“SE NE VADANO TUTTI.
GOVERNINO I LAVORATORI”
Noi ci battiamo per un altro Stato. Perché ci battiamo per il potere reale dei lavoratori e delle lavoratrici.
Noi ci battiamo per un altro Stato. Perché ci battiamo per il potere reale dei lavoratori e delle lavoratrici.
Naturalmente
lavoriamo per la difesa di tutti i diritti e gli spazi democratici che la
classe operaia e le masse popolari hanno conquistato e strappato con durissime
lotte. Ed anzi lottiamo per ampliare (o recuperare) questi diritti contro
l’involuzione in corso, rivendicando il ritorno a una legge elettorale
pienamente proporzionale, la difesa e sviluppo delle libertà sindacali (dei
singoli e delle organizzazioni), la difesa dei diritti e delle libertà delle
donne, la parità di diritti tra lavoratori italiani e immigrati, contro ogni
forma di xenofobia, la parità dei diritti degli omosessuali e di tutte le
minoranze oppresse, contro ogni cultura e discriminazione omofobica.
Rivendichiamo in fondo la democrazia reale: quella in cui la maggioranza della
società non ha solo il diritto di votare ogni 5 anni chi la trufferà in
Parlamento, ma ha il potere di decidere le condizioni della propria vita e del
proprio futuro.
Per questo
rivendichiamo una democrazia fondata sull’autorganizzazione democratica dei
lavoratori stessi e delle larghe masse popolari, con rappresentanti eletti
direttamente nei luoghi di lavoro e sul territorio; con il più ampio e libero
confronto tra diverse proposte, candidature, organizzazioni , partiti, sulla
base del principio proporzionale e del comune riconoscimento del potere
popolare; dove tutte le articolazioni del potere e gli stessi strumenti di
difesa del nuovo ordine sociale sono basati sulla forza organizzata dai
lavoratori stessi e sono posti sotto il loro controllo.
A chi
obietta che è una proposta arcaica, rispondiamo che è l’unica risposta
progressiva, reale, straordinariamente attuale, alle stesse istanze di moralità
pubblica, trasparenza, efficienza, economicità che la propaganda dominante oggi
solleva in modo ipocrita e distorto, e spesso reazionario. Nessuna soluzione è
più efficiente di quella che smantella l’enorme parassitismo dell’attuale
burocrazia dello Stato, che affida alla forza organizzata dei lavoratori la
repressione della mafia e della grande criminalità organizzata.
Nessuna soluzione è più trasparente di quella che cancella ogni forma di segreto di Stato; E nessuna soluzione è più igienica e morale di quella che, abolendo il potere della borghesia e il cinismo del profitto, estirpa alla radice il fondamento stesso della corruzione e del malaffare.
Nessuna soluzione è più trasparente di quella che cancella ogni forma di segreto di Stato; E nessuna soluzione è più igienica e morale di quella che, abolendo il potere della borghesia e il cinismo del profitto, estirpa alla radice il fondamento stesso della corruzione e del malaffare.
La borghesia
ha fatto della sua politica un costoso strumento di raggiro e di privilegio.
Solo il potere dei lavoratori può edificare uno Stato trasparente e a buon
mercato, rifondando la natura stessa della politica e trasformandola in
strumento di gestione collettiva e libera del bene comune.
Dopo la rottura con il PRC, abbiamo sviluppato il movimento costitutivo del PCL aggregando, su chiari principi, compagni e compagne di diversa provenienza, ed estendendo la nostra presenza organizzata in tutte le regioni e nella quasi totalità delle province. Ci siamo battuti, anche come partito, nella campagna per il no all' accordo del 23 luglio, costruendo e prendendo parte ai comitati per il no, promuovendo comizi davanti ai cancelli delle fabbriche, estendendo anche per questa via la nostra presenza e radicamento nei luoghi di lavoro.
Dieci anni fa il congresso nazionale del PCL, portando così a compimento la prima fase di aggregazione delle forze.
Questo progetto è tanto più attuale, qui e ora, di
fronte ai processi di segno opposto che oggi investono la cosiddetta sinistra
italiana che promuove una ulteriore unificazione per continuare a governare col Partito
Democratico e i poteri forti. Intransigenti sui principi, ci rivolgiamo nel
modo più aperto, a tutti coloro che vogliono ridare una prospettiva alla classe
operaia e ai movimenti di lotta di questo paese: ai lavoratori che cercano una
loro autonoma rappresentanza contro una politica dominante che li
colpisce;Dopo la rottura con il PRC, abbiamo sviluppato il movimento costitutivo del PCL aggregando, su chiari principi, compagni e compagne di diversa provenienza, ed estendendo la nostra presenza organizzata in tutte le regioni e nella quasi totalità delle province. Ci siamo battuti, anche come partito, nella campagna per il no all' accordo del 23 luglio, costruendo e prendendo parte ai comitati per il no, promuovendo comizi davanti ai cancelli delle fabbriche, estendendo anche per questa via la nostra presenza e radicamento nei luoghi di lavoro.
Dieci anni fa il congresso nazionale del PCL, portando così a compimento la prima fase di aggregazione delle forze.
agli attivisti sindacali, ovunque collocati, che vogliono un sindacato che stia dalla parte dei lavoratori e non del padronato e del governo;
a tutti i protagonisti di una stagione di lotte (operaie, no-global, antimperialiste) che ha investito l’Italia negli anni passati e che è stata tradita;
ai tanti iscritti e militanti delusi delle attuali sinistre di governo e agli elettori allo sbando di un popolo di sinistra che si sentono orfani di riferimenti credibili. Senza altro interesse che non sia l’emancipazione e la liberazione di tutti gli oppressi, in Italia e nel mondo.
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