Marco
Ferrando – Unità di Classe estate 2018
Al di là della
sua natura reazionaria il governo è segnato dalle contraddizioni irrisolte.
Le sue
ambizioni si proiettano sulla legislatura, la sua durata prevedibile è
un'incognita. I blocchi sociali di riferimento saranno messi a dura prova dalla
esperienza pratica del governo.
La mancanza
di coperture economiche costringerà l'esecutivo a inevitabile scelte, ben più
complicate della sommatoria delle promesse. Ogni scelta metterà sotto pressione
i delicati equilibri tra M5S e Lega, a partire dalle loro rappresentanze
territoriali.
Non a caso
il contratto prevede un comitato di conciliazione dei prevedibili contrasti, e
un impegno centralizzato a comportamenti parlamentari conformi. Ma non si
tratta solo di numeri parlamentari.
Il governo
Di Maio/Salvini ha incrinato gli equilibri del centro-destra, aprendo la via a
nuovi scenari imprevedibili. Per avviare la ricomposizione di governo con il
M5S Salvini aveva chiesto e ottenuto il benestare di Berlusconi, nel tentativo
di usare la coalizione di centro-destra come leva negoziale, e di preservare lo
spazio di una possibile via d'uscita e alternativa politica.
Ma questo
equilibrio è saltato. E non semplicemente per le disposizioni il contratto in
materia di giustizia e conflitto di interesse (in realtà blande e generiche),
quanto per il fatto che il nuovo governo materializza il rischio in prospettiva
di un asse politico populista tra Lega e M5S: Un blocco populista a gestione
condominiale contrapposto a un blocco borghese liberale a egemonia PD.
Un nuovo
bipolarismo italiano sulle macerie del centro-destra e di FI.
Da qui l'opposizione
di Berlusconi e della sua stampa al nuovo governo.
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