Nessuno sciopero generale contro una
legge di stabilità che taglia la sanità per detassare i profitti.
Nessuna iniziativa generale per
contrastare l’attacco padronale al contratto nazionale di lavoro e imporre
l’apertura dei contratti pubblici.
Nessuna continuità della
mobilitazione contro la “buona scuola”. Mentre l‘accordo contrattuale dei
chimici accoglie la piattaforma padronale sulla organizzazione del lavoro, e la
stessa FIOM rivede al ribasso la propria piattaforma per rientrare nelle
compatibilità confindustriali.
Questo è stato il desolante panorama d’autunno.
per volontà della burocrazia sindacale, con l’avallo della sinistra politica
“riformista”. Non è l’effetto spiacevole di pavidità e titubanze, ma una scelta
precisa.
La CGIL non ha voluto assumersi la
responsabilità di un’iniziativa di lotta per non rompere con CISL e UIL. La
FIOM ha fatto lo stesso con la CGIL. Altro che “occupazione delle fabbriche”
come Landini ha più volte evocato. Maurizio Landini si è accordato con Susanna
Camusso su una partita di scambio: nessuno sciopero generale contro padronato e
governo in cambio della prospettiva del referendum su articolo 18 e scuola.
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