La
moltiplicazione delle iniziative di CasaPound e Forza Nuova è all'ordine del
giorno nella cronaca politica di questi anni. Ma i fatti di Macerata, il fuoco
di un attivista fascista contro migranti con l'obiettivo di uccidere, il
pubblico sostegno di Forza Nuova a Traini ed anzi il nuovo rilancio della
campagna xenofoba, hanno rappresentato un salto, amplificato dalla campagna
elettorale e dai suoi effetti mediatici
I fascisti
si nutrono naturalmente della spazzatura rovesciata contro i migranti da tutti
i partiti dominanti. La Lega di Salvini è il principale frullatore di questa
spazzatura. Il M5S contribuisce in forme più raffinate al medesimo impasto.
Quanto al PD di Minniti, ha gestito in prima persona la stretta antimigranti in
tutti i suoi risvolti peggiori (taglio ai soccorsi in mare, campi di
concentramento in Libia, decreti sul “decoro”...). Le tre destre - nel loro
insieme e in concorrenza tra loro - hanno tutte concimato il terreno di coltura
dei fascisti. Ma i fascisti non sono né il PD, né il M5S, e neppure la Lega.
Sono qualcosa di diverso. Non sono una destra qualsiasi. Sono organizzazioni di
combattimento mirate alla distruzione del movimento operaio e delle sue
organizzazioni indipendenti. Lo sono programmaticamente, con la pubblica
rivendicazione di un sistema di corporazioni che rimpiazzi la democrazia borghese.
Lo sono nell'azione, con la pratica dell'aggressione contro militanti e
organizzazioni della sinistra politica, sindacale, di movimento. La campagna
ossessiva contro i migranti, l'azione vile e squadrista attentamente
pianificata nei loro confronti, è solo il terreno prescelto per l'accumulazione
delle forze e l'espansione del proprio bacino di consenso. La prospettiva
strategica è assai più ambiziosa: l'affermazione di un proprio regime.
Certo, le forze fasciste sono ancora molto ridotte. Il fascismo non è una minaccia immediata. Ma tutte le organizzazioni fasciste, in misura diversa, sono oggi in crescita. In crescita di consenso, grazie alle compromissioni e al disarmo della sinistra politica e sindacale di fronte alla crisi capitalistica e ai suoi effetti sociali. Ma anche in crescita organizzativa e militante del proprio inquadramento militare, anche grazie all'assenza di ogni seria azione di contrasto.
Ora questa dinamica va spezzata.
Non servono a nulla le petizioni costituzionali contro i fascisti. Non serve affidarsi alle famose leggi antifasciste della Repubblica borghese, o invocarne di nuove. Le leggi “antifasciste” non sono mai mancate, nella Prima come nella Seconda Repubblica. Ma i partiti fascisti hanno continuato a vivere e prosperare, prima col MSI, oggi con CasaPound e Forza Nuova, con le complicità e le connivenze di apparati dello Stato, che sono il vero cuore del potere e prevalgono su ogni legge formale. È ora di mettere da parte le illusioni. Solo il movimento operaio, solo la forza di una sua mobilitazione può mettere di fatto "fuorilegge" le organizzazioni fasciste.
Per questo proponiamo a tutte le organizzazioni del movimento operaio e sindacale, a tutte le organizzazioni antifasciste e antirazziste, di promuovere unitariamente l'occupazione preventiva delle piazze prenotate dai comizi fascisti, e concesse dalle autorità locali, per contrastarne dichiaratamente lo svolgimento. È la via di un fronte unico di massa che si assuma la responsabilità di chiudere il varco ai fascisti. Le grandi organizzazioni di massa antifasciste, sindacali e associative, non possono sottrarsi a questa responsabilità per subordinarsi al PD, come è accaduto con la diserzione della manifestazione di Macerata. Debbono assumersela apertamente e pubblicamente.
Questa è la posizione e proposta che il PCL avanza in ogni luogo di confronto interno al campo dell'antifascismo.
Certo, le forze fasciste sono ancora molto ridotte. Il fascismo non è una minaccia immediata. Ma tutte le organizzazioni fasciste, in misura diversa, sono oggi in crescita. In crescita di consenso, grazie alle compromissioni e al disarmo della sinistra politica e sindacale di fronte alla crisi capitalistica e ai suoi effetti sociali. Ma anche in crescita organizzativa e militante del proprio inquadramento militare, anche grazie all'assenza di ogni seria azione di contrasto.
Ora questa dinamica va spezzata.
Non servono a nulla le petizioni costituzionali contro i fascisti. Non serve affidarsi alle famose leggi antifasciste della Repubblica borghese, o invocarne di nuove. Le leggi “antifasciste” non sono mai mancate, nella Prima come nella Seconda Repubblica. Ma i partiti fascisti hanno continuato a vivere e prosperare, prima col MSI, oggi con CasaPound e Forza Nuova, con le complicità e le connivenze di apparati dello Stato, che sono il vero cuore del potere e prevalgono su ogni legge formale. È ora di mettere da parte le illusioni. Solo il movimento operaio, solo la forza di una sua mobilitazione può mettere di fatto "fuorilegge" le organizzazioni fasciste.
Per questo proponiamo a tutte le organizzazioni del movimento operaio e sindacale, a tutte le organizzazioni antifasciste e antirazziste, di promuovere unitariamente l'occupazione preventiva delle piazze prenotate dai comizi fascisti, e concesse dalle autorità locali, per contrastarne dichiaratamente lo svolgimento. È la via di un fronte unico di massa che si assuma la responsabilità di chiudere il varco ai fascisti. Le grandi organizzazioni di massa antifasciste, sindacali e associative, non possono sottrarsi a questa responsabilità per subordinarsi al PD, come è accaduto con la diserzione della manifestazione di Macerata. Debbono assumersela apertamente e pubblicamente.
Questa è la posizione e proposta che il PCL avanza in ogni luogo di confronto interno al campo dell'antifascismo.
Partito
Comunista dei Lavoratori
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.