Dopo 18
giorni di sciopero a oltranza contro "la legge Fornero di Macron", i
ferrovieri francesi non mollano.
Di fronte a
questa congiunzione di fattori, il 21 dicembre la stampa borghese di Parigi si
è affrettata a dare la buona novella natalizia dello sfarinamento
dell'agitazione. “Il governo riesce a rompere il fronte dello sciopero”
annunciava il (pur prudente) Le Monde in prima pagina.
Ma i conti
non si fanno senza l'oste. Le assemblee dei lavoratori in sciopero hanno
respinto le ingiunzioni del governo e i segnali di smobilitazione delle
burocrazie. Di primo mattino alla Gare de Lyon, all'assemblea generale della
stazione di Saint-Lazare, alla Gare de l'Est e alla Gare d'Austerlitz, il
pronunciamento operaio è uno solo: lo sciopero continua sino al ritiro del
progetto di legge. La larghissima maggioranza delle assemblee in tutta la
Francia segue a ruota. I delegati di base dei CGT e Solidaires sono la punta
trainante del pronunciamento. Ma la stessa CFDT-ferrovieri è costretta a
dichiarare la continuità del blocco, e persino il 50% delle sezioni dell'UNSA
si ribellano ai propri dirigenti nazionali: “Non capisco la strategia del
gruppo dirigente del mio sindacato... Non si spezza una lotta nel momento
decisivo” dichiara in assemblea un delegato UNSA della Gare Paris Est. Il
risultato è che la Francia resta bloccata. Anche a Natale, nonostante il
Natale.
Seguiremo
come sempre, giorno per giorno, la dinamica dello sciopero francese. Certo,
pesa sulla prospettiva l'ipoteca della burocrazia sindacale. Sia di quella che
sogna un accordo separato col governo in cambio di una onorevole foglia di fico
(CFDT), sia di quella sicuramente più combattiva che vuole sopravvivere al
macronismo costringendo il governo a riconoscere la sua forza di burocrazia
(CGT). Ma i fatti dimostrano che la burocrazia non ha ad oggi il pieno
controllo delle assemblee, dove una nuova generazione di delegati operai si è
fatta le ossa nelle lotte di questi anni (come nella lotta contro la legge El
Khomri), ha accumulato una esperienza preziosa, non ha alcuna voglia di
arrendersi. Anzi, ha voglia di vincere. Gli insegnanti hanno aderito in massa
allo sciopero al fianco dei ferrovieri, e nonostante le scuole siano in vacanza
natalizia, manifestano la continuità della propria lotta partecipando spesso ai
picchetti degli cheminots e alle loro assemblee, mentre continua lo sciopero a
oltranza della metropolitana, e la mobilitazione radicale degli infermieri, che
in realtà aveva anticipato quella dei ferrovieri. Si estenderà la lotta al
settore privato, innanzitutto alle fabbriche? Questo è l'interrogativo sospeso
che può decidere della piega degli avvenimenti. È ciò che terrorizza la
borghesia francese. Ma anche la burocrazia sindacale.
Ai
lavoratori francesi, e ai militanti marxisti rivoluzionari, impegnati in prima
fila per la generalizzazione della lotta, va tutto il nostro sostegno
internazionalista.
Partito
Comunista dei Lavoratori
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