalisti e dei relativi blocchi non sempre coincidono. Gli USA puntano ad abbattere le cosiddette barriere non tariffarie, in particolare agroalimentari e farmaceutiche, che significa abbattere le minime norme di tutela dei consumatori, ad esempio in fatto di sorveglianza sanitaria (carne, ecc).  Gli Stati capitalistici della UE pretendono in cambio la liberalizzazione del mercato USA per la propria industria automobilistica e per propri costruttori negli appalti pubblici. Sia in USA  che in UE gli schieramenti si dividono nello stesso campo borghese, a seconda dei settori. Ma il mercimonio, indipendentemente dall'esito, è chiaro: un patto tra Stati capitalisti contro le ragioni dei lavoratori e della maggioranza della società, a esclusiva tutela del profitto.
Prova ne sia che il negoziato è in larga parte segreto. La cosiddetta “pubblica opinione”, osannata dai governi quando si tratta di lisciarle il pelo per incassarne i voti (come contro i migranti) non ha diritto di accesso a verità sgradite e imbarazzanti. La criminalità del capitale va sottratta al suo sguardo indiscreto. Come segreto è il negoziato sulla “giurisdizione speciale”: gli Stati capitalisti di USA e UE vorrebbero garantire alle rispettive multinazionali   il potere di ricorso a specifici “tribunali privati”, o “arbitrati” internazionali, dotati di una sovranità superiore alle stesse magistrature nazionali. Dietro la bandiera della “lotta alla burocrazia” e della “libertà di commercio” si vorrebbe offrire ai monopoli una tutela di ultima istanza superiore ad ogni legge! Nessuna norma meglio di questa confessa che la legge del profitto è davvero la legge suprema della società borghese.
Il trattato che viene negoziato tra i grandi blocchi continentali del capitalismo non è altra  cosa dal corso ordinario delle politiche dominanti in ogni paese. La logica che lo presiede è la stessa che sospinge l'attacco frontale ai diritti sindacali (individuali e collettivi), alla previdenza, alla sanità, all'istruzione, ai beni comuni come l'acqua e il suolo. Si tratta del saccheggio di ogni risorsa pubblica per tutelare banchieri e industriali. Ovunque la vera frontiera dello scontro non è tra “destra” e “sinistra”, tra “reazione e progresso”, se non di riflesso: è tra il capitale da un lato, il lavoro e i diritti sociali dall'altro.Se questa è la realtà, ne consegue per noi una impostazione precisa. La battaglia contro il TTIP o diventa una battaglia anticapitalista, a partire da un'angolazione di classe, o si condanna alla impotenza. O si collega alle ragioni generali della classe lavoratrice o è destinata a mancare i suoi scopi. L'esperienza della vittoria referendaria sull'acqua del 2011, vanificata e annullata dai successivi governi (Renzi in testa), ci dice esattamente questo: senza un rovesciamento dei rapporti di forza tra le classi sociali, ogni ragione progressiva (ambientale, democratica, civile) finisce con l'essere sconfitta.
Per questo, nella mobilitazione unitaria in corso contro il TTIP, portiamo una proposta indipendente e classista. Non ci iscriviamo al partito della “ Civile Europa” contro l' “America malvagia”, magari a supporto delle ragioni negoziali di questo o quell'altro governo antioperaio europeo. Hollande, che colpisce e reprime i lavoratori francesi per conto dei capitalisti francesi (Legge lavoro), non diventa “nostro alleato” perchè (oggi) resiste al TTIP. Siamo contro il TTIP dal versante degli interessi indipendenti dei lavoratori europei e dei lavoratori americani, contro i capitalisti americani, contro i capitalisti europei, contro i relativi governi. La bandiera dei lavoratori non può essere quella del “libero scambio” tra i rispettivi capitalisti, a scapito di diritti e protezioni sociali. Può e deve essere quella della fraternità internazionale dei lavoratori di ogni paese contro la dittatura internazionale del profitto.
Per la stessa ragione non ci facciamo incantare dalle forze che osteggiano il TTIP perché chiedono più “protezionismo” (dazi, dogane, barriere) contro la cosiddetta “invasione della Cina” (da Trump a Salvini.. al M5S). I lavoratori europei e americani non devono farsi arruolare dalla guerra commerciale dei propri capitalisti contro i nuovi capitalisti, sia che essa avvenga nel nome del “libero scambio” sia che avvenga nel nome della “difesa delle frontiere”: debbono semmai imparare dagli operai cinesi che, lottando contro i propri capitalisti (ma anche contro gli investitori USA e UE) hanno strappato in 10 anni la triplicazione dei propri salari. Ogni rafforzamento del proletariato cinese è un vantaggio per tutti i lavoratori e le lavoratrici. Ogni colpo agli operai cinesi è un colpo per tutti.
La lotta contro il capitalismo, al di là di ogni divisione nazionale, è l'unica frontiera del progresso storico nel mondo. L'unica da cui potrà nascere, per via rivoluzionaria, un mondo nuovo, liberato dal profitto e dai suoi orrori. L'unica frontiera di lotta che può strappare oltretutto, cammin facendo, conquiste parziali e risultati concreti per la maggioranza della società in fatto di tutele sociali e ambientali.

NO AL TTIP! NO ALLA SEGRETEZZA DEI NEGOZIATI, ALLE SPALLE DEI LAVORATORI, IN EUROPA E IN AMERICA!

PER L'ABOLIZIONE DEL SEGRETO COMMERCIALE E INDUSTRIALE!
PER LA TUTELA DEI LAVORATORI, DEI CONSUMATORI, DELL'AMBIENTE, CONTRO IL CINISMO DELLE MULTINAZIONALI!
PER UNA ECONOMIA LIBERATA DAL CAPITALISMO , MIRATA ALLA SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI SOCIALI NON DEL PROFITTO !


www.pclavoratori.it info@pclavoratori.it

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.