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lunedì 8 marzo 2021

8 MARZO. CONTRO LA PANDEMIA DEL CAPITALE, SALDARE LOTTA DI CLASSE E DI GENERE!

 

Volantino per lo sciopero globale femminista e transfemminista dell'8 marzo

Il PCL sostiene lo sciopero globale femminista e transfemminista dell'8 marzo per una prospettiva femminista internazionalista e rivoluzionaria

 


 

 

Anche questo 8 marzo, a un anno dall’inizio della pandemia, ci troviamo di fronte a una situazione di pericolo e incertezza legate al coronavirus.

 

I ritardi sui vaccini e l’inadeguatezza delle strutture sanitarie mettono a dura prova la salute e la sicurezza delle persone. Non meno disastrosa la situazione dal punto di vista sociale ed economico: disoccupazione dilagante e precarietà del lavoro.

 

Una condizione che peggiorerà quando cadrà il blocco dei licenziamenti. Molte donne hanno perso il lavoro, altre hanno chiesto il part-time e numerose sono quelle che hanno rassegnato dimissioni volontarie per seguire i figli durante il lockdown e i familiari malati.

 

Il lavoro di cura dunque ricade, come sempre, sulle spalle di coloro che in base all’ideologia patriarcale e alle necessità della società capitalista devono sopperire alla mancanza di un efficiente sistema sociale, smantellato da anni di tagli e privatizzazioni.

 

La libertà di scelta sul proprio corpo nell’ambito della libertà sessuale e riproduttiva è pesantemente sotto attacco: in Polonia si impongono ulteriori restrizioni all’IVG incentivando gli aborti clandestini, in Italia il numero degli obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie è vertiginosamente alto e in alcune regioni governate dalle destre si vieta l’uso ambulatoriale della RU486.

 

Solo in Argentina si registra una vittoria clamorosa sul diritto all’IVG nonostante rimangano ancora da acquisire alcune delle richieste progressive della “Marea verde”.

 

Durante i periodi di confinamento sono anche aumentati i femminicidi, poiché si è rivelato più difficoltoso chiedere aiuto e trovare la via di fuga da relazioni tossiche e opprimenti.

 

La violenza patriarcale che non accetta la differenza sessuale e di genere riguarda anche la comunità LGBTQIA+, e si traduce in omo-lesbo-bi-transfobia, patologizzazione psichiatrica, esclusione sociale e purtroppo anche in questo caso la violenza fisica e/o psicologica si manifesta anche tra le mura domestiche.

 

La crisi provocata dal coronavirus è stata utilizzata da diversi settori reazionari per affossare e bloccare le già deboli rivendicazioni del movimento LGBTQIA+ (come ha messo in luce l'iter parlamentare del DDL Zan, una proposta di legge contro omofobia e misoginia compromissoria, gravemente insufficiente e raffazzonata) e le restrizioni hanno contribuito a ridurre i piccoli spazi e le rare occasioni di condivisione, confronto e lotta collettiva della comunità contribuendo inesorabilmente all’atomizzazione, all’invisibilizzazione e all’isolamento di tutte le soggettività LGBTIQIA+. Un particolare tipo di violenza di genere è diffuso nella tratta della prostituzione dove i soggetti più colpiti sono persone trans e donne immigrate, più esposte alla vulnerabilità per necessità economiche e di sostentamento.

 

Per questo continueremo a batterci tutt* contro l’alleanza tra capitalismo e patriarcato che continua a generare disuguaglianze e violenza.

 

I nostri obiettivi:

 

- difesa del lavoro, unico strumento di emancipazione e autodeterminazione e la cancellazione di tutte le controriforme a danno di lavoratrici e pensionati, blocco generale dei licenziamenti, patrimoniale al 10% sul 10% più ricco; ripartizione del lavoro tra tutt* con la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga; salario garantito ai disoccupat* e inoccupat* e salario pieno per chi è in cassa integrazione.

 

- socializzazione del lavoro di cura contro le privatizzazioni e i tagli alla scuola, alla sanità e al terzo settore; congedi parentali al 100% per entrambi i genitori. Non vogliamo rinchiuderci tra le mura domestiche grazie al reddito di cittadinanza, vogliamo lavoro e garanzie sociali.

 

- abolizione dell’obiezione di coscienza! Fuori la chiesa dalle nostre vite! Pretendiamo consultori pubblici per le donne e per le persone LGBTQIA+, sotto il controllo delle utenti; vogliamo il libero e gratuito accesso all’interruzione di gravidanza anche farmacologica (!) e alla contraccezione.

 

- educazione all’affettività ed educazione sessuale nelle scuole, gestita da persone competenti e laiche con il coinvolgimento dei centri antiviolenza e delle associazioni LGBTQIA+ presenti sui territori.

 

- Vogliamo inoltre la cancellazione dei confini e l’eliminazione di tutte le leggi securitarie che legittimano violenza ed esclusione sociale sulla pelle delle donne immigrate e delle persone LGBTQIA+ immigrate.

 

Oggi più che mai è indispensabile unire le forze nel più ampio fronte di lotta internazionale: solo saldando la lotta di classe alla lotta di genere su un programma anticapitalista e rivoluzionario possiamo spezzare le catene e ottenere la nostra libertà.

Partito Comunista dei Lavoratori


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