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mercoledì 8 luglio 2015

SIAMO TUTTI MIGRANTI



L’immigrazione non è un problema di polizia, ma di adeguate politiche sociali di inserimento e integrazione. La negazione dei diritti, l’esclusione e il razzismo non costruiscono sicurezza ma favoriscono la violenza contro i più deboli e portano a meno diritti per tutti. La sicurezza si costruisce con percorsi di accoglienza e di integrazione sociale culturale e politica.

Ventimiglia urla e racconta; quelle manganellate colpiscono ognuno di noi, sono rivolte fisicamente ad alcuni ma feriscono tutti. I fatti dimostrano che la repressione contro i migranti è la stessa identica repressione contro le lavoratrici e i lavoratori, contro movimenti sociali e in difesa dei territori. Le classi dirigenti europee costruiscono caos, disordine, portano all’esasperazione e poi mostrano il loro volto più brutale contro chi ne subisce le violente e disumane conseguenze . .

La verità è che i governi borghesi d'Europa, senza eccezione alcuna, cercano una soluzione per sé, non per i migranti. Di fronte alla più grande migrazione di massa del secondo dopoguerra, ogni regime borghese cerca il massimo utile per gli interessi della propria classe col minimo prezzo in termini di consenso. A questo sono servite e servono le leggi anti migranti nella UE. Non hanno bloccato la migrazione, perché nessuna migrazione dalla fame e dalla morte può essere bloccata. In compenso hanno trasformato la vita di grandi masse di migranti in un inferno “clandestino” quotidiano, merce ricattabile per il massimo profitto delle imprese, e per di più oggetto di aggressioni xenofobe e concorrenze elettorali. .

Di fronte alla nuova tragica impennata del flusso migratorio, per di più “incontestabile” trattandosi di profughi, si cerca di mascherare il loro respingimento con argomenti “umanitari” e persino “democratici”. In realtà otterranno solo due risultati: renderanno ancor più difficile e disperata la fuga, accrescendo il rischio di morte. Creeranno una nuova leva di massa di cosiddetti “clandestini” da sfruttare entro le proprie frontiere. .

Quanto agli accoglimenti “legali”, ridotti al minimo, ogni Stato capitalistico cercherà di scaricare sull'altro il fardello dei relativi costi di accoglienza .E sicuramente ridurrà al minimo, sotto ogni più elementare livello di decenza, i “costi” di accoglienza della “propria quota”. Non senza, prive di pudore ,mangiatoie di sprechi e ruberie, gestite da cooperative “bianche” e “rosse” sulla pelle dei migranti, ridotti ad appestati senza diritti nei campi di detenzione senza colpa. .

Partito Comunista dei Lavoratori
Pavia sez. “Tiziano Bagarolo”

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