Il decreto
legge su immigrazione e sicurezza, voluto dal ministro Salvini, è promosso all'approvazione definitiva.
La maggioranza
di governo è compatta e allineata sui cavalli di battaglia di Salvini.
Il Ministro
degli Interni sostiene che farà dell’Italia un paese più sicuro.
Sicuro per
chi?
Un decreto
che ne accorpa due. Uno sul tema dell’immigrazione e l’altro sul tema sicurezza
urbana. Il classico caso in cui si prendono due piccioni con una fava e si scrive una legge, ancora una volta,
dichiaratamente contro i subalterni di questo paese, di qualsiasi nazionalità
essi siano.
Infatti, la prima parte del decreto è concentrata tutto sull'obiettivo di rendere
la vita più difficile a chi decide di muoversi clandestinamente verso l’Italia.
Cambieranno
i requisiti e le procedure per essere considerati richiedenti asilo e di conseguenza
verranno potenziati i sistemi di carcerazione preventiva attraverso i CPR e
l’allungamento dei tempi di permanenza in attesa di eventuale rimpatrio da 90 a
180 giorni. Verrà messa in discussione la cittadinanza in casi di ipotesi di
reato a scopo terroristico e aumentata la lista di motivazioni per cui si può
procedere al rimpatrio o alla revoca dello status di rifugiato. Tra questi non
a caso violenza o resistenza a pubblico ufficiale. Il tutto, dunque, per limitare al minimo la possibilità che si creino le
condizioni di opposizione alla situazione di povertà e sfruttamento in cui i
migranti sono costretti.
La musica non cambia per quanto riguarda la sicurezza; controllo, militarizzazione e
criminalizzazione. Viene praticamente ufficializzato ed esteso l’uso del taser
prima ancora della fine del periodo di sperimentazione di cui tanto si è
parlato. Si allarga il raggio di possibilità del Daspo che potrebbe limitare
l’accesso a ospedali e presidi sanitari e dalle manifestazioni sportive anche
per chi è indiziato di terrorismo. E ancora sanzioni penali e non più solo amministrative
per chi partecipa a blocchi stradali. E poi c’è la parte che più preferisce
Salvini che è quella che riguarda le occupazioni di edifici o terreni o, più
nello specifico, chi si fa promotore e organizzatore del reato di invasione di
terreni o edifici.
Poco o
niente per quanto riguarda la lotta alla
criminalità organizzata. Serve solo per
non dare troppo l’idea che i primi nemici pubblici in questo paese siano coloro
che provano ad organizzarsi per migliorare le proprie condizioni di vita.
Agli
sfruttati non è mai stato concesso niente per benevolenza degli Stati e dei
Governi. Tutto ciò che hanno conquistato è stato attraverso la lotta.
Ricominciamo
a lottare!!
Non è solo una necessità sociale. E’ anche l’unica via per scomporre il
blocco (e l’immaginario) populista.
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