Il Ministro
Fioramonti ha rassegnato le dimissioni dopo l'approvazione della manovra di
Bilancio con ben poche risorse destinate alla ricerca e all'istruzione.
Si sa che lo
stato in cui versano scuole e università è da tempo comatoso.
Dal 2008 ad
oggi il rapporto tra salari e redditi da lavoro è crollato , rinviata a tempo
indeterminato l'annunciata ripresa e crescita, la classe media è stata
schiacciata verso il basso e in questa classe media si trovano anche gli
insegnanti.
Nell'inversione
di tendenza delle politiche intraprese da anni ad oggi c'era proprio la
istruzione , la ricerca e la formazione, istruzione universitaria , scolastica
e quella legata anche alle professioni.
Il Ministro
Fioramonti si è dimesso al contrario dei suoi collaboratori, dei sottosegretari
che restano invece al loro posto.
Resta il
fatto che Fioramonti aveva già dovuto digerire vari bocconi amari, dagli
Invalsi alla alternanza scuola lavoro giudicati, a novembre scorso,
indispensabili requisiti per accedere all'esame di maturità, fino alla
contrazione dei fondi destinati ai rinnovi contrattuali della scuola tenuti
fermi per 9 anni con stipendi, al cospetto dell'Europa, tra i più bassi in
assoluto.
Si sono
persi per strada anche i fondi destinati all'edilizia scolastica, anzi molti
sindaci sembrano più interessati solo ai controlli antidroga davanti alle
scuole che alla messa in sicurezza degli edifici, non si trovano i soldi per
costruire palestre e moderni laboratori.
Altro
aspetto dirimente è quello della regionalizzazione.
Si scrive
regionalizzazione ma si legge privatizzazione della Scuola statale a discapito
del carattere universale della scuola, dell'unità culturale del nostro paese in
palese violazione per altro di quell'articolo 5 della Costituzione che parla di
Repubblica una e indivisibile.
L'autonomia
scolastica, dunque, e non l'incarico di Ministro, dovrebbero servire a focalizzare
l'attenzione ai problemi reali non certo alle solite polemiche politiche.
Diventa
fondamentale non solo una presa di coscienza nelle migliaia di lavoratori della
scuola, vittime di questo sistema errato di gestione, ma creare strutture di
coordinamento e lotta per la propaganda e la denuncia di tale problematica.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.