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domenica 5 luglio 2015

L'illusione delle soluzioni riformiste: “europa sociale” o “moneta nazionale”



Le terapie ideologiche che pensano di rimediare all’attuale crisi nel quadro capitalista cadono nel grottesco.

Le formazioni della “Sinistra Europea” (Syriza, Fronte de Gauche, Linke, Izquierda Unida e ciò che resta del PRC) propongono ingegnerie democratiche e Keynesiane: riforma della BCE quale prestatore diretto agli Stati, ristrutturazione “concordata” del debito pubblico; audit per separare il debito “legittimo” da quello “illegittimo”. Queste proposte non solo sono prive di un riferimento di classe; ma muovono alla ricerca utopica di un “compromesso” progressivo col capitalismo europeo, nel momento stesso della sua massima crisi e della massima aggressione al lavoro. Dal punto di vista politico sono un certificato di “responsabilità” e di “realismo” da esibire alle classi dirigenti europee per rivendicare il diritto a un proprio futuro ruolo di governo.

Altre formazioni, per lo più di estrazione stalinista, propongono invece l'uscita dall'Euro: o in direzione delle vecchie monete nazionali (che nel quadro del capitalismo e della sua crisi sarebbe solo un’occasione di saccheggio speculativo su salari e risparmi); o in direzione di una “moneta comune” del Sud Europa, per “un'alleanza tra Stati che possa avere più potere contrattuale a livello continentale”, sulla base di un blocco sociale esteso a “settori di borghesia nazionale” (v. il documento per la 2° Conferenza nazionale della Rete dei Comunisti): una suggestione non solo priva di ogni fondamento, ma che rimuove l'autonomia di classe e che ha come vero risvolto la negazione della rivoluzione socialista. Nel nome dell'ennesima evocazione di una (immaginaria) “tappa democratico-progressiva”.

L'avanguardia di classe va liberata da queste fantasie. L'alternativa non è tra euro e moneta nazionale. È TRA CAPITALE E LAVORO. Tutte le rivendicazioni fondamentali della classe operaia e degli sfruttati sono incompatibili col capitalismo europeo; con l'Unione dei capitalisti e dei banchieri, (con le sue istituzioni, leggi, trattati); con ogni quadro capitalistico “nazionale”; con ogni cartello di Stati capitalisti. Il recupero, la difesa, l'ampliamento del salario sociale; la difesa, la riqualificazione, la ripartizione del lavoro; lo sviluppo di un grande piano di nuovo lavoro, richiedono un piano di misure anticapitaliste radicali e un potere che le possa realizzare. In altri termini una prospettiva di rivoluzione e di governi dei lavoratori. In ogni Paese e su scala Europea.

Partito Comunista dei Lavoratori

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